La globalizzazione è "un processo d'interdipendenze economiche, sociali, culturali, politiche e tecnologiche i cui effetti positivi e negativi non hanno una rilevanza planetaria, tendendo ad uniformare il commercio, le culture, i costumi e il pensiero." (https://it.wikipedia.org/wiki/Globalizzazione)
Come si è già ripetuto più volte in questo blog, la definizione di tale processo "planetario" deriva da "globo", il quale sempre secondo Wikipedia è un termine che "indica genericamente un oggetto sferico e, per antonomasia, la Terra stessa"; di fatto la definizione esatta del comune mappamondo -wiki docet- è appunto quella di "globo", che al contrario nel mondo anglofono è il termine (globe) più comune per definire quello che noi chiamiamo solitamente "mappamondo".
Per chi ha seguite le mie ricerche fino a questo punto, non risulterà particolarmente misteriosa la scelta di questo neologismo per definire la uni-formazione di questo mondo. Sentiamo parlare e leggiamo sempre più spesso della "globalizzazione", e la reiterazione continuata, in ogni contesto possibile, di questo termine non fa che diffondere la medesima assurda fantasia astro/logica, e quindi astronomica, che si riferisce sempre e soltanto alla Grande, Grande Palla di Terra. Del resto, possiamo ben dire che i risultati del processo fondamentale, cioè proprio l'eliminazione di quelle stesse fondamenta che sono salde e inamovibili secondo la "Bibbia", è stato completato ormai da tempo, quando la stragrande maggioranza dei cittadini del mondo Occidentale, ormai da generazioni, sono pronti a giurare di vivere su una palla roteante nello "spazio", e oggi sono utilizzati alla stregua di bestiame dai "globalizzatori" per l'inevitabile compimento di unificazione totale, verso il fantomatico "nuovo ordine mondiale". Ogni giocatore del Grande Gioco del Monopoly, tutti gli utenti economici, finanziari e monetari del mondo, partecipano in vario grado, più o meno consapevolmente, della inarrestabile globalizzazione che avviene principalmente attraverso la industrializzazione e, utilizzando un neologismo assai meno diffuso, con la "americanizzazione" di popoli e paesi.
In qualità di "appassionato" di cinema non ho avuto, nei miei blogs precedenti, molte occasioni di utilizzare questo termine, nè tantomeno di contemplare il "mistero" riguardante la sua etimologia, e l'enormità delle sue proporzioni che non si limitano all'industria e all'economia mondiale, ma influenzano direttamente la coscienza di ogni cittadino alfabetizzato; in compenso ho già indagato un mistero più limitato, decisamente personale, e singolare in ogni senso, riguardante il regista che è stato considerato anche da molti "esperti" come il più influente e non di meno il più enigmatico nella storia del cinema, Mr. Stanley Kubrick.
Ricorriamo di nuovo a Wikipedia per conoscerne le origini: "Kubrick nacque presso il Lying-In Hospital di Manhattan (New York) il 26 luglio del 1928, primogenito di Jacob Leonard Kubrick (1901-1985), un medico statunitense nato da una famiglia ebraica di origini austriache, polacche e rumene, e di Sadie Gertrude Perveler (1903-1985), una casalinga statunitense, anch'essa di origine ebraica."
Abbiamo così ottenuto un indizio molto importante sulla figura di Kubrick: infatti per quanto sia la così detta linea uterina a determinare la "ebreità" dell' individuo, in questo caso abbiamo l'erede di due genitori "ebrei" che come sempre nel caso degli immigrati statunitensi si possono definire più propriamente ashkenaziti.
Non ne troveremo il minimo cenno su Wikipedia, o da altre "fonti ufficiali", ma come può risultare più o meno ovvio dal suo 'testamento filmico', "Eyes wide shut", Kubrick era anche un affiliato della massoneria del più alto grado.
Fotogrammi di The Shining, in cui Jack Nicholson utilizza la gestualità massonica con grande carisma
-- da vera "stella" di Hollywood
-- da vera "stella" di Hollywood
Tra le sue opere più note, di una filmografia inevitabilmente limitata al numero di 13 titoli, ricordiamo Spartacus (1960), Lolita (1962), Doctor Strangelove... (1964), A Clockwork Orange (1971) e The Shining (1980), anche se il suo nome viene immediatamente associato ad uno dei titoli più prominenti nella storia della cinematografia mondiale, quello di 2001: a space odyssey, del 1968.
A questo proposito ieri ho visionato il documentario di Jay Weidner Beyond the Infinite - Kubrick’s Odyssey II, che allego qui sotto:
nel quale si analizzano alcuni degli aspetti meno noti dell'opera di Kubrick, la quale si potrebbe definire una sorta di "prova generale" della più grande e la più impossibile "impresa spaziale" mai compiuta dalla NASA, che ebbe luogo l'anno successivo l'uscita del film, con l'allunaggio degli Americani dell'Apollo 11
foto: aplanetruth.info
Quale sia stato effettivamente il coinvolgimento di Kubrick nella più irrealizzabile delle fantasie
Un altro fotogramma particolarmente significativo da The Shining
-ovvero quella di mandare delle persone reali su un corpo astrale che al contrario appartiene esclusivamente alla sfera teorica - non lo sapremo mai con certezza, e possiamo soltanto affidarci all'intuito dei ricercatori che in seguito hanno indagato basandosi sulle opere successive del regista, in particolare The Shining.
Ma al di là delle fantasie impossibili realizzate grazie alle tecnologie audiovisive in continua evoluzione dall'ente aerospaziale, possiamo facilmente constatare la realtà del successo e della fama dell'opera di Kubrick nel settore della cinematografia, e in modo particolare di quella inserita nella lista di film preservati nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, che è appunto "2001", descritto da Wikipedia come "un capolavoro della storia del cinema" e "una svolta epocale per il cinema di fantascienza". Un film che praticamente tutti hanno visto, almeno una volta in vita loro.
Il documentario è interessante, e ne consiglio senz'altro la visione a chiunque sia interessato all' "affair Kubrick", benchè a mio parere qui sia stato completamente obliato il ruolo precipuo di quello che lo stesso Weidner definisce "il vero protagonista", lo "enigmatico" monolito che vediamo apparire in scena all'inizio dei tempi, o meglio, come recita la didascalia nel film stesso, "L'Alba dell'Uomo":
dopo la famosissima sequenza della trasformazione del femore in astronave, l'oggetto viene rinvenuto sulla Luna, e di nuovo riunisce attorno a sè un gruppo di terricoli ipnotizzati dalla sua visione, ma su uno scenario del tutto artificiale, e decisamente molto simile ad un set cinematografico (senza dimenticare che, come vediamo nel documentario, anche le suddette scene sono state girate in un teatro di posa con la tecnica della proiezione frontale, derivata dalla più arcaica retroproiezione):
Di questo oggetto misterioso, che Weidner assimila alla "Prima Materia" e alla Pietra Nera degli alchimisti, non viene però evidenziata la qualità più ovvia al di là della sua composizione, che è la sua forma: il monolito è infatti una pietra squadrata, perfettamente levigata, e in una parola TAGLIATA, una qualità che rimanda immediatamente all'antica denominazione dei massoni come tagliatori di pietra.
Ogni altro significato si voglia e si possa trovare del "misterioso" monolito, questa è la sua realtà evidente e incontrovertibile per ogni spettatore al mondo, quale che sia la sua erudizione su tutti quegli aspetti che al contrario sono da considerarsi "segreti" per come è definita la stessa Società alla quale appartennero tanto Kubrick che lo scrittore Arthur C. Clarke, che ci risulta esser stato Gran Maestro del 33mo Grado.
I confratelli Clarke & Kubrick in un'immagine dell'epoca tratta dal documentario
Lo stesso "mistero" rappresentato in scena da una pietra tagliata in 2001 è dunque quello che ha condotto il lettore di VerOrizzonte, come il blogger stesso, a considerare questo caso particolare, decisamente molto più unico che raro, riguardante il film più significativo e nel contempo più enigmatico nella storia del cinema.
Immediatamente dopo la "trasformazione" -che casualmente ha origine nella 'scoperta' dello stesso osso come arma, che rende gli scimmieschi trogloditi cacciatori e quindi carnivori- ne vediamo gli esiti nella sfera psichica dell'umanità "evoluta" fino all'Era Spaziale, e come nell'incipit del film stesso
compare sullo schermo la Grande, Grande Palla di Terra
che poi vediamo a /in più riprese nel corso della pellicola
fino all'allineamento delle Grandi Palle Astronomiche con il monolito stesso
e alla rivelazione finale del "bambino stellare" (star child) che osserva la Grande Palla dalla sua propria sfera amniotica, che per noi rappresenta la condizione dell'utente moderno, destinato da principio -ancor prima della sua nascita- a CREDERE in ciò che potrà vedere soltanto al cinema, in TV e in ogni altra immagine diffusa nella realtà fantascientifica dell'utenza globale dagli unici enti in grado di produrre simili artefatti, allo scopo di renderli pubblici come supporto dell'impossibile dogma astronomico tanto nel settore dell'intrattenimento (=armi di distrazione di massa) che in quello educativo e "scientifico"
Potremmo concludere che questa sequenza -la quale ha per il lettore di VerOrizzonte un significato diametralmente opposto a quello "immaginabile" dallo spettatore medio- è stato il più grande contributo del confratello Kubrick alla "causa" degli eliocentristi globalizzatori che attualmente detengono un potere illimitato su ogni questione terrena, a partire dalla Più Fondamentale Di Tutte; qui infatti, quale che sia il significato cercato e trovato dal singolo spettatore durante la sua personale "odissea audiovisiva", abbiamo una visione "ultraterrena", quella di un feto (evidentemente artificiale) -che nella realtà dei fatti non potrebbe vivere sospeso in una bolla nello "spazio esterno", se mai questo esistesse- il quale osserva una realtà altrettanto artificiale e affatto surreale, che come si è visto nel corso di questo blog è stata interamente edificata dalla Più Grande Setta Pubblica -quella cattolica- grazie al sostegno indispensabile e incomparabile della Più Grande Società Segreta mai esistita sulla faccia della Terra, grazie a nomi di enorme fama come Pitagora, Copernico, Galileo e Einstein, divenuti inevitabilmente non soltanto i più famosi ma anche i più "geniali" scienziati della "storia". La quale, va ricordato ancora, è pur sempre UNA storia...
foto: bbook.com
Merita una nota finale un altro "indizio" di cui pure Weidner non fa menzione; nella interminabile sequenza in cui l'astronauta Bowman viaggia "oltre l'infinito", tra le sue caleidoscopiche visioni troviamo anche quelle di paesaggi che sono ovviamente terrestri
(Qui il Grand Canyon)
ma con un semplice effetto ottico essi divengono magicamente "altri mondi"; questo dettaglio non è sfuggito invece a Mr. Rob Ager, che nel 12mo capitolo del suo saggio online “Kubrick: and beyond the cinema frame” An in-depth analysis of 2001: A SPACE ODYSSEY" (scoperto ORA!) scrive a questo proposito
"Sperimentando con i filtri colorati scopriamo che i paesaggi della sequenza "L'Alba dell'Uomo" e il pianeta "alieno" sono quasi indistinguibili l'uno dall'altro. Rendendo entrambi i paesaggi monocromatici e rimuovendo i colori irreali dei filtri ci rimangono delle immagini che potrebbero anche passare per la superficie lunare... specialmente se anneriamo il cielo."
P.S.: non ho nemmeno menzionata qui la questione dell'"evoluzionismo" che è contemplata nel medesimo disegno, e prevede l'esistenza di svariate fasi e/o razze di esseri "antropoidi" come quelli rappresentati con bravura nella sequenza "L'alba dell'uomo"; è pur vero che su 2001 si potrebbe scrivere un (altro) libro intero, ma in questa sede mi accontento di aggiungere questo post-scriptum solo per ricordare tale questione al lettore di VerOrizzonte; a lui lascio il compito di riordinare le idee accennate nel post qui sopra proseguendo la propria ricerca in ogni direzione, e chiudo il mio post con questo bel ritratto di un Australopithecus anamensis immortalato nel pieno della sua forma; è quella che si direbbe propriamente una figura di proporzioni omeriche:
P.S.: non ho nemmeno menzionata qui la questione dell'"evoluzionismo" che è contemplata nel medesimo disegno, e prevede l'esistenza di svariate fasi e/o razze di esseri "antropoidi" come quelli rappresentati con bravura nella sequenza "L'alba dell'uomo"; è pur vero che su 2001 si potrebbe scrivere un (altro) libro intero, ma in questa sede mi accontento di aggiungere questo post-scriptum solo per ricordare tale questione al lettore di VerOrizzonte; a lui lascio il compito di riordinare le idee accennate nel post qui sopra proseguendo la propria ricerca in ogni direzione, e chiudo il mio post con questo bel ritratto di un Australopithecus anamensis immortalato nel pieno della sua forma; è quella che si direbbe propriamente una figura di proporzioni omeriche:
A buon intenditore...
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