Questa notte accedendo a Blogger ho seguito l'irresistibile impulso della distrazione proposto dalla novità di Google chiamata "Play the World" (ovvero, "recita il mondo", oppure anche "gioca al mondo"), che propone all'utente un viaggio virtuale interattivo attraverso le locations di films famosi; cliccando il link, mi si è aperta la schermata del sito Play The World:
e l'inevitabile profilo della Grande, Grande Palla mi ha subito resa l'idea globale, che riguarda il set mondiale e la LOCATION UNIVERSA di Terra, che del resto è la stessa resa popolare proprio dall'industria del cinema Americana
per più di un secolo
da molto prima dei modelli in scala, del compositing e delle animazioni computerizzate della Nasa.
La novità multimediale di Google è per noi l'occasione di contemplare ancora una volta la messinscena globale nella sua desolante realtà; sicuramente gli utenti cinefili non mancheranno di ripercorrere i percorsi virtuali della Grande Palla su cui sono stati girati i loro films preferiti, visitando i vari sets cinematografici che sono stati allestiti in fondo al cielo nel corso del tempo, ma sarei pronto a scommettere che molti di loro trascureranno completamente il Set dei Sets visto in apertura, la location cosmica che fu prescelta dalla produzione nel '500, e non è mai cambiata da allora. Del resto, nel "gioco" di Google essa ha lo stesso ruolo introduttivo che ha nelle produzioni della Universal, è soltanto il preambolo, e un promemoria per lo spettatore, che non mancherà di ricordare all'istante il fatto di trovarsi in precario equilibrio su una Grande Palla che gira a 1000 Km all'ora sul proprio asse... orbitando attorno ad una Grande Palla di Fuoco nel buio vuoto dello spazio esterno, etc., etc., etc...
E dobbiamo ammetterlo, a volte bisognerebbe proprio essere ridotti al punto di credere a certe cose, per potere apprezzare certi prodotti della Industria delle Armi di Distrazione di Massa che ci vengono rifilati oggi.
Merita una nota la intraducibile ambiguità del verbo Inglese "to play", che vale tanto per "giocare" quanto per "recitare", e che nel caso di Google Play è magnificata ulteriormente dal soggetto del gioco, il "mondo", poichè la frase del suo titolo, "Play the World" si può intendere come un velato rimando -fuori luogo qui, e certamente involontario- al concetto Induista del "Līlā", il quale condivide il significato proprio del termine Māyā -degenerato nel corso dei tempi da "forza creatrice" a "illusione materiale"- di simulazione, riferito ovviamente alla manifestazione cosmica per come esperita dall'essere umano sul Piano Terreno. Ovvero, come vediamo sintetizzate nelle "moderne interpretazioni" citate da Wikipedia, "Dio diviene il mondo il quale, infine, diviene ancora Dio" (The Tao of Physics di F. Capra)
Non so a quale Figura della Terra nota voglia ispirarsi il dio-lettore di questo post, nella interpretazione, o nel mero svago della propria "creazione artistica" di questo mondo, nel set universo allestito nella sua propria mente; per quanto riguarda il blogger, a costo di riuscire oltremodo piatto, eviterò di apparire come un pallone gonfiato, come invece sembrano preferire tanti, e troppi personaggi più o meno famosi di oggi, per qualche inspiegabile motivo.
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