Cerca su VerOrizzonte

sabato 10 giugno 2017

Il Sé Del Giorno

Il disagio del Sig. Umberto Ricci:


è il mio disagio.

Il Sig. Ricci rilancia in risposta al mio avviso di bloggaggio con questa image macro:


"Da 400 KM -- da 40 KM"

I prodigi della Grande Palla di Terra però hanno smesso di stupirci da qualche tempo, perché sono sempre gli stessi; quando non è il vecchio trucco all'occhio di pesce, è CGI; il trucco c'è, e si vede, come ho già scritto in proposito. E a quanto pare la gente guarda, ma non vede nulla.
Eppure, qualcuno scrive sul muro:



E ringrazio anch'io il Sig. Iocolano per il suo commento, perché da tempo immemorabile avevo intenzione di aggiungere anche questo tassello al Grande Gioco di Parole, ma la cosa mi era sfuggita fino ad ora. Questo dettaglio della lingua Francese è particolar-mente significativo; e forse spiega in parte lo stereotipo del Francese stizzoso e arrogante verso il resto del mondo; chi vive in Francia inevitabilmente SA che ogni "personne" al mondo è "nessuno", perché anche in Francia il sostantivo per definire un individuo è derivato dal Latino per "maschera", cioè persona, utilizzato però come pronome per "nessuno".

Scopro ora su Wiktionary che la forma Inglese "person" è anche rispettivamente la forma singolare accusativa in Esperanto e la genitiva in Finnico della parola "PERSO", con lo stesso significato del nostro "persona"; e anche questo è un indizio per quel "nessuno" Francese che in Latino continua a essere una maschera.
Perché questo mondo è un gioco di parole; in principio era il Verbo e pertanto la verità equivale alla fine, non è compresa nel nostro alfabeto, ma in compenso è un singolo numero; lo 1, rispetto al non-numero 0 che de-finiscono l'IndiviDUO.
Possiamo dire tutti che: "I-0 SO".

Un altro indizio:




Trad.: Repubblicano dello Stato del Wisconsin: 'La
Terra Ha 6000 Anni, Questo E' Un Fatto"

Mr. Kremer è definito qui  "Estremista Cristiano documentato e un buffone intellettualmente incompetente" ma io sospetto che la sua affermazione sia meno risibile di quanto possa sembrare a molti. O ai più. 
O a tutti.

Un certo Mr. Lonergan commenta:
"So, God created the world around the same time the Sumerians were busy inventing writing?"
(Trad.: "Allora, Dio creò il mondo circa allo stesso tempo in cui i Sumeri erano impegnati a inventare la scrittura?")
E la risposta è sempre quella apocalittica di "Giovanni": in principio era il "Verbo" (Logos). 
E non il Big Bang; come oggi sostiene anche il papa, suggerendo che "dio" ha creato il "big bang",
L'uomo creato "con l'argilla" nel racconto mito-logico e "biblico" fu de-scritto "nell'argilla" delle tavolette degli scriba Sumeri; che questo sia avvenuto 60 o 600 o 6000 anni fa, non cambia di una virgola la sostanza dei fatti. Dal canto suo, "The Lutheran Church—Missouri Synod non ha una posizione ufficiale sulla precisa "età della terra" da che la Bibbia stessa non dice quanto sia vecchia la Terra." (Trad. mia)

Il disagio di 2-D:


[Intro]
Okay, last time
This is drugs
This is your brain on drugs
Any questions?


[Chorus]
I was gone with the self of the day, gone
With the self of the day, gone
With the self of the day, gone
Gone, gone, gone
I was gone

[Verse 1]
I'm back, where are we goin'?
Seem to get tired of the mornin' dawn
With a basin on my head
I'm missin' all that I used to know, then
I get the kids to go, and I get
Up on with certain dread
And when I see the kissing down below
Easy life, I get right

[Chorus]
I was gone with the self of the day, gone
With the self of the day, gone
With the self of the day, gone
Gone, gone, gone
I was gone

[Verse 2]
I get dropped from where I belong
I take my pills and I get in the mood and I
Take five to get it to load in

Even in the place
And I get my jeans on right
And sit in the rows and
Inside I live in a cage and I

Peek out and summon the code and I
Enter the lake to face what I'm cagin'

[Chorus]
Gone with the self of the day, gone
With the self of the day, gone
With the self of the day, gone
Gone, gone, gone
I was gone

[Bridge]
She gave me sleeping powder
I was gone
Gone, gone, gone
Ahh!

[Chorus]
I was gone with the self of the day, gone
With the self of the day, gone
With the self of the day, gone
Gone, gone, gone, gone
I was gone

(https://genius.com/Gorillaz-sleeping-powder-lyrics)

Il commento del Sig. Susca mi ha portato alla lettura di questo articoletto di un blog dedicato a "Il Crudo e il Cotto" di Claude Lévi-Strauss -- da cui cito:

"le opposte categorie di crudo-cotto, fresco-putrido, bagnato-bruciato – al pari dei segni linguistici – costituiscono schemi simbolici rivelatori con cui legare natura e cultura, cioè capaci di svelare il senso attribuito alla realtà."

Perché, se ne deduce, la realtà non ha alcun senso; almeno per chi non è in grado di svelarlo attraverso uno schema simbolico; cosa è uno schema simbolico, in essenza? E' uno schema composto da più simboli, qualunque cosa essi de-finiscano nell'insieme; in una parola, è una parola.
"Tutto" è una parola; ogni cosa è de-finita in un "termine", ovvero una parola.

Si dovrebbero de-finire anche delle categorie per ciò che siamo abituati a considerare il nostro nutrimento, che chiamiamo "cibo", e che del regno vegetale distinguiamo prendendo tutto per buono, con ogni possibile preferenza sviluppata e mantenuta a livello "scientifico", nutrizionale, oppure istintivo, o semplice-mente seguendo il gregge dei consumatori globali.

Consideriamo questa mini-tesina casuale del Prof. Crippa:
Bisognerebbe innanzitutto ri-de/finire il concetto stesso della alimentazione, secondo il principio dell'unica dieta davvero "naturale", che è quella cosiddetta "pranica" dei respirariani, composta perlopiù di aria; di fronte al nutrimento puro del Prana, proprio come l'energia "eterica" di Tesla che egli trasformava in "elettricità esterna" (rispetto alla nostra "interna") e come la "forza" dei film di Lucas, essa è ovunque e impregna ogni cosa; di fatto, è la causa primaria e insensibile di tutto ciò che per noi è sensibile e che consideriamo "reale"; è lo stesso concetto del qi Orientale e del pneuma Occidentale, il quale "ha avuto un uso nelle dottrine filosofiche attraverso i secoli seppur legato al significato originale di volta in volta veniva declinato in base alla dottrina filosofica o religiosa che lo inquadrava nella propria dottrina." (Wikipedia)

Sono ormai convinto che questo sia l'unico cibo davvero necessario all'essere umano, e che il degrado di ogni possibile civiltà del passato fino alla grottesca parodia del "mangia-mangia" odierno, sia derivato da questa intossicazione cronica dell'umanità, che provoca le reazioni più imprevedibili e nocive a livello mentale, cerebrale e fisico; una volta ri-definita la abitudine della assunzione delle più svariate sostanze vegetali (tenendoci al di fuori dei minacciosi confini della società sarcofaga) comune-mente definite nel loro insieme "cibo", possiamo innanzitutto contemplare più chiaramente il fenomeno del pane come sinonimo di "cibo quotidiano", della pasta come base della "dieta mediterranea", e di ogni altro prodotto alimentare contenente glutine, e gliadina, la non-troppo-famosa "narcoproteina" classificata come pseudo-oppiaceo. 

Senza addentrarci nel labirinto delle dipendenze abituali, o abitudini tossicologiche del consumatore medio, nelle questioni gravi come gli zuccheri raffinati, gli eccitanti e la Madre Di Tutte Le Droghe (l'alcol) questa realtà chimica del cibo, e del cibo Italico in particolare, ri-definisce necessariamente l'approccio con la sostanza, il "farmaco" che per qualche motivo non dovrebbe avere alcun effetto collaterale indesiderato, malgrado questo sia il principio stesso del ϕάρμακον, in tutte le sue straordinarie trasformazioni semantiche nel corso dei tempi: il suo principio è sempre quello di una medicina che intossica, o di un veleno che guarisce, in ogni possibile sfumatura e misura concesse dal regno vegetale, dalla cicuta all'acqua di cocco, e dal ricino all'aloe vera.
C'è chi muore mangiando arachidi, per uno shock anafilattico, e chi invece di arachidi ne mangia da morire. Sono fatti che danno da pensare.

Come ho scritto prima in un commento, non esiste una cultura più o meno religiosa della cannabis in cui l'intossicazione avvenga per "via orale", ovvero con l'ingestione della pianta anziché l'inalazione del fumo di combustione delle infiorescenze, malgrado sia ben accertato l'effetto ancor più profondo, "viscerale" di chi ha mangiati dolci all'hascisc o simili preparazioni culinarie contenenti "marijuana"; il consumo della pianta sacra è strana-mente assimilabile al concetto tradizionale giudaico dello "olocausto", che in Greco sta per "bruciato completamente, del tutto", ed è lo stesso in India, dove si usa la pipa tipica chiamata "cilum" come presso gli "Indiani d'America", che nella loro mistura di erbe magiche includevano talvolta la Canapa, da condividere nel fornello della Pipa Sacra; lo stesso accadeva con i bracieri nei templi dell'antichità Occidentale e Medio-Orientale e di questi aspetti storici invito a leggere i dettagli ne L'imperatore Non Ha Vestiti nella mia traduzione. 

Seppure la medicina ufficiale ancora all'inizio del XX Sec. -e fino al '37- ne facesse estratti che poi venivano venduti mischiati ad alcool e/o zucchero (che è la strategia infallibile del medico di "indorare la pillola" con una doratura altamente tossica) al paziente, che tendeva ad abusarne, dimostrando la possibilità di assunzione dei principi attivi per vie apparentemente meno dannose -e anche meno complicate- questa sorta di "tradizione" è sempre stata la più diffusa a livello di consumo rituale tanto, che come tale, è mantenuta dai consumatori attuali di cannabis in tutto il mondo. 
 E' soltanto un altro stupido errore dell'umanità, destinato a ripetersi all'infinito da chi lo commette ogni giorno, oppure l'intossicazione da ossidi di carbonio è parte della cerimonia, e di una pratica di ordine essenzial-mente più alchemico che non meramente chimico?
E forse entrambi gli ingredienti, il combustibile e la combustione dello "olocausto", sono responsabili degli effetti (da) sempre apprezzati di questo "sacrificio sconsacrato"?

In ogni caso, la  modalità di assunzione del farmaco è determinante nel nostro approccio; per qualcuno l'idea dell'iniezione è spaventosa, per altri lussuriosa; l'idea di "mangiare una droga" suona paradossalmente "strana", in un Paese dove si consuma gliadina a tutto spiano, da mane a sera, e per quanto "pseudo", essa ha le sue brave caratteristiche "oppiacee" perfettamente funzionanti sui nostri recettori oppioidi, nei nostri visceri superiori e inferiori; sul fatto che siamo tutti drogati pesantemente non sia ha la benché minima coscienza, malgrado ci si basi sulle informazioni riportate da ogni enciclopedia, compresa quella libera, e gratuita, e non sui siti dei "teorici del complotto".

La cerimonia dell'intossicazione, opposta a quella della celebrazione del cibo, e quindi della "natura", appaiono inconciliabili nella nostra logosfera, in cui il Mito della Morte abbraccia ogni cosa, travestito da Mito della Vita.

--

Ora, dopo averlo descritto nei particolari, la mia esistenza che si era interrotta lasciandomi in una sorta di limbo mnemonico per qualche ora disperata è ripresa nella condizione illusoria originale, per cui questa "realtà" appare distinta e differenziata in modo essenziale dal "sogno"; ma è ripresa dopo un evento che per quanto possa apparire irrilevante ai non-superstiziosi riconferma in maniera simbolica il reale significato della super-stizione, che per definizione sta al di sopra, e come si è visto questa è pure l'etimologia dell'incubo, che sta sopra rispetto al succube, sotto-messo.
Invero una strana combinazione, o "coincidenza", nello stesso mondo in cui la superstizione religiosa ha tramutate in masse amorfe miliardi di cittadini apparente-mente capaci di ragionamenti logici e pensiero critico; perché per il cristiano la transustanziazione è un dogma (di tipo alimentare) e per accettare questo senza riserve, come richiede la indiscutibilità della legge religiosa, occorre essere seriamente disturbati, o come direbbe il Sig. Ricci, "disagiati mentali".

Questa è una Altra Vita, quindi, che mi ha di-mostrato ancora una volta come questa Qui e Ora sia la più incredibile esperienza, -in senso letterale- indefinitamente superiore alla somma di ogni sua parte, che sia un giorno, oppure un anno, o un atto dei 4 atti Classici a cui corrispondono le età dell'uomo, di ogni possibile "senso" si voglia dare a questa struttura crono-logica che è il fulcro della nostra illusione spaziale, o "dimensionale". Per me è certo che è possibile annullare questa illusione, e osservare la Scena così come E', una sequenza di informazioni percepibili come "colori" nella completa assenza di "spazio", la Uni-Dimensionalità del Tutto, che ho paragonato prima ad un "libro animato" con la tecnologia genetica della "vita", riconoscibile e inconfondibile nella matrice frattale di ogni forma "naturale".

Il TUTTO stesso dunque, in termini matematici, riconduce alla realtà Unica, dello Uno e dello Zero (o non-Uno) che ognuno di noi rappresenta in quanto "I-0", e  porta alla ovvia conclusione che la "natura" sia una creazione, un artefatto, apparentemente un sistema biologico chiuso alimentato da un flusso elettro-magnetico alternato in cui ogni singolo è un sistema indivi-duale funzionante secondo la stessa ; questo flusso è lo stesso concetto del "prana" del "qi", del "pneuma" o soffio vitale, o forza che pervade tutto e ogni cosa, e tutti noi. 
Il termine "forza" che ricorda la versione "fantascientifica" dello stesso concetto nei films di Star Wars ("The Force"), è utilizzato anche per descrivere la infame "forza di gravità", e ogni altra possibile forza -anche reale- nelle scienze naturali; la mia idea personale è quella di una TENSIONE isolata a livello energetico, la quale crea una pressione interna in un vuoto, e così si "divide il cielo dalla terra", e il tutto dal nulla.

Questo concetto del pneuma, che "ha avuto un uso nelle dottrine filosofiche attraverso i secoli seppur legato al significato originale di volta in volta veniva declinato in base alla dottrina filosofica o religiosa che lo inquadrava nella propria dottrina" (sempre Wikipedia) oggi viene menzionato nella misteriosa logosfera cattolica soprattutto nel contesto meccanico, quando occorre cambiare una gomma dell'auto, e allora si parla di qualcosa di pneumatico. Cioè, relativo all'aria; oppure del martello pneumatico; quella è tutta la "aria" che si respira nel mondo delle automobili, del motore a scoppio, delle peggiori tecnologie mai escogitate per il tornaconto di molti e il danno di tutti. Nessuno parla mai del pneuma, se non ha lezione di filosofia, o di religione, e simili nozioni sono tutte poste allo stesso livello del Piano Terreno, che per la scienza è quello di un pallone rotante nel vuoto. 
Ma non pneumatico. 

Nessuno parla del qi, o del prana, ma nemmeno del mana, del wakan, e di ogni altro nome che è stato dato all'unica, singola forza primaria che possiamo misurare e accumulare, trasformare e trasmettere. e che soprattutto rappresentiamo, senza conoscerne la fonte, con questi nostri corpi che esprimono ogni nostra volontà trasmessa per impulsi elettrici dal cervello ai nervi, ai muscoli. la lingua che parla o le mani che scrivono, e ogni nostra espressione di "vita" che si manifesta con il movimento e la azione fisica.


AZIONE!!

Forse in effetti siamo simili agli anima-li delle specie terrestri, ma come ognuno di loro siamo alimentati a corrente, e già questa consapevolezza dovrebbe ispirare una riflessione profonda.

Perché siamo già alimentati, in qualche modo, e ad ogni modo; siamo animati, appunto, o animali.
Perché dobbiamo "sovralimentarci" come facciamo abitualmente, per creare squilibrio e degrado in misura sempre maggiore, fino al collasso del sistema?
Siamo composti in gran parte di acqua, perché dovremmo avere bisogno di altro, a livello fisico, per restare organismi funzionali composti in gran parte di acqua?
Una volta rivelato come tale il mito delle proteine, perché dovrei credere in quello degli amminoacidi, più o meno "essenziali"?

Perché dovrei credere -e non altro-  ad una singola parola di questo mondo-di-parole?

Il fatto è che se pure fossimo androidi come quelli del serial Westworld, ognuno programmato per fare la sua parte nel teatrino prefabbricato della parrocchia di appartenenza, saremmo anche programmati per credere di essere "naturali", parte integrante, seppure inspiegabilmente isolata, di un "ambiente" - o scenario- "naturale" -- la letteratura e il cinema di "fantascienza" ci hanno offerti i più svariati esempi di questo paradosso che io ritengo il più prossimo alla nostra "realtà".
Di "replicanti" di noi stessi.
Come avevo già concluso altrove, non importa il materiale, per cui noi siamo disposti ad accettare tessuti muscolari e connessioni neurali, "carne e ossa", distinti dal legno e dal metallo, come i principi che rendono in qualche modo assoluta la realtà di un uomo distinto dal burattino e dal robot; come nel capolavoro massonico ed esoterico del Collodi, Pinocchio ha la volontà di divenire un "vero bambino" e al termine di tante fiabesche e simboliche avventure riuscirà nel suo intento, questa è la sua "realizzazione", cioè del divenire "reale" rispetto al suo ruolo teatrale (rappresentato dalla prigionia del Mangiafoco); ma Pinocchio è la storia di un pezzo di legno, e questo è il messaggio che sembra essere sfuggito a tanti, da far pensare che la loro testa sia fatta di Pino, proprio come quella del burattino che si muoveva senza fili. Del resto, il Collodi conosceva già la fiaba dell'uomo di argilla, descritta nell'argilla, perché la sapeva lunga.

Il legno marcisce, il metallo si arrugginisce, "carne e ossa" subiscono processi di deterioramento irreversibile a livello "cellulare", che infine provocano un malfunzionamento dell'intero sistema, e la sua cessazione.
Ma cosa causa il deterioramento di un sistema isolato, se non il suo stesso uso? E di un sistema che in gran parte è impegnato nella trasformazione di energia, da materia solida a impulsi elettrici, quale potrebbe essere la causa primaria del deterioramento, se non la famosa seconda legge della termodinamica?
Se prendiamo per buona questa fisica "tradizionale" che è essenzialmente una "scienza per le macchine", nata in piena espansione o "rivoluzione" industriale, a sostegno di quei principi che ancora oggi ci impongono il motore a scoppio nell'auto e la cucina a gas, e le centrali a carbone (e i dinosauri nei musei e nei films=) la Alimentazione della Macchina è la causa primaria della sua usura, quale che sia l'uso che ne facciamo. Perché la macchina funziona, in ogni caso, anche mentre "non fa nulla"; il corpo umano smette di fare qualcosa quando l'uomo smette di vivere, ma fino ad allora non fa altro che funzionare. Cioè. vivere. Malgrado tutto.

La consapevolezza "respirariana" è questa, della intossicazione quotidiana che viene simbolica-mente rappresentata durante la Finzione Religiosa cristiana, con il rito della "comunione" che accomuna tutti nella parodia del rito sacro, dall'antichità "pagana" e sciamanica, alla "simbologia allegorica" del pane di frumento > glutine > gliadina > PSEUDO oppiaceo, rispetto alla genuina cerimonia di intossicazione rituale propria delle culture esoteriche e tribali; questo rito è nel contempo la parodia della cerimonia del pasto quotidiano, durante la quale oggi il consumatore medio commette crimini atroci contro di sé e diversi altri individui dai quali derivano i suoi "prodotti alimentari", e ignora completamente il significato rituale del suo proprio sacrificio, commesso con la convinzione di ottenere energia, e costringendo però l'organismo ad utilizzarla per trasformare l'oro (del grano) in letame.

E infine, come può chi è giunto a tali conclusioni insistere nella propria dipendenza volontaria, conoscendone gli esiti invariabilmente nefasti?

Domanda retorica, forse la più retorica di tutte le domande.
Non è la più esotica delle mie alternative.

Strano, che il concetto di "tensione" e di "pressione" siano l'opposto di ex-stasi (der. di ἐξίστημι «mettere fuori» e, come intr. e nel medio, «uscire di sé» - Treccani.it) e di ex-pressione... E questa è proprio la espressione che utilizzai (anche) l'anno scorso per descrivere la sublime esperienza del digiuno, una estasi in continuo crescendo, qualcosa che per me era inimmaginabile malgrado si trattasse soltanto -nella prospettiva respirariana- della prima fase, di "riassestamento" dell'organismo e di liberazione dal "peso" costante e del logorio continuo...

L'amico Webrasta intanto è vivo e sta bene, abbastanza da formulare pensieri intelligibili; riporto volentieri il suo ultimo messaggio in merito alla sua scelta nutrizionale:

"Nessun aggiornamento eclatante sulla dieta (che non seguo): alterno periodi +/- lunghi di astinenza (4-6 gg) a episodi (1-2 gg) di alimentazione (qui qualcuno riderebbe, visto il mio "menu" :). Posso però confermare una cosa riferita da Pilartz nell'intervista, cioè la constatazione che subito dopo l'assunzione di cibo il corpo vuole evacuarlo, a conferma del ns sospetto che sia più veleno che nutrimento. Qualche vampata di calore, senso di "fame riflessa" - attivato da vista-olfatto come reazione alle altrui preparazioni, non fame vera e propria, che cmq si trasforma quasi immediatamente in fastidio-nausea - e molta, molta introspezione. Tanta, che ho il sospetto che quando mangio lo faccio più per abbassare la frequenza operativa (raffreddare "la rete") più che per un'effettiva necessità fisiologica. Ciò sembrerebbe confermare che la difficoltà maggiore al conseguimento della cd Liberazione sia una questione di energia psico-nervosa necessaria per affrontarla/sostenerla più che di limitazioni mentali o "spirituali": il terrore di scoprirsi infinito..."

Tre punti che trascendono le capacità di comprensione di un organismo de-finito "umano"...
Adesso che lo "spirito santo" ha ri-de/finita ancora la mia visione delle cose, e ho finalmente una vera nuova canzone dei Gorillaz da ascoltare, dovrei escogitare qualcosa di definitiva-mente Nuovo, anch'io.

5 commenti:

  1. Mi trovo al momento al mio 10 gg di digiuno che è l'ennesimo di molti altri e posso confermare quanto scritto da Webrasta...

    Posso altresi confermare che appena si riprende a mangiare, il corpo pare voglia espellerlo subito... io quando mi alimento cerco di farlo a sola frutta, e interrompo generalmente i periodi di digiuno con estratti freschi di frutta... ma anch'essi sembrano voler essere espulsi immediatamente, e ci vuole un po' di tempo affinchè il tutto si stabilizzi e non spurghi più i succhi anche dalla lingua o dalla gola

    RispondiElimina
  2. segnalo:

    https://www.luogocomune.net/LC/index.php/forum/fenomeni-inspiegabili/119-terra-piatta?start=1890#9664

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ringrazio per il commento, che ho citato nel blog, e complimenti per la tua scelta davvero rivoluzionaria. Tienici informati... a presto!

      Elimina
  3. Da parte mia posso dire, in questa "vitale" discussione, che mente e corpo devono armonizzarsi.
    Se il corpo è vuoto di cibo
    Anche la mente lo deve essere dall'Ego
    Lo strumento musicale suona bene solo se è vuoto!
    In passato ho fatto digiuni anche io assaporando estasi di pace assoluta.
    Ma se poi ho fatto "passi indietro", ora penso di saperlo, era perché la mente era indietro.
    Nel mio caso sarà quindi un percorso graduale, dal crudismo frutta e verdure al prana, consapevole che sarà semplice solo se non ci sarà fretta.
    Un abbraccio a tutti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Abbiamo mangiato per secoli... qualche settimana per smettere di farlo è necessaria =) La buona stagione aiuta anche in questo, non sentiamo il bisogno della illusione delle "calorie".. Solo frutta, niente fretta =)
      grazie per il commento e a presto

      Elimina