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giovedì 10 marzo 2016

Medicina da ridere

In un mondo-di-parole come quello in cui si vive Qui, e Ora, le parole dicono TUTTO quello che c'è da sapere; quello che poi si SA effettivamente dipende molto dalla intuizione istintiva, da quel "Nous" che secondo Anassagora era il "re del cielo e della terra"; si tratta di uno "spirito" assimilabile al concetto della "coscienza" umana, un termine abbastanza simile a "conoscenza" la quale, come ben sa il lettore di VerOrizzonte, può di fatto corrispondere al contrario della "verità" che esiste solo nella realtà dei fatti.

Esistono piante i cui effetti sono stati definiti, con dei neologismi classicheggianti molto efficaci, "psichedelici" e finanche "enteogenici"; i primi, che "rivelano l'anima", gli altri che "contengono dio". Sono paroloni immensi, praticamente inestimabili, ma li ho rispolverati volentieri dopo aver letto questo articolo:


Ovvero: "Tutti gli usi della Cannabis sono Medicinali. 
Anche se l'utente li identifica erroneamente come "ricreazionali"

Ora, la marijuana (infiorescenze di canapa secche) può essere considerata una "sostanza psichedelica", e se esiste un attributo più sacro di questo sarebbe difficile per l'individuo stabilirlo da sè, potendo affidarsi soltanto a quella stessa "psiche" -anima e/o mente- che dovrebbe contemplare il concetto nel suo insieme; del resto, la si potrebbe ugualmente definire "enteogenica", aggettivo che viene riservato in genere agli allucinogeni più potenti, se questa provocasse esperienze 'psichedeliche' di tale entità da produrre una frenesia teologica nella mente del soggetto.
E' un mondo di parole, lo sappiamo.

La cannabis è sempre stata parte della "intossicazione benefica" rituale di infinite civiltà precedenti la nostra, così come ha sempre partecipato della farmacopea mondiale, dall'alba dei tempi, fino al 1937; il fatto che qualcuno oggi la possa definire "ricreazionale" è un paradosso che può avvenire soltanto in piena era proibizionista, dove il semplice attributo "legale", di droga, mette sullo stesso piano cannabis, papavero e coca, ridotti ai loro princìpi attivi -così come la pianta che è polverizzata- e spogliati completamente del loro valore sacro, di conseguenza ad un abuso che inizia dal significato stesso di queste specie particolari, nello sterminato vocabolario del regno vegetale.
Questo soltanto per ricordare all'utenza, che se ne abbia coscienza o meno la cannabis, come ogni pianta, e più di ogni pianta, è sempre "medicinale" in ogni occasione, e il suo valore in quanto "pharmakós" sarà per noi sempre inevitabilmente assimilato ad un potere "teurgico", da che non sappiamo (più) riconoscere la sacralità della nostra stessa natura; e pertanto è un valore "sacro", per come dovrebbe esserlo per tutti istintivamente, immediatamente ri-conoscibile secondo l'unico metro valido, che è quello naturale.

Il fatto che una pianta guarisca tanti mali, ne fa immediatamente una pianta "sacra", per quello stesso soggetto pensante che ne trae beneficio; è certamente un beneficio tale che può provocare uno stato euforico, molto comune nei consumatori occasionali, ma che questo possa giustificare un "uso ricreazionale" di quello che al contrario, letteralmente, "rivela la anima" del fumatore, non è soltanto "the most detrimental phrase our industry faces today" (la frase più deleteria che la nostra industria debba affrontare oggi) ma è un sintomo lampante della superficialità con cui si affronta un argomento che in primo luogo non si dovrebbe associare all'industria -cioè cosa fare della pianta dai 1001 usi- senza averne prima fatta una scienza, ovvero avendo sviluppata al massimo grado la conoscenza, e quindi la coscienza, di una pianta che si può impiegare in 1001 modi diversi, ottenendo sempre il migliore dei risultati dall'edilizia alla PMS; con questo tipo di approccio, io ritengo, non ci sarebbe più bisogno di articoli simili, nemmeno in quei paesi abbastanza "civili" da avere approvato il paradosso etremo, per cui è permesso ai terricoli abitanti una particolare area del mondo di utilizzare nuovamente una pianta che è sempre stata utilizzata da tutti i terricoli da sempre per 1001 usi, compreso il vivere.

Alla fine, anche il salice è sacro, benchè l'aspirina (acido salicilico) sia ormai una sostanza d'abuso, e uccida migliaia di persone ogni anno; e così come il salice rimane sacro da sempre perchè la sua corteccia sconfigge l'emicrania, la canapa dovrebbe innanzitutto esser considerata sacra perchè sconfigge 1001 malattie -cancro compreso- e poi si potrebbe parlare di ogni possibile industria fondata sul suo sfruttamento massivo; ma il fatto che sia effettivamente utilizzabile in 1001 modi oltre ad essere una pa/na/c/e/a non dovrebbe  comunque svilirla tanto da poterla considerare esclusivamente per il suo uso "ricreazionale".  

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