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giovedì 14 aprile 2016

Figure universali

Nel 1885 un certo Prof. di Greco alla Yale University, di nome L.R. Packard, scrisse un tomo "di oltre cinquanta pagine in ottavo" (oltre 800 pagine) a titolo The Cradle of the Human Race ("La culla della razza umana") nel quale a suo dire una "esposizione basata su una disamina critica di ogni dato cosmografico tratto dai poemi omerici, e sullo studio di tutte le spiegazioni che precedenti interpreti di fama hanno pubblicate", menavano alla drammatica conclusione che la terra descritta da Omero nei suoi poemi fosse sferica (!!!)

Questo episodio è riportato (p. 71) in The Earliest Cosmology


il quale, come vediamo qui sopra, ha il brutto difetto di essere stato scritto da un membro della ROYAL Asiatic Society, e della American ORIENTAL Society, oltre che ex-rettore della Boston University; chi sa fare 2+2 ha già capito di chi, o COSA stiamo parlando.
Questa, per quanto anedottica, e marginale rispetto alle Grandi Messinscene Storiche di cui tutti sappiamo, è la solita vecchia storia, per cui la "scoperta" di un singolo ricercatore (in questo caso, la sua interpretazione) dà origine ad una teoria supportata da un'opera che se non è una pietra angolare della letteratura si potrebbe comunque considerare valida in architettura; e nel giro di due pagine qui, per mano dell'illuminato Warren, l'ipotesi diviene "dimostrazione" e "tanto convincente che molti eminenti studiosi su entrambe le sponde dell'Atlantico" la accettarono subito, quando già l'autore la menziona come una "nuova dottrina".
Non sappiamo quanto in realtà la monumentale opera di Packard, anche grazie al prezioso contributo di Warren, abbia influito sulla diffusione di un simile mito moderno nei programmi educativi dei secoli successivi; certamente è una curiosità degna di menzione qui così come lo è l'opera stessa, la quale ci offre dei grafici interessanti sul soggetto del titolo che incollerò di seguito; dobbiamo perlomeno notare che nel corso di questo blog abbiamo già menzionato Omero in merito alla "ferrea volta", e alle descrizioni "poetiche" di un cielo alternatamente di ferro e di bronzo, che sono comunque assimilabili alla figura tradizionale della "vòlta celeste" -compresa quello biblica, ove è definita "specchio di metallo fuso"- delle stesse cosmologie primordiali descritte nel resto dell'opera di Warren.

Certo questo blogger non sarebbe in grado di dimostrare la medesima costanza del Prof. Packard, mettendo assieme tante parole da riempire più di cinquanta pagine in octavo a sostegno della sua personale teoria sulla esistenza di una vòlta celeste comune nelle cosmologie dell'antichità, e per questo forse L.R. divenne professore di Greco a Yale, mentre io sono un blogger. Ma questo non mi trattiene dal cercare di figurarmi un mondo sferico, sormontato da una volta celeste; perchè se la "simbologia poetica" omerica descrive in più occasioni un cielo "metallico", tale figurazione "simbolica" e "poetica" non può essere solo accidentalmente identica a quella che altrove, ovunque, dall'inizio dei tempi, nella gran parte delle civiltà antiche e coeve di Omero, era concepita come un piano racchiuso da una cupola, e pertanto se vogliamo accettare anche noi -da questa sponda dell'Atlantico- la "dottrina" packardiana, considerando valide le suddette definizioni di Omero stesso, e dell'intero corpus astro-mitologico mondiale precedente e suo contemporaneo, dobbiamo anche riuscire ad immaginarci un globo sottostante ad una vòlta celeste, di un dato metallo, o minerale riflettente, a scelta.

Simili sforzi di immaginazione possono impegnare le menti degli studiosi per la loro intera esistenza, ma è subito chiaro, dalle parole stesse di Warren, che tale "dottrina" può esser soltanto "accettata" (accepted) in quanto tale, e dal momento che non abbiamo accettata la Teoria Eliocentrica da principio, non ci resta che esaminare le parti valide della suddetta opera, che come nella nostra personale preistoria consistono della parte grafica, cioè delle figure:



LO UNIVERSO BABILONESE
(Illustrazione delle pagg. 33-40)
La linea verticale centrale è l'asse polare dei cieli e della terra. Le due piramidi a sette gradini rappresentano la terra, la prima è la residenza dei viventi, quella sottostante la residenza dei morti. Le acque che le separano sono i quattro mari. I sette globi omocentrici sono rispettivamente i domìni e le residenze speciali di Sin, Shamash, Nabe, Ishtar, Nergal, Marduk e Ninib, essendo ognuno di essi un "dominatore mondiale" nella sua propria sfera planetaria. La più esterna della sfere, quella di Anu ed Ea, è il cielo delle stelle fisse. L'asse dal centro allo zenith segna "la via di Anu"; l'asse dal centro al nadir "la via di Ea".




UNIVERSO DEGLI EBREI Secondo Whitehouse
con "acque sopra il firmamento", un "rakia", o "firmamento" contenente stelle, sole e luna, e comprensivo di "finestre", poggiato sulle cime dei monti;  sotto il piano terrestre, si apre la voragine dello Sheol, o Ade, regno di Abaddon; e infine al di sotto di ogni cosa giace il grande abisso che qui è indicato con i nomi di origine sumero-babilonese Apsu/Tiāmat -- da notare i nomi dei "mostri" marini, Rahab, "personificazione poetica del mare in tempesta" e "caos primigenio", e Leviathan ", "simbolo della potenza del Creatore" (secondo Wikipedia)


UNIVERSO DEGLI EBREI SECONDO SCHIAPARELLI

IL CIELO, LA TERRA, E GLI ABISSI
Secondo gli scrittori del Vecchio Testamento - Schiaparelli
ABC = il cielo superiore; ADC = la curva dell'abisso; AEC = il piano della terra e i mari; SRS = varie parti del mare; EEE = varie parti della terra; GHG = il profilo del firmamento o cielo inferiore; KK = i magazzini dei venti; LL = i magazzini delle acque superiori, della neve, e della grandine; M =  lo spazio occupato dall'aria, all'interno del quale si spostano le nuvole; NN = le acque del grande abisso; XXX = le fontane del grande abisso; PP = Sheol, o il limbo; Q = la parte inferiore di quest'ultimo, l'Inferno propriamente detto

Il seguente ritaglio è quello con la cosmografia Egizia secondo Maspero; lo riporto qui a titolo di mera curiosità, dal momento che è una figurazione quantomeno originale, benchè non ci risulti avere alcun fondamento nella realtà archeo-logica dell'antico Egitto; per quanto mi riguarda, è solo l'ennesima "follia scientifica" fin-de-siècle, tra le tante nate a cavallo tra i due secoli precedenti


UNIVERSO EGIZIANO
(secondo Maspero) Sezione tratta da Hermopolis. Sulla sinistra, la barca del sole sul fiume celestiale.


Come abbiamo già visto prima, l'universo dipinto dagli Egiziani era molto meno "geo-grafico":


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