in cui vengono rivelati alcuni degli "effetti speciali" -il green screen,aerei a gravità ridotta, permanenti ai capelli, e la stessa piscina gigante usata per gli addestramenti degli "astronauti"- utilizzati per fare orbitare la "Stazione Spaziale Internazionale" in mancanza di orbita terrestre -- e di stazione spaziale;
è un documento estremamente interessante, raccomandato a chiunque volesse comprendere la realtà delle "missioni spaziali" che si sono succedute a partire dalla famosa messinscena dell'Apollo; per chi non avesse il tempo di guardarlo, pubblico questi fermo-immagine che provengono direttamente dallo "spazio" (televisivo) in cui i vari comandanti della Stazione si sono succeduti; come possiamo vedere chiaramente, le MANI del nuovo comandante in carica sono sempre tenute nella medesima posizione -una sopra l'altra- che secondo Mr. Dubay sta per "il tempo è finito" nella gestualità massonica :
ovviamente il motivo del gesto non è di far capire all'ex-comandante che è tempo di smammare, quanto per MOSTRARE a tutti gli spettatori chi COMANDA veramente la "ISS";
e se non fosse ancora abbastanza chiaro, in chiusura ci pensa lui:
non conosciamo l'intero catalogo della gestualità massonica (perché non possiamo) ma non possiamo nemmeno negare che qui sopra tutti gli "ex" abbiano posizionate le mani allo stesso modo, e che siano ben visibili per la videocamera;
pertanto, anche chi poi continuerà tranquillamente a credere che esista veramente una "stazione spaziale" in orbita attorno alla Grande, Grande Palla, non dovrebbe più avere dubbi almeno a riguardo di chi la sta facendo "volare" nella sua mente, così come sugli schermi...
E questo indizio dovrebbe bastare all'individuo intelligente per comprendere tutto il resto.
Questa è l'immagine che pubblico più spesso, in risposta alle immagini della NASA condivise su Facebook:
il pianeta Pandora (quello del film Avatar)
... più realistico di "Terra"...
Addendum (del 4.12.2015)
a chiusura del post, questa imperdonabile gaffe dello "actornaut" di turno, Chris Cassidy, il quale sbadatamente rivela la reale posizione dello studio in cui si sta girando l'intervista; che è certamente "lo spazio", anche se è un punto molto più vicino di quanto lo spettatore si potesse immaginare:
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