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mercoledì 29 marzo 2017

Il Gran-de Dio Pan-e

[N.B.: il titolo del post è lo stesso del romanzo di Arthur Machen, trattini a parte; il nome Greco di "Pan" ( Πάν - "tutto") ancora agli inizi del XX Sec. era talvolta reso in Italiano come "Pane" - V. ad es. Del dio fauno e di suoi seguaci di Eduard Gerhard, pag. 31]

In senso stretto, tutte le forme di vita sono cristalline; questo ordinamento biologico basato sul carbonio è il principio di quella che diciamo vita, e sappiamo che il carbonio è la forma chimica della "bestia" di biblica memoria:

immagine: mostholyplace.com

"Il carbonio è un componente vitale di tutti i sistemi viventi conosciuti e senza di esso la vita come la conosciamo non esisterebbe. Esistono quasi dieci milioni di composti di carbonio conosciuti e molte migliaia di questi sono essenziali per i processi vitali e importanti per le reazioni a base organica."
(https://it.wikipedia.org/wiki/Carbonio#Composti_organici)

Struttura cristallinaesagonale
(Id.)

Questo "mondo" è cristallino ed è fatto di zucchero, come il Paese delle Meraviglie:
"Il glucosio (o "glucoso") è un monosaccaride aldeidico; è il composto organico più diffuso in natura, sia libero sia sotto forma di polimeri."
(https://it.wikipedia.org/wiki/Glucosio)

E a questo proposito, speculiamo un po' anche noi:
"Il glucosio è una fonte di energia onnipresente in biologia. Il motivo del perché sia esso e non un altro monosaccaride, ad esempio il fruttosio, è ancora oggetto di speculazione." (Id.)

Seguiamo ora l'indizio suggerito da Wiki, su Treccani:

"polìmero agg. e s. m. [comp. di poli- e -mero; cfr. gr. πολυμερς «che ha molte parti», comp. di πολυ- «poli-» e μέρος «parte»]. [...]
" 2. s. m. In chimica, nome generico di sostanze, naturali o artificiali, che risultano dall’unione (polimerizzazione), spontanea o provocata, di più molecole uguali (monomeri) o simili tra loro. A seconda del numero più o meno grande di unità strutturali che entrano nella costituzione della loro molecola, i polimeri si distinguono in oligomeri (dimeritrimeri, ecc.) e polimeri in senso stretto, o altopolimeri (o anche alti polimeri), costituiti, questi ultimi, da molecole (macromolecole) con peso molecolare che può superare il milione, capaci di dare soluzioni colloidali, per cui vengono anche chiamati polimeri colloidali. A seconda del modo di polimerizzazione, si hanno i polimeri per poliaddizione (v.) e quelli per policondensazione (v.); tra i polimeri naturali per poliaddizione, è la gomma elastica (caucciù); tra quelli per policondensazione i polisaccaridi, le proteine, gli acidi nucleici."
(http://www.treccani.it/vocabolario/polimero/)

e tornando a Wikipedia:

"Le proteine svolgono una vasta gamma di funzioni all'interno degli organismi viventi, tra cui la catalisi delle reazioni metaboliche, funzione di sintesi come replicazione del DNA, la risposta agli stimoli e il trasporto di molecole da un luogo ad un altro." (https://it.wikipedia.org/wiki/Proteine)

Replicazione?

"La replicazione (o duplicazione) è il meccanismo molecolare attraverso cui viene prodotta una copia del DNA cellulare. Ogni volta che una cellula si divide, infatti, l'intero genoma deve essere duplicato per poter essere trasmesso alla progenie (tramite mitosi o meiosi)" 
(https://it.wikipedia.org/wiki/Replicazione_del_DNA)

Passiamo al disegnino: la potenza della torsione che dà luogo all'idea della spirale, e la doppia elica del nostro DNA:
Di I, Madprime, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2497221
"Nel corso della replicazione del DNA, la doppia elica si divide in due; le basi azotate di ciascuna metà consentono l'accoppiamento con la base corrispettiva, formando così il filamento mancante"

..Qualche sospetto?

Ne ho appena scritto in merito del tesseratto e degli esseri viventi della tradizione giudaica; questa ne è le versione  letteraria, ovvero alfabetica, ovvero il LOGOS in forma biologica, espresso nelle quattro lettere A, C, G, T; 

"Dal punto di vista chimico, il DNA è un polimero organico costituito da monomeri  chiamati nucleotidi (deossiribonucleotidi). Tutti i nucleotidi sono costituiti da tre componenti fondamentali: un gruppo fosfato, il deossiribosio (zucchero pentoso) e una base azotata che si lega al deossiribosio con legame N-glicosidico."

Dove "glico[glìco] • Primo elemento di composti, particolarmente attivo nel l. chimico e medico, col valore di “zucchero” (glicogeno)" e il pane è in sostanza un glucide, o "carboidrato", cioè uno zucchero complesso. 

Possiamo approfondire iscrivendoci alla facoltà di chimica, ma leggendo qui continuamente di monomeri, polimeri e zuccheri nella descrizione dei processi primari dell'animale umano, della sua stessa costituzione chimica, ovvero di quei principi matematici che de-finiscono -in termini- le sue funzioni cellulari, e metaboliche in generale, ci possiamo fare un'idea meno sconclusionata di quella che viene comunemente dipinta, dell'essere umano; che è una forma carbonica cristallina sviluppata dalla torsione di una replica(zione) frattale infinita di sé stessa, un principio auto-ri-generante e -secondo le conclusioni meno note di Crick- di origine artificiale

Perché non è semplicemente difficile discernere e definire ciò che è naturale, trattando di noi stessi; è assolutamente, e inevitabilmente impossibile, e questo è il Grande Trucco, per quanto riguarda gli aspetti chimici, biologici, fisici e insomma materiali dell'essere umano. Siamo stati progettati per non poter comprendere noi stessi nemmeno al livello bio-logico più essenziale, senza parlare di quello meta-fisico, e occorre guardarsi veramente da lontano, per accorgersi che siamo qualcosa tra il Big Jim e un orsetto di gelatina alimentato a corrente.

del resto, "Le caramelle gommose e a base di gelatina si ottengono con 
l'ebollizione prolungata di pelle, cartilagini e ossa degli animali"... i conti tornano...

Ma intelligenti, certo; perché sappiamo qual'è il significato del "numero della bestia"...
Che è lo stesso del WWW nell'alfabeto Ebraico. Comunque.

Perché il pane è il "corpo di Cristo"? 
La risposta non è di tipo religioso, ma viene dalla tecnica della panificazione:
"Il glutine è un complesso proteico, formato da gluteline – che nel caso del frumento sono denominate glutenine- e prolammine – che nel caso del frumento sono denominate gliadine.
[...]
è un complesso proteico e nel caso del frumento è costituito da gliadine e glutenine. Per formarsi però ha bisogno di tre requisiti:1) tali proteine devono essere presenti nella farina; 2) alla farina va aggiunta acqua;3) a tale impasto deve essere fornita energia (impastatrice o forza delle braccia) affinchè il reticolo glutinico si possa formare.
 "E’ la presenza del reticolo glutinico che nel processo di lievitazione (fermentazione da parte del lievito di birra Saccarhomyces cerevisiae) permette l’intrappolamento dell’anidride carbonica formata e quindi la formazione dell’alveolatura e l’aumento di volume dell’impasto."
(http://www.universocucina.com/wp/il-glutine-nei-cereali/ -- e lo ricordo ancora, il nostro sistema immunitario possiede degli anticorpi anti-gliadina, a qualunque cosa possano servire=)

Non è quindi una similitudine di livello occultistico, e presumo che anche il panettiere se la possa cavare nella de-codificazione di questo simbolico pasticcio, con delle forme (di "pane" o di "vita") che sono prodotte dalla loro propria capacità di trattenere Acqua e Aria, che provengono dalla Terra e vengono cotte dal Fuoco. Questa è l'alchimia, la produzione di "oro" (per come viene detto comunemente il biondo grano del frumento) dal "piombo", cioè dal volgo della terra -- una versione forse meno pittoresca dell'opera al rosso letteraria, con i plumbei caratteri mobili della stampa magica-mente mutati in zecchini, ma degna di considerazione per l'utenza alimentare e spirituale moderna.

L'impasto del pane lievita per effetto della fermentazione, un processo naturale della decomposizione; perché stiamo parlando -simbolicamente- di un morto, e di un processo interno del corpo
"Mentre alcuni lieviti utilizzano esclusivamente la respirazione aerobica, altri, in assenza di ossigeno, possono utilizzare un processo diverso chiamato fermentazione. I lieviti fermentanti producono energia convertendo gli zuccheri in anidride carbonica e etanolo. Nella fermentazione delle bevande alcoliche è utile la produzione dell'etanolo, mentre nella lievitazione del pane l'anidride carbonica gonfia la pasta, e l'alcool (etanolo) evapora durante la cottura." 
(https://it.wikipedia.org/wiki/Lievito#Respirazione.2Ffermentazione)

Per questo l'etanolo che lascia il pane è come la "anima" che lascia il corpo, ed è infatti chiamato 'spirito'. Non di meno, l'alcol evaporato viene poi compensato nel rituale magico giudeo-cristiano, dal vino che rappresenta il sangue; e anche quello è derivato da un processo di fermentazione (dell'uva): l'alcol è "tendenzialmente volatile ed estremamente infiammabile" (Wikipedia) e quindi si riprende in potenza il principio igneo che in origine era quello Solare, che ha nutrito il frumento così come la vite... E la vita. La parodia alchemico-eliolatrica è completa.
Così il "pneuma", l'alito vitale, o spirito viene trattenuto e rinnovato nel corpo umano durante la sua lenta cottura esistenziale, e come il gas che gonfia la pasta del pane esso dà forma al contenitore bio-logico, nella sua replica/zione genetica quotidiana, che si manifesta nei cicli del ricambio cellulare durante l'intera rappresentazione della sua commedia in 3 atti.
Se non altro, questa è una visione più gustosa di quella con l'argilla...
Perché non so quanti tra i milioni di lettori del famoso "sumerologo autodidatta" Sitchin, sconcertati dalla rivelazione di una "genesi genetica" risalente ai tempi di Enki, si siano mai interrogati sul fatto che il "primo uomo" di cui si scrisse, composto di argilla dalla mano di dio, fu de-scritto su tavolette di argilla, da mani umane. Sono dettagli che si tende a trascurare, di questi tempi.


"...mentre cenava con loro [i 12 apostoli], prese il pane e rese grazie
lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli, e disse..." 


"Spero che non abbiate molta fame..."


--

THE WORLD IS A WORD, PLUS "L"

Laurel Vaughan condivide l'ipotesi McKenna:


Trad.: "E se vi dicessi che...
Ciò che chiamiamo "realtà" non è, di fatto,
nient'altro che una allucinazione sanzionata
culturalmente e supportata linguisticamente. 
- Terence McKenna"

La frase è riportata da AZquotes, e altri siti, senza alcun riferimento letterario; qualcuno sospetta che McKenna lavorasse per la CIA, e io non lo escluderei, ma devo anche ammettere di non aver mai letto altrove, fuori dal mio blog, una dichiarazione altrettanto chiara del fatto che "La realtà è composta dal linguaggio", come titola questo articolo di UltraFeel.tv, riportando il pensiero di McKenna, e dove compare anche un altro aforisma degno di nota:

"Con il linguaggio si può gestire significativamente soltanto un segmento speciale e ristretto della realtà.
Il resto, ed è presumibilmente una parte molto più grande, è silenzio."

(George Steiner)

(Trad. mia)

Devo ammettere che avrei potuto scriverla io, e di nuovo occorre tirare in ballo la magica spiegazione ufficiale della psico-logia: "subconscio".

Allegato all'articolo, il video:


e qualche indizio da seguire;

"La mente come co-creatore del nostro modello del mondo
  • "Il nostro modello di ciò che è il mondo è fatto di parole, e il mondo è composto di una descrizione.
     
  • Se vivi abbastanza a lungo scopri che ciò che immagini e ciò che è in realtà, sono molto simili ad una cosa unica.
  • La mente è in qualche modo co-creatrice nel processo della realtà attraverso l'atto della lingua.
  • La scienza ha condotta una analisi della natura in tale profondità da scoprire che la natura non esiste, se non come l'oggetto di una descrizione."
e ancora:

  • "L'universo è un puzzle, un problema da risolvere,  è un enigma, non è ciò che sembra essere, ci sono porte, ci sono chiavi e serrature, ci sono livelli e, se lo capisci bene, in qualche modo esso darà adito a qualcosa di estremamente inatteso.
     
  • Se il mondo è un codice, allora può essere violato [hacked, Ndt]. Esso permette la magia, perché dice: Dietro le leggi della fisica c'è un livello più profondo, e se puoi raggiungere quel livello, puoi cambiarlo."
Un'ultima citazione da un nome famoso:
"The whole language depends on time – past, future, present.
Il linguaggio è una creazione della mente, e anche il tempo è una creazione della mente. 
Quando elimini il linguaggio, il tempo scompare.
Quando elimini il pensiero, non c'è passato, presente o futuro.
Vai oltre il tempo, non c'è alcun tempo. Quando non esiste il tempo, c'è l'eternità. Quando non esiste il tempo, ti sei trasferito nel mondo dell'eterno. La verità è eterna.
E tutto quello che hai avuto sono riflessi temporali della verità." 
(Osho)

(http://ultrafeel.tv/reality-language-terence-mckenna - Trad. mia)

In quanto cinefilo cronico, in qualche passato mi sono chiesto spesso come potevano i films di David Lynch ricordarmi tanto certi (brutti) sogni, quando in effetti non mostravano -né potevano farlo- nulla che io avessi mai sognato; di questo unico sospetto consisteva l'idea di partenza di un mio romanzo ("The Blue Factor"), che non fu mai finito. In un certo senso, nel frattempo Lynch ha sciolto l'enimma, rivelando la sua fonte ideale nella meditazione trascendentale (V. il suo libro "Catching the big fish", e ovviamente il sito della David Lynch Foundation), ovvero il concetto jungiano dell'archetipo dell'inconscio collettivo, il "Modello Unico" di tutto e di tutti, che certamente non viene descritto in termini tanto sublunari nei Vedanta, spesso citati nel libro suddetto, ma qui ci riferiamo al suo proprio approccio occidentalista (e per qualche motivo ora mi sovviene che Occidente assomiglia tanto ad "accidente", benché per qualcuno la radice sia proprio quella dell'occidere) che si rifà alla autorità del Maharishi Mahesh, ed è in ogni caso un raro e coraggioso tentativo di "espandere la conoscenza della meditazione trascendentale" al di fuori dell'ambito esoterico e dell'orientalismo, alla portata del ricercatore casuale, possibilmente in una età in cui lo sforzo del cammino intrapreso possa portare a qualche risultato concreto.

La meditazione è qualcosa che permette all'individuo di ri-prendere coscienza del proprio stato illusorio, e quindi della realtà di ciò che viene altrimenti detto "io" il quale, come abbiamo visto in precedenza, è composto dal numero romano I pieno-maschile e dal non-numero arabo-indiano 0 vuoto-femminile; che noi si supporti la teoria dello "universo olografico" e le implicazioni della nostra singola e singolare programmazione in linguaggio binario, in un circuito neurale collettivo, oppure no, questi sono i fatti, nello nostra misteriosa logosfera cattolica, derivata dalla lingua-del-mistero che è il Latino.

Di recente ho sviluppato un mio sistema di meditazione che pratico durante l'osservazione del Sole, da che ritengo il Sole -qualunque cosa esso sia, e certamente si può dire Lucifero- una fonte di energia superiore a quella terrena, dalla quale è possibile attingere immediatamente attraverso la mera osservazione, ovvero con l'assorbimento dei suoi raggi (radiazioni) attraverso la pupilla; i bulbi oculari sono organi direttamente connessi all'encefalo, e a differenza degli altri organi di senso appaiono come delle appendici del cervello. anziché delle "periferiche esterne", per cui ritengo che da questa loro qualità fisica derivi la possibilità di utilizzarli per assorbire quelle forme energetiche solari che a mio parere non sono semplici emanazioni di energia, ma sequenze di informazioni ordinate e codificate in onde luminose, che rendono il Sole un proiettore della materia per come la conosciamo Qui e Ora... Attraverso noi stessi.
Queste informazioni meta-fisiche, che contengono in essenza ciò che viene esperito come "luce", e quindi la manifestazione cosmica stessa sono ricevute, essendo costretti ad utilizzare l'inevitabile vaghezza del gergo psico-logico, "subconsciamente", ovvero "inconsciamente", cioè senza che ne abbiamo coscienza, ma posso assicurare che nel corso del tempo gli esiti della attività di osservazione del Sole, accoppiata alla meditazione, si rivelano indispensabili per il ricercatore sull'usta di sé stesso.

Ho spesso sentito parlare dello stereotipo riguardante lo yoga per cui il fine della meditazione sarebbe quello di "visualizzare il vuoto", ma ho esperito direttamente e spontaneamente il senso di questo concetto dell'esperienza nelle mie più recenti sedute di meditazione (che non prevede alcuna postura particolare) e non si tratta di una semplice visualizzazione, ma bensì di vivere il Vuoto, che corrisponde all'espirazione/apnea rispetto al Pieno che è quello della inspirazione; lo sappiamo tutti, quando iniziamo a respirare, fuori dall'abisso dell'amnio, siamo "venuti alla luce", e quando "spiriamo", cioè e-spiriamo l'ultimo alito di vita, ce ne andiamo, non c'è altro; prendere coscienza del nostro respiro come principio vitale, è qualcosa di fondamentale, e respirare è l'attività più sublime che si possa praticare, per quanto temo che una minima parte dell'utenza aerobica occidentale ne sia al corrente.

Due pensieri, in particolare, hanno attraversata (di nuovo) la mia mente oggi tra un "esercizio" e l'altro; ovvero, la descrizione di "total bliss" -gioia totale- data da Mr. Lynch sull'effetto della meditazione, e la inspiegabile, improvvisa eruzione  di felicità, apparentemente immotivata, del neonato, accompagnata spesso da un movimento concitato e incontrollato degli arti. Posso assicurare al mio lettore che è possibile vivere nuovamente quegli attimi di "gioia totale", i quali al culmine dell'esercizio respiratorio si possono anche manifestare in simili "spasmi" periferici, che in quanto adulti responsabili e ragionevoli siamo in grado di contenere e controllare, senza per questo limitare la nostra capacità di apprezzare positivamente il risultato ottenuto. E devo ribadirlo ancora, mi sono interessato saltuariamente a questa pratica nel corso dei decenni, pertanto voglio ripetere a chi si voglia avvicinare a questa attività senza seguire un metodo preciso (come ho fatto io, abbandonando i manuali di yoga nel millennio scorso) di non lasciarsi scoraggiare dai primi "insuccessi"; probabilmente si tratta anche -almeno nel mio caso, di "sungazer sviluppare la capacità di accordarsi in "sintonia fine" (o meglio, "sottile") con le emanazioni solari, di perfezionare gli strumenti biologici per riceverle, con la costanza delle osservazioni nel corso delle stagioni e degli anni, e del controllo cosciente o sub-cosciente della respirazione. Infine l'idea di "gioia totale", immotivata, indescrivibile e quindi incomprensibile (perché dimenticata) dall'adulto, di cui diceva Lynch nelle sue conferenze, si è rivelata, non certo per caso, assieme a quella sensazione fisica di vuoto/pieno e di pieno/vuoto che è in grado di rivelare la illusione materiale, senza dovere ricorrere alla morte apparente dell'esperienza colla Salvia divinorum, o ad altre erbe sacre.

Simili risultati sono la chiave per la comprensione del "sogno", e della nostra realtà "astrale" così detta, su un "piano eterico" che per noi è facile assimilare al mondo delle idee di platonica memoria, semplicemente ri-conoscendo l'etimologia dal verbo Greco per "vedere"; ogni elaborazione con-seguente nel mondo della "logica", che è il mondo-di-parole di cui diceva McKenna, e di cui scrive spesso anche questo blogger, è relativa alla nostra "carica luminosa", energetica, psichica, o "spirituale" che io ritengo straordinariamente potenziata tanto dall'osservazione quanto dalla meditazione, e per questo consiglio di nuovo entrambe, calorosamente, al mio affezionato lettore.
Come ho già scritto qui, l'esposizione ai raggi solari è per me l'unico, vero Sol-lievo che mi possa permettere ultimamente, ma la meditazione mi permette anche di ri-conoscere il principio dottrinale vedico, per cui "il Sole è Brahman", e "Brahman è Ātman".
E perché nella lingua dell'Ordine del Nuovo Mondo, "sole" e "figlio" si dicono allo stesso modo.

--

Nick Sangetta su Flat Earth Foundation Experts (FEFE) ci ricorda questo fatto:


Trad.: "LA GENTE AFFERMA DI VEDERE LA ISS NELLO SPAZIO
MA ESSA E ' DELLA MISURA DI UN CAMPO DA FOOTBALL
... NON PUOI VEDERE UN CAMPO DA FOOTBALL DALLO SPAZIO"

Una possibile spiegazione è che quella figura che la gente afferma di vedere -o di fatto vede- sia molto più grande di un campo da football, sulla distanza teorica della termosfera, rispetto a quella reale della volta celeste, sulla quale probabilmente è proiettata; sempre che non si tratti di un semplice drone. un aereo telecomandato travestito da "stazione spaziale", come sostiene qualcuno... Niente di più facile.

Ieri ho riletta la frase della meme in circolazione sulla curvatura terrestre vista in tante fotografie "satellitari": quando vedi la curvatura, dice, completa il cerchio --e questo in genere rivela quanto siano ridicole le proporzioni; qualche tempo fa ho pubblicata una immagine dell'Italia che era già molto evidentemente sproporzionata, senza completare il cerchio. Questa:


Oggi per curiosità l'ho disegnato a partire dall'arco visibile, e quello qui sotto è il risultato. La penisola Italiana ha "un'estensione di circa 1 000 km in direzione NO–SE", mentre il diametro equatoriale della Terra sarebbe di "12 756,274 km" (Wiki), quindi la dimensione della Grande Palla dovrebbe essere circa di 13 volte quella dello Stivale:

il risultato ottenuto invece è un cerchio il cui diametro è circa 3.5 volte quello dell'Italia per come la vediamo qui, in prospettiva, e quindi molto più corta di quanto sarebbe distesa su una superficie piana diciamo, come la Terra stessa; di fronte a questo fatto, ci possiamo chiedere: dove potremmo mettere i "10 300 734 km²" dell'Europa, o i "30 221 532 km²" dell'Africa, su questa boccia teorica? Evito di fare la stessa domanda sulle terre emerse più grandi, come l'Asia (44 579 000 km²) e l'America (42 549 000 km²) perché lo spazio è già finito. Da un pezzo.

Sembra il pianetino de Il Piccolo Principe.


4 commenti:

  1. anche io sono un sostenitore del sungazing... ma qui dalle mie parti il sole è ogni giorno acciecante e innaturale causa particolato metalicco riflettente sparso durante la notte (quando le previsioni meteo avvisano di sole grazie all'alta pressione)... come riesci ad allinearti con certe frequenze? o devo dedurre che da te il cielo è senza particolato metallico?

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    1. Grazie per avermi ricordato il nome esatto, per qualche motivo non mi resta mai in mente... Ora, non so quanto innaturale si possa dire il fatto che il sole risulti 'accecante', né quanto 'metallico' sia il cielo qui sopra, ma per certo so che spesso qualche lacrimuccia ci scappa, e io presumo che anche questo sia parte del processo.. in ogni caso, a grandi linee ho adottate certe regole derivate da una infarinatura sulle varie tenniche già sperimentate (compresa quella del Dr. Bates) ad es. un totale di 45" di osservazione diretta --a cui non mi attengo troppo strettamente=) e una preferenza per certi orari, in part. dopo le 16:00.. Non mi azzardo a suggerire una tecnica che io applico abitualmente, ma non di meno potrebbe risultare dannosa per qualcun altro, quindi consiglio di informarsi indipendentemente e soprattutto di sperimentare quanto più possibile, tanto per le modalità quanto per la durata.. E' l'unico modo per ottenere dei risultati. In ogni caso, devo anche aggiungere che sono ormai diversi anni che la pratico, e posso immaginare che potrebbe anche essere una questione di esercizio, o semplice abitudine. Grazie per il commento, a presto =)

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  2. insegnatemi questa tecnica che sono interessato..grazie!

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    1. Ti potrà interessare la mia risposta qui sopra... Come principiante ti consiglierei di iniziare al mattino, non perché lo abbia letto da qualche parte ma perché io ho iniziato così, alla stazione dei pullman; è anche vero che all'inizio l'ho sempre osservato poco dopo l'alba -questa è l'unica mia certezza, quella derivata dall'esperienza diretta- quindi non so quanto la cosa sia conveniente per te, ma comunque puoi regolarti tu sull'altezza e sull'intensità del Sole; in seguito ho sempre cercato di osservarlo solo dopo le 4 del pomeriggio, e questo l'ho sicuramente letto da qualche parte, e in generale ne ho fatta una regola fissa, anche se adesso seguo più che altro il mio intuito, che non mi ha mai tradito.
      Tranne quella volta... =D

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