Cerca su VerOrizzonte

DEJA VU

Non hai mai avuta l'impressione di aver già vista la scena di un film?

PETTIROSSI MECCANICI:


Mary Poppins di R. Stevenson (1964)


Blue Velvet di D. Lynch (1986)


FACCE ANNERITE CHE COMPAIONO DAL NULLA:


Mary Poppins di R. Stevenson (1964)


Mulholland Dr. di D. Lynch (2001)

GENTE RIMPICCIOLITA: 


Mary Poppins di R. Stevenson (1964)


Mulholland Dr. di D. Lynch (2001)

UNA BRUTTA RIUNIONE D'AFFARI:


Mary Poppins di R. Stevenson (1964)


Mulholland Dr. di D. Lynch (2001)

14.10.18

Il principio è che non possiamo conoscere i sogni altrui, ma tutti noi conosciamo i nostri sogni solo attraverso il loro ricordo, perché quando sognamo siamo in uno stato differenziato della coscienza, e dunque la memoria è l'unico strumento per accedere -in qualche grado- alla realtà onirica.
La memoria 'conscia' è più duratura di quella 'inconscia', ciò che viviamo durante la veglia può essere ricordato molto a lungo (in genere molto più a lungo di ciò che sognamo, e che svanisce secondo il detto con l'arrivo dell'alba) ma esistono scompartimenti nascosti della memoria dedicati ai ricordi di ciò che vediamo durante la veglia "come in sogno" -cioè, sullo schermo della TV e del cinema- circostanze e azioni in cui non siamo coinvolti fisicamente, in prima persona; sono quindi ricordi che non hanno una reale importanza nella nostra vita e restano nell'ombra, inutilizzati, e tuttavia impressi a tempo indeterminato nella nostra mente.

Talvolta una fotografia può riattivare uno di questi ricordi; oppure si rivede in un vecchio film qualcosa che ne ricorda un altro più recente, e questo gioco di specchi può provocare degli effetti psicoLogici particolari, giocando sulla soglia tra la memoria onirica -che è potenzialmente una visione infinita- e quella della memoria collettiva, multimediale e massmediatica, altrettanto vaga e sfuggente a causa della sua origine artificiale. Sono ricordi reali, divenuti propri nel tempo, ma di una visione fittizia, proveniente dall'esterno.

Dopo gli esempi di Mary Poppins esposti qui sopra, oggi mi capita di rivedere il film di Robert Benton Still of The Night ("Una lama nel buio", 1982) un thriller psicologico che non perde l'occasione per offrire allo spettatore delle "scene ad effetto" capaci di farlo sobbalzare sulla sedia.
Si tratta di apparizioni inattese, quella del rapace come della bambina


(con il trucco degli occhi dipinti sulle palpebre già visto in Orphée di Cocteau-del 1950- e ripreso poi in The guardian di W. Friedkin del 1990 -- sempre efficace in ogni caso)

al contrario di quella del "bum" in Mulholland Drive (2001), che è attesa dall'inizio del racconto del sognatore ed è anticipata in ogni modo possibile, così che alla fine l'orrenda visione è una mera conseguenza, inevitabile, del flusso filmico.

Alcune scene del film di Benton potrebbero avere influenzata la scrittura di Mulholland Drive, in particolare quelle che riguardano la "scatola verde" (green box) che si scopre poi essere una deformazione di "green banks", ovvero una delle scatole ricordate dalla protagonista (Meryl Streep) come contenitori di denaro (negli USA il verde è il colore dei soldi, e "bank" -banca- è anche sinonimo di "salvadanaio").


George Bynum (Josef Sommer) in Still of the Night (1982)
racconta il suo sogno al Dr. Sam Rice (Roy Scheider)


Herb (Michael Cooke) in Mulholland Drive (2001)
ascolta il racconto del sogno di Dan (Patrick Fischer)

Anche in questo caso, come per i protagonisti rimpiccioliti di Mary Poppins e Mulholland Dr., la scatola, presa dallo scaffale di un armadio, è una scatola da scarpe verde, di normali dimensioni



(nel film di Lynch è una cappelliera blu)


ma un attimo dopo (essendo un sogno) la scatola verde appare di dimensioni molto ridotte, e George Bynum -il sognatore interpretato da Josef Sommer- se la infila in tasca:



Durante la prima ricostruzione del sogno di Mr. Bynum, il suo tentativo di prendere la scatola porta all'apparizione improvvisa dal buio di un uccello rapace (Lynch ne sa qualcosa...)


accompagnato dal suo grido spaventoso, per cui egli si ritrae. Ma poi l'uccello si posa altrove, e la scena continua... fino a un certo punto. Solo verso la fine del film il racconto del sogno viene ripreso, e qui l'attesa per l'apparizione spaventosa del rapace è vana, ma la sequenza prosegue con la caduta, dalla mano di Bynum, della piccola scatola colorata


la quale cade su un tappeto...


proprio come la piccola scatola blu di Mulholland Drive



Questa è la scena che ha accesa in me la miccia del "sogno falso", di una memoria sopita a causa della sua inutilità, e che non di meno gravita da qualche parte nella mia mente, così come ogni altra cosa vista o sentita in passato.

L'indimenticabile "Dottor Gennon" (Chad Everett) della serie TV Medical Center (1969-76) che appare come un fascinoso quanto attempato attore -vecchio mandrillo- che fa da partner alla giovane protagonista di Mulholland Dr. durante il suo provino




e il ritorno di Robert "Nakia" Forster al suo abituale ruolo di sbirro -- con una anticipazione ambigua ma degna di nota in Jackie Brown di Q. Tarantino (1997)




sono altri validi esempi di questa tattica della memoria. Entrambi gli attori televisivi sono presenze familiari per lo spettatore (di una certa età) e sono rese del tutto aliene nel contesto filmico lynchiano. Lo stesso vale per l'apparizione di Robert "Baretta" Blake in Lost Highways (1997), uscito nello stesso anno in cui Forster faceva il bail bondsman per Tarantino (in Jackie Brown, sempre a L.A.).





Dopo il processo per l'omicidio della moglie, e il circo mediatico conSeguente, la figura di Blake fu rimessa in scena con un ruolo diabolico, o quanto meno demoniaco, in Lost Highwaysper una delle sue migliori prove d'attore; in questo caso anche la memoria della cronaca nera, che è pur sempre scaturita dalla stessa scatola magica accesa nei salotti del mondo (e anche dalla stampa) prende parte del circo mnemonico di Mr. Lynch.

L'attrice Peggy Lipton, che in Twin Peaks interpreta Norma Jennings, nel 1971 ottenne un Golden Globe come migliore attrice per la serie TV Mod Squad (sottotitolata in Italia "I ragazzi di Greer")


Etc., etc.

Le memorie dei nostri antichi eroi del piccolo schermo riappaiono nei fantasmi rugosi sul grande schermo. e nella visione di Lynch è come se il sogno catodico dell'infanzia fosse finito, per lasciare spazio all'incubo quotidiano della realtà attuale, di una violenza surreale e imprevedibile; il realismo del tempo che passa è più sconcertante di qualunque trovata fantastica, di una tristezza infinita, con un effetto incomparabile sulla mente dello spettatore.

Forster che ha rimesso il distintivo appare imbambolato, inespressivo, sul baratro dell' ictus (e le cose non migliorano certo in Twin Peaks 3, dov'è di nuovo rimpicciolito a misura di TV); Everett, superabbronzato, di cui si può quasi avvertire il dopobarba al bouquet di fiori, non si lascia scappare la donzella campagnola e la tiene "bella stretta" per girare il provino in Mulholland Drive. In Lost Highways Blake è addirittura un mostro, una incarnazione del male la cui carnalità è probabilmente solo quella del protagonista Fred Madison (Bill Pullman) nel suo delirio allucinante, e il suo sguardo è quello di un uomo bruciato e brutale, che non si fatica a credere come assassino della moglie (la stessa sorte tocca al personaggio principale del film, che viene condannato a morte... ma scampa all'esecuzione, diventando qualcun altro).



"Che cosa apre?" è la domanda di Betty/Diane (che è anche il nome della cameriera nel fast food Wendy's, e della segretaria/amante di Cooper in Twin Peaks interpretata da Laura Dern - la sua giovane fiamma in Blue Velvet) al junkie-killer "Jo" interpretato da Mark Pellegrino, riguardo la chiave blu che le ha consegnata.
Come vediamo poi, la piccola scatola blu viene aperta con una chiave dello stesso colore




e si può dire la chiave di lettura, quella della memoria, che è la chiave per aprire il mistero che ci accomuna e ci distingue, a seconda dei nostri ricordi più o meno vividi, e più o meno profondi, di personaggi e situazioni riviste dopo anni, o decenni, in circostanze molto diverse fra loro.

I films di Lynch sono fonte di perplessità, di dubbi e controversie, che coinvolgono alcuni aspetti essenziali della cinematografia come forma d'espressione artistica emotivaMente diretta, paragonabile alla pittura, che è il moto originale di Lynch e non esiste altrove nel cinema contemporaneo o del passato.  Anche nelle sue sceneggiature, le scene sono come pennellate che nell'insieme riproducono qualcosa di universalmente riconoscibile, per quanto ognuna di esse si differenzi dall'altra così come dalla massa, creando uno dei rarissimi esempi di Stile vero e proprio nel panorama cinematografico attuale. Sono pennellate che grazie alla magia del cinema possono contenere stagioni intere di un tempo apparentemente lontanissimo trascorse in compagnia degli eroi delle serie TV, i modelli Americani duri e violenti dei paladini della giustizia, sempre pronti a sparare in nome della legge; nei films di Lynch il cowboy è una figura patetica (in The Cowboy and The Frenchman, come in The Straight Story) ai limiti della comicità -e oltre- oppure è uno stravagante e imperturbabile killer prezzolato, come in Mulholland Drive.

Tra queste pennellate filmiche, possiamo davvero considerare coincidentale la sequenza di una piccola scatola colorata che cade su un tappeto, e per un istante è la primadonna assoluta, unica e sola sullo schermo? Nel film di Benton sappiamo che la scatola da scarpe verde nell'armadio conteneva del denaro (non era "box" ma "banks"), nel film di Lynch il denaro trovato nella borsetta di Rita/Camilla viene messo in una cappelliera blu, che viene nascosta nell'armadio. Nel film di Benton la scatola da scarpe verde diventa tanto piccola da poter essere messa in tasca; in quello di Lynch poi non di parla più della cappelliera piena di soldi nell'armadio, e una scatoletta blu -relativamente piccola- "appare" dal nulla, per scomparire subito dopo assieme alla misteriosa donna scampata (forse) all'incidente stradale.
Questo è un mistero assestante, nella serie collezionata in Mulholland Dr., e le qualità della colorazione particolare -inconsueta- e del cambio delle dimensioni delle scatole mi portano a considerarlo risolto. Fino ad ora, è stato solo un gran giramento di scatole.



Addendum del 30.10.18

Altre memorie filmiche, che per me sono novità; questa sera, durante la mia prima visione del film di Paul Verhoeven Showgirls (1995), in cui Kyle "Cooper" MacLachlan ha un ruolo di secondo piano tra le donne



ho identificato l'attore Michael Cooke come predatore delle slot machines





e Rena Riffel nella parte di Penny/Hope





L'attrice nel 2011 ha diretto il sequel parodistico intitolato Showgirls 2: Penny's from Heaven.

Come per Still of the Night, non si tratta di un film "famoso"; è stato un fallimento di critica e di pubblico, e tuttavia ha un certo rilievo, dato anche dalla fama del regista, e il lemma Wikipedico ne sancisce lo status di cult movie quando è stato già rivalutato anche nella sfera critica.

Il motivo per cui Lynch avrebbe scelte queste due particolari persone dal cast di Showgirls per Mulholland Drive, potrebbe essere un'altra tessera che si incastra nel gioco della memoria. Se a qualcuno fosse capitato di vedere il film di Verhoeven nel '95, per poi evitare di rivederlo almeno fin dopo il 2001 (una scelta saggia=), sarebbero rimaste in mente queste due facce nella folla del cast, in qualche modo connesse fra loro nella sua memoria in un ricordo vago, e quasi-impossibile da isolare.
 Per me è stato l'opposto, avendo visto Mulholland Dr. (per la prima volta) nel 2001, e Showgirls soltanto 17 anni dopo. E' lo stesso principio di Blue Velvet e Mary Poppins; dove ho già visto il pettirosso meccanico? La faccia annerita che esce dal nulla? Le persone che rimpiccioliscono....? etc.
Spuntano dallo stesso buio profondo da cui proviene l'eco della canzone del titolo, un passato denso di mistero e popolato di fantasmi che rivediamo comparire sullo schermo con le stesse facce depositate da tempo in qualche angolo, nel magazzino degli scarti della nostra memoria.
Sono zombies, come i redivivi Baretta e Nakia, e Doc Gennon rispolverato e lucidato per l'occasione.

Nel film Back To The Future (1985) Billy Zane interpreta la particina di Match, un componente della gang del cattivo Biff Tannen:

(a sinistra)

in Back To The Future Part II (1989) l'attore riappare nello stesso ruolo, nel 1985 distopico provocato dal Grande Almanacco dei Risultati Sportivi raccolto da Tannen; qui Zane porta un cappello da cowboy (chiaro):


Nella prima stagione della serie Twin Peaks Zane fa la parte di John Justice Wheeler, che appare con un cappello da cowboy (scuro):




9.11.18

Il Gioco Della Memoria prosegue oggi su Facebook, dove il gruppo I Soliti Cinefili ha condivise le seguenti immagini. Il film confrontato a Mulholland Drive è Alice in Wonderland di C. Geronimi, H. Luske e W. Jackson ("Alice nel Paese delle Meraviglie", 1951):







Da un altro gruppo, un altra memoria filmica lynchiana:



Addendum Natalizio (25.12.18) dal gruppo Facebook Experimental Film Society:


"Pubblicità per la American Radiators, 1926"

(Scena dal film Eraserhead, 1977)


...

15.01.2018

Come per il film Twin Peaks: Fire Walk With Me, sono state diffuse su internet alcune sequenze tagliate di Blue Velvet. Anche in questo caso, non posso che convenire con la scelta del montatore Duwayne Dunham, e quanto è visibile ora su YouTube mi appare un paradossale dietro-le-quinte del sogno denso, compatto ed essenziale che è la versione distribuita nelle sale. Di tutto il girato scartato non c'è un solo minuto necessario alla narrazione, e al contrario l'opera di Dunham si rivela decisiva nella definizione del quadro finale per come l'abbiamo conosciuto e amato, con tutti i suoi piccoli misteri riguardanti Jeffrey Beaumont, la sua famiglia, la sua cittadina natale, gli oscuri retroscena e i personaggi sinistri che la abitano.

Chi conosce Lynch conosce anche il suo profondo legame con The Wizard Of Oz, e nell'ultima sequenza del video su YouTube riconosciamo la scarpetta rossa che la povera, pazza Dorothy Vallens lancia dal tetto del palazzo in cui abita, con una mezza intenzione di seguirla:


Forse l'allusione era troppo ovvia e banale, e così nella versione finale non compaiono rimandi diretti a Oz, oltre il nome della co-protagonista femminile. E anche questa mi pare un'ottima scelta.


---

15.02.18

Una nota merita anche il gioco di parole che riguarda la fonte di nutrimento dei "demoni" in Twink Peaks, la fantomatica garbonmozia: questo è un nome stranamente familiare per tutti, e sicuramente per gli Americani il suono esotico di questo nome può ricordare quello altrettanto peculiare di un formaggio Italiano venduto in tutto il mondo - USA compresi.

Per illustrare questo ennesimo scherzo ho prodotta la sequenza qui sotto:



Si può chiamare gongormozia, o garbonzola: se c'è qualcosa di marcio nascosto sotto la tranquilla cittadina -cioè, nelle sue cantine- questa roba ne è la rappresentazione più adatta; come sappiamo Lynch utilizza la crema di mais per rappresentare la garbonmozia, e in quanto eredità dei nativi Americani si può dire qualcosa di ben più marcio, "nascosto sotto" le case degli abitanti del "nuovo mondo" (V. anche il film Poltergeist!).


...



I DUE TRIANGOLI 

Per gli spettatori delle generazioni precedenti, l'idea della scatola blu è legata anche al ricordo ...della Scatola Blu:


di cui leggiamo sul sito Keren Kayemeth LeIsrael Jewish National Fund:

"La Scatola Blu


(http://www.kkl-jnf.org/about-kkl-jnf/the-blue-box/ - Trad. mia)

Come abbiamo visto prima, la scatola verde ("green bank") in Still of the Night conteneva denaro, e quello di dubbia provenienza trovato nella borsa veniva messo nella scatola blu in Mulholland Drive; anche in questo caso la scatola serviva a contenere denaro, ed è l'unico indizio storico che io abbia rinvenuto.

Ogni riferimento a cose ed eventi reali potrebbe essere casuale... oppure, invece, no.
(Ricordiamo ad es. la 'identità segreta' del regista di Mulholland Drive, dall'eloquente nome di Adam Kesher)


...


"E' il futuro... O è il passato?"

Rivedendo l'inizio del film Ritorno al futuro (Back To The Future, 1985) oggi in TV ho notata questa insegna luminosa:




che mi ha ricordato qualcosa






(Foto: Google!)

L'attore Crispin H. Glover, che nel film di Zemeckis interpreta il giovane George McFly, è comparso in Cuore Selvaggio (Wild At Heart, 1990) nel ruolo di cugino Dell


CRISPIN GLOVER WILD AT HEART (1990)


e quindi nell'episodio a titolo "Blackout" della serie TV di Lynch Hotel Room (1993)



...



19.03.19

Un Mr. Paris Alonso ha condivisa questa immagine nel gruppo Facebook The Genius of David Lynch:


con la didascalia: "René Magritte x David Lynch"



...



02.08.2019

Un connubio surrealista come quello del "vagabondo" (the bum) di Mulholland Drive, e i suoi minuscoli vecchietti nel sacchetto, è qualcosa che sembra poter essere uscita soltanto dall'angolo più oscuro della mente di David Lynch.


Non di meno, nel I episodio della quinta stagione della popolare serie TV Bewitched ("Vita da strega"), a titolo Samantha's Wedding Present (1968), Darrin Stevens (Dick York) ridotto dalla suocera strega a dimensioni tascabili, finisce all'interno di un barattolo vuoto di maionese, e quindi in una discarica di rifiuti:


Qui viene trovato da un vagabondo Irlandese ubriaco, Frank O'Hara (Dick Wilson), che lo scambia per un leprecauno e pretende che si realizzino i suoi tre desideri in cambio della salvezza di Darrin, minacciando di schiacciarlo con un piede se non li esaudirà.


Darrin promette che lo farà se verrà portato all'indirizzo di casa sua, al che Frank lo infila in tasca ed esce con lui scena.


Come nel caso di Mary Poppins, anche Bewitched un prodotto dell'intrattenimento per famiglie, qualcosa che praticamente tutti hanno visto, prima o poi, conservando almeno inconsciamente il ricordo di un uomo miniaturizzato nascosto da un vagabondo; la rivelazione di Mulholland Drive è quindi qualcosa di più di una semplice coincidenza.


Anche se le attinenze fra le due opere si limitano a questa accoppiata surreale, sono significative; si tratta di un altro gioco-della-memoria del quale non conosciamo l'origine, cioè se l'autore sia più o meno consapevole di averlo (ri)utilizzato in quanto tale, così come per tutti i casi riportati qui sopra. E probabilMente non lo sapremo mai.
Ma è un dubbio lecito.


...

23.09.2019

Merita una nota il raffronto fra questa scultura esposta nella Cappella dei Medici a Firenze



e questa scena di Eraserhead (1977):




...


25.03.20

Di nuovo un confronto tra un titolo di fama internazionale e un'opera di Lynch; in Lethal Weapon 3 di Richard Donner (1992) Mark Pellegrino è Billy Phelps -un ladro-


 seduto in un ufficio alla centrale di polizia in attesa di essere interrogato, quando entra in scena Stuart Wilson nel ruolo di Jack Travis, 


un ex-sergente di polizia che ha utilizzate le sue vecchie credenziali per avere accesso alla sala dell'interrogatorio. Billy è sollevato nel vedere il complice, che lo saluta amichevolmente come se non fosse successo nulla, ma subito dopo egli estrae una pistola automatica con silenziatore e lo uccide. 



Quindi si accerta che sia morto controllando le sue pulsazioni -- con un primo piano di Mark. 


Una situazione simile, per quanto non si sappia nulla del rapporto fra i due personaggi, o dei personaggi stessi (per quanto Pellegrino poi appaia come il killer assoldato da Diane) è quella in Mulholland Drive (2001) dove Vincent Castellanos (Ed) è seduto nel suo ufficio 



e parla con Mark Pellegrino (Joe); 


il quale, dopo avere riconosciuto il "libro nero" sulla scrivania di Ed, estrae una pistola automatica con silenziatore 

                                          fulmina Ed con un colpo alla tempia; 


quindi la MdP ispeziona il cadavere in un close-up sui capelli bruciati e deformati dal proiettile:


E' soltanto l'inizio delle avventure quasi-comiche dello sfortunato killer, che infine dovrà far fuori due malcapitati testimoni, ma la scena del primo omicidio è simile a quella di LW3 con due uomini soli in una stanza, apparentemente amici, di cui uno diviene vittima dell'altro.
Anche in questo caso si tratta di una memoria distorta, e addirittura speculare, in cui la vittima del popolare film di Donner, inconsapevole della sua morte imminente, "si vendica" interpretando questa volta la parte dell'assassino, che pure non è sospettato dall'altro durante il loro incontro.


IL CASO DE "I VISITATORI"

Les visiteurs ("I visitatori") è un film francese del 1993, diretto da Jean-Marie Poiré e interpretato da Jean Reno nel ruolo di Goffredo de Montmirail e Christian Clavier come Jean Cojon; la scena più divertente (o "cult", come leggiamo su YouTube dove è stata pubblicata) è quella in cui l'ardimentoso Goffredo affronta un'automobile guidata da un "saraceno" (un autista di colore) sguainando la spada e "uccidendo" il mostro metallico:


Nella storia "Topolino e il viaggio nel tempo" firmata dal compianto Paul Murry e pubblicata in Italia su Topolino nel 1982 (ma datata probabilmente qualche anno prima, da che in quell'anno Murry andò in pensione) vediamo la stessa scena in versione a fumetti:


Quanti tra gli ex-lettori delle avventure disneyane avranno rivissuta l'emozione di questo scontro epico con la consapevolezza di un'antica memoria sopita, è un interrogativo che non avrà mai una risposta certa, così come è impossibile stabilire quali e quante altre trovate siano state "rubate" più o meno volontariaMente dagli sceneggiatori nel corso del tempo. Tutto è già stato fatto, ha detto qualcuno: e in genere meglio.


ALTRI VOLATILI MECCANICI


The Daydreamer di J. Bass (1966)



Un'Altra Brutta Riunione d'Affari

Riassumendo:


Mary Poppins di R. Stevenson (1964)


Mulholland Dr. di D. Lynch (2001)


Silent Movie di M. Brooks (1976)

Un altro elemento scenico accomuna la sequenza di Brooks, oltre le pareti di legno; è un elemento fastidioso, repellente, come l'espresso rigettato da Luigi Castigliane (Angelo Badalamenti) in Mulholland Drive:


Nel film di Brooks l'azzimato caratterista Harold Gould, negli eleganti panni di Engulf, è tanto irritato dall'andamento aziendale che inizia a schiumare dalla bocca, mentre sentiamo il ringhiare di un cane rabbioso



Durante il suo silenzioso sproloquio in preda a una furia bestiale, l'uomo sbava e sputacchia attorno a sè, finchè in un raptus omicida si avventa su uno degli astanti, azzannandolo alla gola.
Al di là della trovata comica -e stravagante- di Brooks, il particolare ripugnante di ciò che esce dalla bocca è un nuovo indizio nella mia indagine sul Deja Vu Lynchiano; anche questo film precede Mulholland Drive, anche questo è un frammento nella memoria del grande pubblico, che riguarda un film famoso di un autore molto popolare nel mondo.
A qualcuno ricorderà pure il sonoro canino che introduce i genitori nell'incipit di The Grandmother ... ?

...

Coppie di ballerini scatenati al ritmo di uno swing sincopato su sfondi dai colori violenti... L'episodio "A jazz interlude" in Make Mine Music di R. Cormack, C. Geronimi, J. Kinney, H. Luske, J. Meador (1946), si direbbe un prototipo Disney dell'incipit di Mulholland Drive:



...

Nella commedia del 1978 The Cheap Detective, la maggioranza dei cadaveri ha la peculiare abitudine di rimanere in piedi, nonostante le pessime condizioni di salute; 



Non avendo visto il film fino al 2023, non conoscevo questa possibile fonte di ispirazione - più o meno inconscia - della famosa scena di Blue Velvet (1986)



Nessun commento:

Posta un commento