Un post-flash da Facebook con una onesta quanto ironica opinione del Gentile Pubblico Pagante Americano:
Non credo che l'accostamento sia casuale...
Un CONSIGLIO che non potete rifiutare, da Mr. CORLEONE Scarioli:
--.
Ieri, traducendo l'articolo di The Gnostic Dread mi è tornato alla mente il film di Darren Aronofsky The Fountain ("- L'albero della vita", 2006), una suggestiva odissea audio-visiva "psichedelica", che a differenza dei suoi films peggiori non è altrettanto famoso; che le visioni riguardanti Xibalba e il mito dei Maya fossero in realtà riferite ad altri costruttori di piramidi, quelli Egizi, e quindi all'origine del mito diffuso nel mondo dagli antenati di chi oggi porta nomi simili a quello del regista; ovviamente, chi conosce simili verità fa a meno di indicarne in modo diretto l'origine nella sua opera di con-fusione pubblica, e del resto i "misteri" che riguardano le civiltà mesoamericane scomparse non hanno nulla da invidiare a quelli dell'antico Egitto, come parte di una fantomatica civiltà megalitica che sottintende una origine comune degli artefici di simili costruzioni.
[Trad.: "F***ITI ISRAELE
E F***ITI DON CHUMP"
E F***ITI DON CHUMP"
(= DONald Trump)
Non credo che l'accostamento sia casuale...
Un CONSIGLIO che non potete rifiutare, da Mr. CORLEONE Scarioli:
Trad.: "Disintossicatevi da tutto lo zucchero
... Lo zucchero è veleno bianco incasina il
nostro sistema immunitario"
Proprio come i suoi parenti cinematografici, John è un esperto nell'usare degli eufemismi quando si parla di truffe, avvelenamenti e omicidio... Il mio consiglio è di fare ciò che dice; è un consiglio da amico...
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Ieri, traducendo l'articolo di The Gnostic Dread mi è tornato alla mente il film di Darren Aronofsky The Fountain ("- L'albero della vita", 2006), una suggestiva odissea audio-visiva "psichedelica", che a differenza dei suoi films peggiori non è altrettanto famoso; che le visioni riguardanti Xibalba e il mito dei Maya fossero in realtà riferite ad altri costruttori di piramidi, quelli Egizi, e quindi all'origine del mito diffuso nel mondo dagli antenati di chi oggi porta nomi simili a quello del regista; ovviamente, chi conosce simili verità fa a meno di indicarne in modo diretto l'origine nella sua opera di con-fusione pubblica, e del resto i "misteri" che riguardano le civiltà mesoamericane scomparse non hanno nulla da invidiare a quelli dell'antico Egitto, come parte di una fantomatica civiltà megalitica che sottintende una origine comune degli artefici di simili costruzioni.
Non per caso si tratta di grandi opere edili, roba da Muratori; si parla di Grandi Pietre, o Massi; o Massoni.
Sulla mia fresca ipotesi delle piramidi come "poli magnetici spirituali" o "trappole per l'anima", che verrebbe spedita in determinati punti del "firmamento", scopro oggi su Wikipedia:
"La teoria della correlazione di Orione (o correlazione Giza–Orione[1]) è un'ipotesi della piramidologia. La sua principale rivendicazione è che vi sarebbe una correlazione tra la posizione delle principali tre Piramidi della Necropoli di Giza e le tre stelle centrali della costellazione di Orione, e che questa correlazione sarebbe stata volontariamente creata da chi costruì le Piramidi. Le stelle di Orione erano associate dagli egizi ad Osiride, il dio-sole della rinascita e dell'oltretomba.[2][3][4] A seconda della versione di questa teoria, possono essere incluse altre Piramidi per la ricostruzione della costellazione di Orione, mentre il fiume Nilo rappresenterebbe la Via Lattea. Questa teoria fu pubblicata la prima volta nel 1989 all'interno di Discussions in Egyptology, volume 13. Nel 1994 fu il soggetto di un bestseller di Robert Bauval e Adrian Gilbert, The Orion Mystery (Il mistero di Orione),[5] e di un documentario della BBC, The Great Pyramid: Gateway to the Stars (febbraio 1994), oltre ad apparire in alcuni libri New Age.[6][7]"
Gli studi dei suddetti si riferiscono a opere di migliaia o decine di migliaia di anni fa, mentre la mia convinzione è che queste costruzioni siano storicamente molto più recenti, e che abbiano uno scopo pratico e attivo, come "terminali" al suolo di un sistema celestiale costruiti in relazione alle posizioni delle "stelle" nel "firmamento"; se per qualcuno è difficile vedere oltre la facciata dell'edificio sacro, per ri-conoscere la vera identità del "dio" israelita, è possibile che per molti sia del tutto impensabile il fatto che dei monumenti considerati ufficialmente misteri storici insolvibili siano in realtà dei punti di riferimento per i "pastori di anime" coevi, come forme multidimensionali esistenti contemporaneamente in diversi stati dell'essere umano, dal momento che già questi ultimi (stati) costituiscono un dubbio fondamentale e quindi un ennesimo mistero logicaMente impenetrabile per tutti noi.
Che le piramidi siano sempre state, e che continuino ad essere non soltanto un simbolo tridimensionale del potere sulle anime umane, ma uno STRUMENTO del potere occulto, derivato dal potere di una magia antica e più o meno incredibile per l'utenza moderna, che nel contempo crede cieca-mente alle Grandi Palle Rotanti Universali e alla transustanziazione, ma in generale si trova in gran difficoltà di fronte a cose più realistiche.
Le piramidi potrebbero essere "edifici sacri", direttamente correlati al mondo "spirituale" in virtù della loro forma, delle loro dimensioni e proporzioni "sacre", e del loro "allineamento stellare", ottenuto con regole antiche e tecnologie ignote, tutte ipotesi avanzate da diversi autori e seri studiosi -malgrado l'etichetta di "pseudoegittologi"- che nel corso del tempo hanno accumulate informazioni e dati sulle famose costruzioni come legame fra cielo e terra, al di là delle singole teorie sulle loro funzioni associate ad un sistema mitologico e religioso; la possibilità è che questo legame esista tutt'ora, e che sia all'opposto di tutto ciò che è considerato sacro e/o benefico, e che da questa funzione occulta delle piramidi derivi il "fascino" irresistibile che sembra irradiare dalle montagne di pietra sparse nell'Africa settentrionale, al di là dell'ottimo lavoro di propaganda che ne fa una meta di "pellegrinaggio" internazionale senza pari.
La conoscenza della realtà geocentrica di questo mondo di permette di considerare il "mistero" piramidale in un'ottica proporzional-mente più realistica, in merito alla relazione degli edifici Egizi con la mappa stellare che sappiamo esser contenuta all'interno della volta celeste; non conosciamo la reale natura delle "piccole luminarie" sparse a migliaia nel firmamento, ma in compenso abbiamo delle prove inconfutabili sul fatto che esse determinano a grandi linee dei "tipi" di persona/lità, per cui i caratteri generali che deFiniscono un "segno" zodiacale sono pressappoco quelli descritti seppure in modo sommario nei più comuni manuali di astrologia; negare questa evidenza significa opporsi arbitrariamente -e insensatamente- alla nostra capacità di ri-conoscere un aspetto oggi perlopiù ignorato della persona, in quanto espressione indiviDuale dell'Essere sul Piano Terreno.
Come ho scoperto solo quest'estate, questi modelli sono tanto più precisi se viene considerato il segno lunare assieme a quello solare, che oggi è comune-mente considerato IL segno zodiacale, mentre dall'inizio dei tempi fino al '700 era l'opposto; il fatto che questa nozione sia tanto poco nota presso l'utenza astrologica moderna è a parer mio piuttosto sospetta...
Dunque il quadro uniVersale descritto in modo impeccabile dal Tre Volte Grande, che qualcuno ha identificato nella figura "storica" del dio Thot -"dio della Luna, della sapienza, della scrittura, della magia, della misura del tempo, della matematica e della geometria." (Wikipedia) - si potrebbe vedere come una riproduzione in scala con cui si concentra in una forma "solida", deFinita e definitiva, come nel simbolico "uomo di argilla" biblico, una determinata sequenza che si materializza nel "DNA" umano; un certo stato vibrazionale impresso in origine caratterizza la composizione che assume quei tratti mentali e fisici propri e tipici dei vari "segni", e quindi della persona, della entità indiviDuale, che 'incarna' un Tipo Ideale, senza insistere troppo sulla ovvia assonanza fra l'idea e ogni Dea, e suo marito, (ID)dio.
Il processo è troppo simile alla programmazione di qualsiasi dispositivo hardware attraverso un software, per non insospettire anche chi è abituato a definire sé stesso con la sillaba "io", o I/0; dopo le informazioni genetiche che sono impresse negli acidi nucleici, e deFiniscono il carattere assieme ai tratti fisi-onomi-ci, le informazioni multimediali apprese durante il suo percorso cognitivo e/o gnostico delineano la persona con l'evoluzione consapevole di certi caratteri connaturati rispetto ad altri, a partire dalla scelta di un indirizzo scolastico e quindi dell'ambiente sociale e professionale. In un certo senso, l'hardware antropomorfo ha la capacità di utilizzare il proprio patrimonio software senza alcuna limitazione, ma questo tipo di analogia non rispetta l'approccio tradizionale dovuto alla Cosa Sacra, che si può intendere soltanto con il nome di magia, lo spartiacque fra la ragione pura e la pura follia, fra l'ordine ineffabile dei numeri e il caos irrimediabile delle parole, in cui gravita l'umanità inconsapevole Qui e Ora.
In un mondo-di-parole il gioco è inevitabile, da che è il principio stesso, come abbiamo appena visto, il logos nella logosfera commerciale moderna è qualcosa di molto prossimo a dei mattoncini di plastica colorata*. Tornando alla mia unica certezza, quella onirica, lo scarno scenario della mia visione prevedeva una lunga scala che saliva fino al grande ritratto della divinità umana, che per vie traverse ho assimilata poi alla figura di Amenothep/Akhenathon -- il presunto inventore del monoteismo.
Forse l'unica frase riportata della mia intera esperienza onirica: "E' una maledizione!", si riferiva a quella che Wiki dice la "damnatio memoriae" riservata all'autore della grande eresia, ma limitandomi alla rappresentazione visiva, alla cronaca viva del mio viaggio nell'Altro Mondo, non posso fare a meno di associare la salita delle scale a quella compiuta dall'adepto durante il rito di iniziazione Massonico; la gerarchia Frammassonica, come del resto ogni ordine gerarchico, è composta sul modello tri/angolare, con un solo individuo al vertice e tutti gli altri sotto di lui, proiettato nelle tre dimensioni della forma piramidale. Il Vertice è rappresentato da un solo punto, lo stesso al centro del cerchio che si ottiene ruotando la figura a 360°; il punto più alto è ovviamente l'ideale divino o, in termini matematici, il numero Uno.
Qual'è la più grande di tutte le eresie? La negazione della divinità stessa, della immortalità e della onnipotenza dello Uno, che è nel contempo tutti i "numeri" inventati dall'uomo, il codice da cui dipende l'Ordine di tutto, compreso il codice 'profano' dell'alfabeto il cui reale valore oggi è noto soltanto ai cultori delle scienze cabalistiche e agli occultisti. Mono-teismo è l'eufemismo tecnocratico per una forma di governo tirannica, rappresentata dal triangolo -figura divina, con o senza occhio- ovvero la negazione della umanità divina in favore della divinità umana, un concetto astratto, e dunque l'astrazione della potenza contingente e attiva dell'Essere che si manifesta in ogni forma di vita, ma che si rivela logicaMente solo attraverso l'intuizione propria della mente creativa controllata da una volontà e secondo un ordinamento uniVersale, o "cosmico", riservato alla sola mente umana (il Logos, appunto).
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Il gioco di parole odierno è tanto semplice quanto apocalittico; basta scambiare la doppia consonante centrale nel vocabolo con quella successiva dell'alfabeto Latino:La conoscenza della realtà geocentrica di questo mondo di permette di considerare il "mistero" piramidale in un'ottica proporzional-mente più realistica, in merito alla relazione degli edifici Egizi con la mappa stellare che sappiamo esser contenuta all'interno della volta celeste; non conosciamo la reale natura delle "piccole luminarie" sparse a migliaia nel firmamento, ma in compenso abbiamo delle prove inconfutabili sul fatto che esse determinano a grandi linee dei "tipi" di persona/lità, per cui i caratteri generali che deFiniscono un "segno" zodiacale sono pressappoco quelli descritti seppure in modo sommario nei più comuni manuali di astrologia; negare questa evidenza significa opporsi arbitrariamente -e insensatamente- alla nostra capacità di ri-conoscere un aspetto oggi perlopiù ignorato della persona, in quanto espressione indiviDuale dell'Essere sul Piano Terreno.
Come ho scoperto solo quest'estate, questi modelli sono tanto più precisi se viene considerato il segno lunare assieme a quello solare, che oggi è comune-mente considerato IL segno zodiacale, mentre dall'inizio dei tempi fino al '700 era l'opposto; il fatto che questa nozione sia tanto poco nota presso l'utenza astrologica moderna è a parer mio piuttosto sospetta...
Dunque il quadro uniVersale descritto in modo impeccabile dal Tre Volte Grande, che qualcuno ha identificato nella figura "storica" del dio Thot -"dio della Luna, della sapienza, della scrittura, della magia, della misura del tempo, della matematica e della geometria." (Wikipedia) - si potrebbe vedere come una riproduzione in scala con cui si concentra in una forma "solida", deFinita e definitiva, come nel simbolico "uomo di argilla" biblico, una determinata sequenza che si materializza nel "DNA" umano; un certo stato vibrazionale impresso in origine caratterizza la composizione che assume quei tratti mentali e fisici propri e tipici dei vari "segni", e quindi della persona, della entità indiviDuale, che 'incarna' un Tipo Ideale, senza insistere troppo sulla ovvia assonanza fra l'idea e ogni Dea, e suo marito, (ID)dio.
Il processo è troppo simile alla programmazione di qualsiasi dispositivo hardware attraverso un software, per non insospettire anche chi è abituato a definire sé stesso con la sillaba "io", o I/0; dopo le informazioni genetiche che sono impresse negli acidi nucleici, e deFiniscono il carattere assieme ai tratti fisi-onomi-ci, le informazioni multimediali apprese durante il suo percorso cognitivo e/o gnostico delineano la persona con l'evoluzione consapevole di certi caratteri connaturati rispetto ad altri, a partire dalla scelta di un indirizzo scolastico e quindi dell'ambiente sociale e professionale. In un certo senso, l'hardware antropomorfo ha la capacità di utilizzare il proprio patrimonio software senza alcuna limitazione, ma questo tipo di analogia non rispetta l'approccio tradizionale dovuto alla Cosa Sacra, che si può intendere soltanto con il nome di magia, lo spartiacque fra la ragione pura e la pura follia, fra l'ordine ineffabile dei numeri e il caos irrimediabile delle parole, in cui gravita l'umanità inconsapevole Qui e Ora.
In un mondo-di-parole il gioco è inevitabile, da che è il principio stesso, come abbiamo appena visto, il logos nella logosfera commerciale moderna è qualcosa di molto prossimo a dei mattoncini di plastica colorata*. Tornando alla mia unica certezza, quella onirica, lo scarno scenario della mia visione prevedeva una lunga scala che saliva fino al grande ritratto della divinità umana, che per vie traverse ho assimilata poi alla figura di Amenothep/Akhenathon -- il presunto inventore del monoteismo.
Forse l'unica frase riportata della mia intera esperienza onirica: "E' una maledizione!", si riferiva a quella che Wiki dice la "damnatio memoriae" riservata all'autore della grande eresia, ma limitandomi alla rappresentazione visiva, alla cronaca viva del mio viaggio nell'Altro Mondo, non posso fare a meno di associare la salita delle scale a quella compiuta dall'adepto durante il rito di iniziazione Massonico; la gerarchia Frammassonica, come del resto ogni ordine gerarchico, è composta sul modello tri/angolare, con un solo individuo al vertice e tutti gli altri sotto di lui, proiettato nelle tre dimensioni della forma piramidale. Il Vertice è rappresentato da un solo punto, lo stesso al centro del cerchio che si ottiene ruotando la figura a 360°; il punto più alto è ovviamente l'ideale divino o, in termini matematici, il numero Uno.
Qual'è la più grande di tutte le eresie? La negazione della divinità stessa, della immortalità e della onnipotenza dello Uno, che è nel contempo tutti i "numeri" inventati dall'uomo, il codice da cui dipende l'Ordine di tutto, compreso il codice 'profano' dell'alfabeto il cui reale valore oggi è noto soltanto ai cultori delle scienze cabalistiche e agli occultisti. Mono-teismo è l'eufemismo tecnocratico per una forma di governo tirannica, rappresentata dal triangolo -figura divina, con o senza occhio- ovvero la negazione della umanità divina in favore della divinità umana, un concetto astratto, e dunque l'astrazione della potenza contingente e attiva dell'Essere che si manifesta in ogni forma di vita, ma che si rivela logicaMente solo attraverso l'intuizione propria della mente creativa controllata da una volontà e secondo un ordinamento uniVersale, o "cosmico", riservato alla sola mente umana (il Logos, appunto).
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maSSone > maTTone
Un massone è letteralmente un grande masso, proprio come quelli chiamati "megaliti" usati per costruire le piramidi... Con i mattoni invece si costruiscono le prigioni private, o scatole-per-gente chiamate 'case'; gli abitanti della città, che vivono in "case" sono "civili"; su Wiktionary troviamo il termine Civis:
"Latino
Etimologia
Dal Proto-Italico *keiwis, dal Proto-Indo-Europeo *(s)kew- (“sdraiarsi, stabilirsi; casa, famiglia; amore, amato”). Imparentato con il Sanscrito क्षेति (kṣeti), Antico Greco κεῖμαι (keîmai, “sdraiarsi”), κοίτη (koítē, “letto”), κώμη (kṓmē, “villaggio”), Armeno սեր (ser, “amore”), Slavonico dell'Antica Chiesa сѣмь (sěmĭ) (Russo семья (semʹja)) e Antico Inglese hūs (Inglese house)."
(https://en.wiktionary.org/wiki/civis - Trad. mia)
Stranamente, sul Wikizionario Italiano lo stesso lemma ci rende un'etimologia più sintetica, ma forse ancora più significativa, che -guarda caso- gioca con il moderno Inglese:
"Etimologia / Derivazione
dalla radice indoeuropea *ḱey-
" (SIC - https://it.wiktionary.org/wiki/civis)(Dove "key" in Inglese sta per "chiave")
..
Il sumerologo autodidatta divenuto famoso nel mondo per la sua saga fantasy sul mito Sumero, Zacharia Sitchin, scrisse qualcosa a proposito di un presunto "prigioniero della piramide", come leggiamo su Zsitchinindex.wordpress.com, nei passaggi tratti da un "Libro 3" (? - SIC); sappiamo che i racconti di "altri pianeti" e "alieni" provenienti da essi partecipano dello stesso sistema che ha resa l'opera di Sitchin un fenomeno editoriale senza pari nella storia dell'editoria moderna; riguardo ciò che invece esiste tutt'ora, qui su questo piano terreno, come le piramidi, possiamo ben considerare per il nostro studio lo strano cocktail di realtà e fantasia che probabilmente è stato progettato dal Grande Architetto Umano per entrare a far parte di una moderna mitologia in fieri, da un autore "di culto" a cui oggi sono dedicati interi siti web come quello da cui ho tratto il testo seguente.
…Che Marduk fu imprigionato vivo nella "Tomba montagna," non ci sono dubbi; i testi che sono stati ritrovati e tradotti in modo autorevole lo attestano. Altri testi Mesopotamici gettano luce sulla natura del suo crimine. Nell'insieme ci permettono di giungere ad una ricostruzione plausibile degli eventi.
…Scacciato da Babilonia e dalla Mesopotamia, Marduk ritornò in Egitto. Egli si stabilì subito ad Heliopolis, e migliorò il suo ruolo come "centro di culto" radunando le sue memorabilia celestiali in uno speciale scrigno, al quale gli Egiziani in seguito si recarono in pellegrinaggio per lungo tempo.
…Ma cercando di ristabilire la sua egemonia sull'Egitto, Marduk scoprì che le cose erano cambiate da che aveva lasciato l'Egitto per tentare il suo coup d’etat in Mesopotamia. Anche se Thoth, per come abbiamo ricostruito i fatti, non smaniava per la supremazia, e Nergal e Gibil erano lontani dal centro del potere, un nuovo rivale era emerso nel frattempo: Dumuzi. Il figlio minore di Enki, il cui dominio rasentava i confini dell'Alto Egitto, stava emergendo come pretendente del trono d'Egitto.
…E dietro le sue ambizioni non c'erano altri che sua moglie Inanna/Ishtar – un altro motivo per i sospetti e l'avversione di Marduk.
…Leggere il racconto di Dumuzi e Inanna – lui un figlio di Enki, lei una pronipote di Enlil – è come leggere un antico racconto di Romeo e Giulietta. Come nel dramma di Shakespeare, anche questo finì in tragedia, morte e vendetta.
…I testi identificano ampiamente questo dio. Come nei testi di Ninurta egli è chiamato A.ZAG e soprannominato il Grande Serpente – un nome e un epiteto Enlilita derogatorio per Marduk. Anche il suo nascondiglio è chiaramente identificato come "lo E.KUR, le cui mura portentosamente raggiungono i cieli," la Grande Piramide.
…La testimonianza del processo e della sentenza di Marduk si trova in un testo frammentario edito dalla Sezione Babilonese del Museo dell'Università della Pennsylvania. Le righe leggibili iniziano dove gli dei hanno circondata la piramide, e un dio scelto come portavoce si rivolge a Marduk "nella sua clausura"; "colui che fu malvagio egli implorò." Marduk fu mosso dal messaggio. "Malgrado la rabbia nel suo cuore, lacrime chiare vennero ai suoi occhi"; ed egli accettò di uscire e affrontare il processo.
…Nel condannare Marduk il mistero della morte di Dumuzi pose un problema. Sul fatto che Marduk fosse responsabile per la sua morte non c'erano dubbi. Ma fu premeditato o accidentale? Marduk meritava una sentenza di morte, ma se il suo crimine non fosse stato commesso deliberatamente?
…Là, di fronte alle piramidi, con Marduk uscito di fresco dal suo nascondiglio, la soluzione illuminò la mente di Inanna… C'era un modo per condannare Marduk a morte senza effettivamente eseguire la sentenza, ella disse: Che sia sepolto vivo nella Grande Piramide! Che sia sigillato là come in una busta gigantesca…
…Gli dei giudici accettarono il suo consiglio: "Voi siete la padrona.... Il fato voi decretate; che sia!"
Prendendo per assunto che Anu avrebbe assecondato il verdetto, "gli dei allora posero il comando a Cielo e Terra." Lo Ekur, la Grande Piramide, era divenuta una prigione; e uno degli epiteti della padrona fu, da allora, "Padrona [o Signora, ndt] della Prigione"
…Fu allora, crediamo, che la sigillatura della Grande Piramide fu completata. Lasciando Marduk solo nella Camera del Re, gli dei che lo arrestarono lasciavano dietro di loro i tappi di granito del Passaggio Ascendente, bloccando fermamente in modo irrevocabile tutti gli accessi alle camere e ai passaggi superiori.…Attraverso i canali che portano dalla "Camera del Re" alle facciate Nord e Sud della piramide, Marduk aveva aria per respirare, ma non aveva né cibo né acqua. Egli fu sepolto vivo, destinato a morire in agonia.
…Il racconto della sepoltura di Marduk, vivo, all'interno della Grande Piramide è stato preservato su tavolette d'argilla rinvenute fra le rovine di Ashur e Ninive, le antiche capitali Assire. I testi di Ashur suggeriscono che siano serviti come copione per una rappresentazione misterica dell'Anno Nuovo a Babilonia con cui si rimettevano in scena le sofferenze e la sospensione della pena del dio. Ma né la versione Babilonese, né i testi storici Sumeri, su cui fu basato il copione, sono stati finora trovati.
…Hienrich Zimmern, che trascrisse e tradusse i testi di Ashur da tavolette di argilla al Museo di Berlino, fece scalpore nei circoli teologici quando annunciò la sua interpretazione ad una conferenza nel Settembre 1921. Il motivo era che egli li interpretò come un Mysterium pre-Cristiano che trattava della morte della resurrezione di un dio, e dunque un racconto precursore di Cristo. Quando Stephen Langdon incluse una traduzione in Inglese nel suo volume del 1923 sul Mesopotamian New Year Mystery Texts, intitolò il testo la Morte e Resurrezione di Bel-Marduk ed evidenziò i suoi paralleli con il racconto della morte e resurrezione di Gesù nel Nuovo Testamento.
…Ma, come riferiscono i testi, text Marduk o Bel ("Il Signore") non morì; egli fu di fatto incarcerato all'interno della Montagna come in una tomba; ma fu sepolto vivo.
Il dramma, che è interpretato da attori è spiegato nel libro "The Wars of Gods and Men." ["Le Guerre di Dei e Uomini", ndt] Verso la fine del dramma:
…Come gesto di buona volontà, Gula (la sposa di Ninurta) inviò a Sarpanit (la moglie-sorella di Marduk) nuovi abiti e sandali per Marduk; anche il carro senza guida[tore? ndt] di Marduk comparve. Ma Sarpanit è perplessa: non riesce a comprendere come possa Marduk essere libero di nuovo se è stato imprigionato in una tomba che non può essere riaperta: "Come possono lasciarlo libero, colui il quale non può uscire?"
…Nusku, il messaggero divino, le dice che Marduk dovrà passare attraverso SA.BAD, la "apertura superiore cesellata". Egli spiega che:
Dalat biri sha iqabuni ilani
Una porta-pozzo scaveranno gli dei;
Shunu itasrushu ina biti etarba
il suo vortice essi solleveranno,
nella sua dimora dovranno rientrare.
Dalta ina panishu etedili
La porta che fu barrata davanti a lui
Shunu hurrate ina libbi dalti uptalishu
Al vortice dello svuotamento, dentro gli interni,
una porta dovranno scavare torcendo;
Qarabu ina libbi uppushu
Avvicinandosi, nel suo centro attraverseranno.
…Questa descrizione di come Marduk dovrà essere rilasciato non ha avuto significato per gli studiosi, ma i versi hanno un significato esplosivo per noi. Come abbiamo spiegato, il segmento C irregolare e contorto del pozzo di ventilazione non esisteva quando la piramide fu completata e quando Marduk fu imprigionato all'interno; era invece la stessa "porta-pozzo che gli dei scaveranno" per salvare Marduk.
Tornando indietro di qualche pagina nel libro:
…Il Pozzo di Ventilazione è formato da sette segmenti distinti, da A a G.
Il segmento orizzontale superiore(A) porta dalla Grande Galleria al segmento verticale (B) il quale si connette con un segmento contorto (C) ad un segmento verticale inferiore (D).
Quindi segue un lungo segmento dritto, ma nettamente inclinato (E), che porta ad un segmento più corto (F) inclinato con un angolo differente. Al termine di (F), un segmento ritenuto orizzontale ma, in effetti, leggermente obliquo (G) connette il Pozzo di Ventilazione con il Passaggio Discendente.
La spiegazione qui sopra è per dare un'idea molto rozza di ciò di cui parla Mr. Sitchin quando menziona il "segmento C." Certamente nel suo libro i minuti dettagli sono accompagnati dai grafici della piramide.
…Benché conoscessero la struttura interiore della piramide gli Anunnaki capirono che la via più breve e più svelta per raggiungere il moribondo Marduk era di scavare un tunnel il pozzo di connessione tra i segmenti "B" e "D" – uno scavo di appea trentadue piedi attraverso blocchi relativamente duttili di calcare; era un'opera che si poteva compiere non in giorni ma in ore.
…Rimuovendo la pietra che copriva l'entrata del Pozzo di Ventilazione dal Passaggio Discendente verso "G," i soccorritori salirono rapidamente i segmenti inclinati "F" ed "E." Dove "E" si connetteva con il segmento verticale "D," una lastra di granito copriva l'entrata alla "Grotta"; fu spinta da parte – e giace ancora là, nella Grotta. Ora i soccorritori percorsero la breve distanza su per il segmento "D," e si trovarono di fronte il primo corso della struttura della piramide.
…Trentadue piedi sopra ma di lato giace il fondo del segmento verticale "B" e la via nella Grande Galleria. Ma chi avrebbe potuto sapere come scavare nel pozzo di collegamento contorto -"C"- tranne coloro che avevano costruita la piramide, che conoscevano le sue sezioni superiori sigillate, e avevano i progetti per localizzarli?
…Il nostro suggerimento è che furono i soccorritori di Marduk, usando i loro strumenti per attraversare i blocchi di calcare, la congiunzione tra "D" and "B": "a hollowing into its insides they shall twistingly bore," in the words of the ancient text.
…Ottenendo la congiunzione con "B," essi raggiunsero il corto passaggio orizzontale "A." Là, qualunque straniero si sarebbe fermato anche se si fosse spinto tanto in alto, da che tutto ciò che avrebbe visto sarebbe stato un muro di pietra - una struttura solida. Ancora, suggeriamo che solo gli Anunnaki, che avevano i piani della piramide, avrebbero potuto sapere che oltre la pietra davanti a loro si apriva l'immensa cavità della Grande Galleria, la Camera della Regina, e tutte le camere superiori e i passaggi della piramide.
…Per ottenere l'accesso a quelle camere e quei passaggi era necessario rimuovere la rampa di pietra a cuneo. Ma era incuneata troppo saldamente e non poteva essere smossa.
…Se la pietra fosse stata rimossa, giacerebbe ancora là, nella Grande Galleria. Invece, vi è un buco aperto, e chi l'ha esaminato ha usate invariabilmente parole come fatto esplodere e aperto da un esplosione per descrivere ciò che appare; e ciò fu fatto non dalla Galleria ma dall'interno del pozzo.
"L'apertura in apparenza è stata fatta esplodere con una tremenda forza dall'interno" del Pozzo. (Rutherford, Pyramidology).
…Di nuovo le testimonianze Mesopotamiche offrono una soluzione. La pietra fu di fatto rimossa dall'interno del passaggio orizzontale, perché da lì i soccorritori erano arrivati. E fu in effetti "fatta esplodere con una tremenda forza", nelle parole dell'antico testo, "avvicinandosi, nel suo centro attraverseranno." I frammenti del blocco di calcare scivolarono giù lungo il Passaggio Ascendente fino ai tappi di granito; è là che gli uomini di Al Mamoon (l'esporatore) li trovarono.
L'esplosione coprì anche la Grande Galleria con la sottile polvere bianca che gli Arabi trovarono sul pavimento (...) - muta evidenza dell'antica esplosione e del buco aperto che lasciò.
…Dopo avere oltrepassata la Grande Galleria, i soccorritori condussero Marduk per la via da cui erano arrivati. L'entrata dal Passaggio Discendente fu di nuovo sigillata, come fu scoperta dagli uomini di Al Mamoon. I tappi di granito rimasero sul posto con la pietra triangolare di congiunzione che nascose i tappi e il Passaggio Ascendente per millenni. E, all'interno della piramide, le parti superiore e inferiore del pozzo di ventilazione erano per il tempo a venire connessi da un contorto segmento scavato grezzamente.
…E cosa ne fu del Prigioniero della piramide salvato?
…I testi Mesopotamici riportano che egli andò in esilio; in Egitto Ra acquisì l'epiteto Amen, "Il nascosto."
…Nel 2000 B.C. circa egli ricomparve per affermare la sua supremazia, per l, l'umanità finì per pagare un amarissimo prezzo.
https://zsitchinindex.wordpress.com/the-earth-chronicles-index/book-3-the-wars-of-gods-and-men/chapter-10-the-prisoner-on-the-pyramid/ - Trad. mia
Alcune di queste informazioni sollevano grandi dubbi riguardo questi "dei" (o "anunnaki") che utilizzavano l'esplosivo; appare ovvio il legame tra il mito Babilonese e quello Egizio, rappresentato dalla nuova identità di Marduk trasformato in "Amen" /Ra, dove questo nome tanto familiare nella logosfera cristiana è traslato alternatamente in Inglese con una vocale diversa, in un termine a noi ben noto che potrebbe suggerire una relazione ancora più profonda e duratura tra Babilonia e Roma attraverso il mito Egizio, e l'origine della religione cristiana con il suo racconto del dio morto e risorto, ovvero, come abbiamo letto, sepolto vivo, e poi liberato.
Dato il concetto originale del "christos" che fu trasformato in un "personaggio storico" senza alcuna testimonianza storica di supporto, oltre la fede dei credenti antichi, potremmo considerare allo stesso modo questo racconto pre-cristiano, apparentemente del tutto estraneo a quello canonico, come una possibile fonte del culto moderno contenente però l'elemento architettonico fra i suoi elementi primari, e quindi la possibile origine del mistero -o segreto- guardato dalla Massoneria, in cui l'uccisione dell'architetto (del Tempio) è l'antefatto rappresentato ancora oggi con l'iniziazione dell'adepto, al principio della sua personale scalata verso il successo, in quella che è una struttura gerarchica piramidale -- come ogni altra a questo mondo.
Dato il concetto originale del "christos" che fu trasformato in un "personaggio storico" senza alcuna testimonianza storica di supporto, oltre la fede dei credenti antichi, potremmo considerare allo stesso modo questo racconto pre-cristiano, apparentemente del tutto estraneo a quello canonico, come una possibile fonte del culto moderno contenente però l'elemento architettonico fra i suoi elementi primari, e quindi la possibile origine del mistero -o segreto- guardato dalla Massoneria, in cui l'uccisione dell'architetto (del Tempio) è l'antefatto rappresentato ancora oggi con l'iniziazione dell'adepto, al principio della sua personale scalata verso il successo, in quella che è una struttura gerarchica piramidale -- come ogni altra a questo mondo.
Ricordiamo che tutto ciò è ridotto nel mito cristiano ad una "pietra del sepolcro" che fu posta sull'entrata e poi fu trovata riversa a fianco; la presenza di questo dettaglio nei racconti evangelici è un altro indizio:
"Matteo 27,59-60
59 Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo 60 e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò."
(http://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Mt27%2C59-60&formato_rif=vp)
(http://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Mt27%2C59-60&formato_rif=vp)
e quindi:
"Luca 24,1-3
1 Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. 2 Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; 3 ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù."
(http://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Lc24%2C01-03&formato_rif=vp)
Un altro studioso di Egittologia, Alan Alford, autore di Pyramid of Secrets, scrive sul suo sito a questo proposito:
"LA GRANDE PIRAMIDE
La premessa centrale della mia teoria è che la Grande Piramide sia un monumento religioso, il cui significato potrebbe essere compreso completamente solo attraverso una reale comprensione dell'antica religione Egizia. In ogni caso, è cruciale la mia intuizione che la religione Egizia non fu semplicemente un culto del Sole, come credono gli Egittologi, quanto piuttosto un ‘culto della creazione’, cioè un culto il cui intento primario era di celebrare e ri-mettere in scena ["re-enact", ndt] perpetuamente il mito della creazione dell'Universo. In quest'ottica, io reinterpreto l'architettura della Piramide alla luce della mitologia creazionale, una prospettiva radicalmente diversa da quella che è stata adottata dagli Egittologi durante gli ultimi duecento anni.
L'approccio creazionale al mistero della Grande Piramide facilita i progressi su diversi fronti simultaneamente. Innanzitutto, il simbolismo della Piramide. Secondo, le straordinarie dimensioni e la precisione della Piramide. E terzo, l'architettura interiore unica della Piramide.
Il Simbolismo della Grande Piramide
Secondo gli Egittologi, la vera piramide (cioè la piramide dai lati lisci) era un simbolo solare, la cui forma significa i raggi del Sole che cadono sulla terra. Secondo questa teoria, la pietra cuminante della piramide, il benbenet, è ritenuta essere una icona solare o "pietra-Sole".
Comunque, secondo la mia teoria del culto della creazione, la vera piramide era in effetti un simbolo creazionale, come è evidenziato dal fatto che il suo culmine, il benbenet, simbolieggia l'inseminazione del cielo. Ne deduco quindi che nella forma della Piramide sia codificato il mistero della creazione, e riassunta l'intera storia in un singolo geroglifico. Ma ulteriori elaborazioni di questa idea sono riservate ai miei libri ‘Pyramid of Secrets’ e ‘The Midnight Sun’, da che questo è un argomento estremamente delicato.
Le dimensioni e la Precisione della Grande Piramide
Le enormi dimensioni della Grande Piramide non vengono spiegate dall'Egittologia. Nessun re aveva bisogno di una tomba tanto grande; né si può spiegare con il simbolismo solare. Alcuni Egittologi pertanto considerano la Piramide come una colossale perdita di tempo ed energie, mentre altri sospettano che essa, e le altre piramidi giganti, funzionassero come schemi dell'opera creativa e meccanismi per la creazione dello stato. [SIC]
La precisione della Piramide è inoltre un mistero che lascia perplessi. Per come lo ha descritto l'Egittologo Mark Lehner: ‘Perché una tale precisione fenomenale? Per i progettisti reali una tale precisione potrebbe essere stata imbevuta di significati simbolici e di culto che oggi ci sfuggono.’
Il mio approccio creazionale alla Grande Piramide offre una spiegazione unica delle sue dimensioni e della sua precisione. Comunque, il fondamento logico è troppo delicato per essere raccontato qui e dev'essere riservato ai lettori dei miei libri. Basti dire che la Piramide dev'essere compresa come un'opera di devozione religiosa, le cui dimensioni e la cui precisione simboleggiano l'idea della perfezione rappresentata dalla sua forma.
L'Architettura Interna Unica della Grande Piramide
La Grande Piramide è unica laddove molte delle sue camere interne sono costruite in alto nella sua superstruttura. Questo sistema senza precedenti comprende la Camera della Regina, la Grande Galleria, e la Camera del Re, che sono interconnesse con una serie di stretti passaggi.
In anni recenti, questa teoria del ‘cambiamento di idea’ è stata rifiutata in favore dell'idea che tutte le camere fossero state progettate assieme da principio. Secondo questa visione, le varie camere avevano ruoli funerari (la cui esatta natura rimane incerta), con la Camera del Re come luogo di riposo ultimo.
Pertanto, quale che sia la prospettiva, gli Egittologi credono che la camera più alta – la Camera del Re – fosse la camera tombale, come dimostrato dalla presenza del sarcofago di granito.
Ma il re fu davvero sepolto nella Camera del Re?
I fatti concreti su questo argomento sono questi: il sarcofago nella Camera del Re fu trovato rotto e vuoto; nessuna traccia del corpo del re fu mai trovata nella Piramide, non esiste alcuna prova di una sepoltura umana nella Camera del Re, e nessuna testimonianza attendibile è mai stata portata alla luce di un re sepolto nel sarcofago, o nella Piramide, o da essi rimosso.
Ancora più seriamente, l'idea di un re sepolto ad una grande altezza nella superstruttura della Piramide va contro i principi fondamentali della religione Egizia – ‘il corpo alla terra, lo spirito al cielo’ – che obbligavano a seppellire la mummia al livello del terreno o al di sotto.
Ne consegue dunque, incontrovertibilmente, che la sepoltura di Khufu nella Camera del Re non è che una teoria, e oltremodo dubbia in quanto tale. E questa teoria, come ogni altra teoria nella Egittologia, dovrebbe essere vista con una sana dose di scetticismo e sottoposta alla sperimentazione, compreso il test finale del buon senso comune.
E' qui che la mia teoria creazionale della piramide Egizia entra in gioco.
Nella interpretazione solare della religione Egizia, la posizione della tomba vis-a-vis con la Piramide è una festa mobile. Gli Egittologi ne deducono quindi che, malgrado la regola generale di posizionare la tomba al di sotto della piramide, l'architetto della Grande Piramide alzò la tomba nella superstruttura del monumento, in un audace tentativo di tenere alla larga i ladri o, secondo un'altra teoria, per cercare una identità per il dio-Sole all'orizzonte. Secondo la teoria creazionale della religione Egizia questi argomenti divengono del tutto insostenibili, da che era una regola fondamentale che il corpo del re fosse posto nella terra, sotto la piramide, in modo che la sua anima, o spirito, divenisse uno con la piramide; questo in accordo con l'assioma religioso ‘il corpo alla terra, lo spirito al cielo’. Che l'architetto della grande piramide abbia infranta questa regola cardinale è inconcepibile, poiché avrebbe distrutta la magia vitale della costruzione rituale della piramide. Di conseguenza, io rifiuto la teoria ortodossa che Khufu fu sepolto nella Camera del Re, all'altezza di 140 piedi nella superstruttura del monumento.
La scena è pronta quindi per una revisione radicale dell'architettura della Grande Piramide.
Nel mio libro ‘Pyramid of Secrets’, propongo l'idea che la vera tomba del Re fosse collocata sotto la Piramide, a livello del suolo, dove probabilmente è nascosta ancora oggi. La Piramide, nelle sue parti inferiori, era quindi una tomba, che comprendeva un ingegnoso specchietto per le allodole.
Quindi procedo nella mia intuizione che la parte superiore della Grande Piramide fu sigillata al tempo della costruzione, per formare un deposito sigillato o capsula del tempo, in cui i costruttori depositarono reliquie sacre, libri e conoscenze, temendo che la loro civiltà fosse distrutta da un cataclisma ‘fine del mondo’. E' cruciale la mia ipotesi che alcune di queste capsule del tempo siano ancora da trovare nella Piramide, malgrado il saccheggio del monumento nell'antichità. "
(http://www.eridu.co.uk/Author/egypt/pyramid.html -- Trad. mia)
(http://www.eridu.co.uk/Author/egypt/pyramid.html -- Trad. mia)
Come al solito, il confine tra ogni mito dell'antichità e le possibili verità che riguardano il "mito del passato", ovvero di qualunque "tempo" che non sia Qui e Ora, è un fattore del tutto arbitrario, relativo alla portata della logosfera indiviDuale e in primo luogo alla capacità intuitiva del lettore, rispetto alla sua 'istruzione' così come alla mera comprensione dei fatti.
L'ipotesi di ricerca principale è che ogni "mito" sia la reliquia di una verità storica i cui protagonisti sono deFiniti, oltre che dai loro stravaganti nomi, dai loro ruoli generalmente suddivisi tra "dei" e "uomini", per cui non solo un "dio" può essere rinchiuso tra mura come un dozzinale galeotto, ma per poterlo liberare i suoi simili devono far saltare quelle mura, come in certi vecchi western.
La teoria creazionale di Mr. Alford si può considerare di supporto alla mia intuizione riguardante il vero ruolo attivo e attuale degli antichi monumenti piramidali, che al di là delle loro origini leggendarie io ritengo non abbiano punto da spartire con la religione Egizia né cogli Egiziani antichi e moderni, se non forse a livello di manovalanza, senza contare la complicità degli enti governativi arricchiti oltre ogni decenza grazie ad una delle attrazioni architettoniche più visitate al mondo nel corso dei secoli.
Questa teoria creazionale di Alford, perfettamente allineata con la mia intuizione personale, trascura (almeno nei termini ridotti della sinossi pubblicata sul sito, che peraltro ho letta solo in parte) il ruolo del personaggio cristiano, in un raffronto che a grandi linee tutti possiamo ri-conoscere valido essendo quello tra un morto e rinato, rispetto ad un sepolto vivo che fu poi liberato, che si potrebbe intendere altrimenti come la stessa trama del mito cristiano; ma in essa vi trovo anche un elemento essenziale che non compare altrove, in merito alla "creazione del mondo" e al ruolo "messianico" del paradossale personaggio eterno, defunto e risorto infinite volte e con innumerevoli nomi diversi nel corso della storia della religione; un 'destino' che ovvia-mente rispecchia quello di ogni essere umano su questa Terra, che egli ne sia più o meno consapevole.
Lo studio dell'antico Egitto, così come quello della egittologia, ovvero della stessa scienza -con i suoi metodi e i suoi dogmi- relativa alla ricerca e alle scoperte in questo campo, può ben occupare una vita intera, come accade per i ricercatori accademici e gli archeologi così come per gli autori "alternativi" come Alford, che presentano visioni seppure diametralmente opposte, che derivano dagli stessi fatti noti e accessibili al pubblico, a partire dalla letteratura, per cui come abbiamo letto sopra, e voglio evidenziare di nuovo nella forma della piramide -- la proiezione tridimensionale del triangolo è
"codificato il mistero della creazione, e riassunta l'intera storia in un singolo geroglifico"
e voglio far notare che la mia esperienza onirica del caso non prevedeva nessun riferimento a questo simbolo, o forma geo-metrica (tradizionalmente associata all'ideale divino come "figura perfetta", a cui si assimila anche il concetto della "trinità" -la trimurti Induista) dal momento che, come ogni sogno, anche il mio fu vissuto in un contesto simbolico (o meglio, ri-prodotto nella sfera simbolica del linguaggio scritto, come 'testimonianza' degli eventi) dove in genere le visioni simbologica-mente tanto ovvie ed elementari sono escluse a priori -- tranne che nei manuali di psicanalisi e in certi films "psicologici". Ma la sola IDEA della "rosa del mistero", e il ritratto di un personaggio con le caratteristiche inconfondibili dei "faraoni", che pure sono le stesse degli "dei" da loro "incarnati", mi portano intuitiva-mente a ricercare in questa direzione, ovvero in merito alla civiltà più misteriosa e ai suoi infiniti enigmi, che a mio parere sono un elemento fondamentale nell'edificio dell'Impero del Falso, con il supporto incomparabile e insostituibile della Frammassoneria.
E' possibile che nel dipinto fosse visibile un edificio piramidale, o una figura simile, fosse anche un solo triangolo, che però non viene menzionato nel mio racconto, come sempre essenziale e stringato, scritto di gran fretta durante la rapida scomparsa della memoria onirica dalla mia mente. Dovendo studiare una materia per sua natura sfuggente, come il "sogno", non posso che attenermi il più strettamente possibile a quei fatti che sono rappresentati dalle parole da me leggibili Qui e Ora -come da chiunque altro- per quanto la loro ri-lettura per me sia sempre una chiave mnemonica che di volta in volta ri-apre passaggi più o meno noti o inesplorati, alla ricerca di qualche verità di sorta.
Nel frattempo, abbiamo incontrato questo personaggio dal nome molto suggestivo di Ṣarpanītum, di cui leggiamo le DUE (2) righe su Wikipedia Italia:
"Nella mitologia babilonese, Sarpanit (o anche Ṣarpanītum, 'italianizzato in Zarpanit e conosciuta con moltri alti nomi) è una grande madre e la moglie del dio Marduk. Le loro nozze si celebravano in Babilonia all'inizio di ogni anno.
Come avvenne che l'italianizzatore di turno ebbe la sciagurata idea di modificare proprio quella famosa iniziale Serpentina, non lo sapremo mai; ma possiamo perlomeno riconoscere l'insolita, e significativa relazione tra l'ideale tipico delle civiltà antiche della "grande madre" e il suo proprio nome, il quale suggerisce all'utente linguistico Italofono (assieme a molti altri nella logosfera occidentale - in Europa abbiamo lo stesso serpente in Portoghese, il serpent Inglese e Francese, il serpiente Spagnolo) una identità che viene rappresentata come "naturalmente opposta" nel racconto biblico, rispetto a quella muliebre.
Per quanto non ci sia altro da sapere, una volta letto il nome stesso, su Wiki Eng leggiamo:
"Nella religione Babilonese, Sarpanit (alternativamente Sarpanitu, Zarpanit, Zarpandit, Zerpanitum, Zerbanitu, o Zirbanit)[1] è una dea madre e la consorte del capo degli dei, Marduk.[2] Il suo nome significa "la splendente",[3] ed ella è talvolta associata al pianeta Venere. Con un gioco di parole il suo nome fu interpretato come zēr-bānītu, o "creatrice di seme", ed è quindi associata alla dea Aruru, la quale, secondo il mito Babilonese, creò l'umanità.[4]
Il suo matrimonio con Marduk fu celebrato annualmente a Capodanno a Babilonia. Essa fu venerata come luna crescente e fu spesso rappresentata incinta. Ella è anche nota come Erua. Potrebbe essere lo stesso di Gamsu, Ishtar, e/o Bêlit.[5]" (https://en.wikipedia.org/wiki/Sarpanit - Trad. mia)
Intanto, il fatto che un semplice "gioco di parole" possa giustificare un simile scambio di ruoli nell'ambito dell'antropogonia è qualcosa che potrebbe darci da pensare; mentre quei ruoli possibili elencati al termine ci dicono molto riguardo lo spettro (ampio. potenzial-mente infinito) di ogni possibile entità "divina" deFinita nella letteratura antica. Perché, come ho già concluso prima, i personaggi ideali sono sempre gli stessi, e cambiano le persone -ovvero, le "maschere"- e quindi le parole, cioè i nomi che li identificano nel corso dei "tempi" -- ovvero, durante le loro singole "vite" sulla Terra.
Per completare degna-mente il paradosso presentato qui, ricordo che fu lo stesso Sitchin a riportare in varie occasioni nelle sue opere l'etimologia del termine Ebraico נָחָשׁ - reso da Strong in "nachash -- serpente" derivato da "splendente", come vediamo confermato su thereason.org (!):
"Il termine Ebraico reso in "serpente" in Genesi 3, 1 è Nachash (dalla radice Nachash, splendere, e significa lo splendente." (Trad. mia)
ma se ci rivolgiamo agli esperti di blueletterbible, che comprendono lo Strong, vediamo che nella bibbia "King James Version" esso è derivato dal verbo per
"praticare la divinazione, divinare, osservare i segni, imparare dall'esperienza, osservare diligentemente, praticare la chiaroveggenza, prendere come auspicio
- (Piel)
- praticare la divinazione
- osservare i segni o gli auspici
"
per lo Strong stesso:(https://www.blueletterbible.org/lang/lexicon/lexicon.cfm?strongs=H5172&t=KJV - Trad. mia)
Pensiamo quindi a chi sussurra, e a chi sibila.
E a chi incanta...
(Avevate mai notato il fatto che la prima persona sing. presente del verbo divinare è (Io) Divino?)
Di nuovo, con quello che ho scritto oggi ho già scritto tutto, che è fin troppo per tutti noi, figurarsi per il blogger. Lo potrei scrivere ancora domani, come sempre.
Eppure.
..
Qualche parola dall'amico Joey Rocha, e dalla sua amica -- in Inglese (americano):
...
Un altro Giochino che merita un post-icino:
"Esiste una questione o un concetto
che interessi TUTTI su questo play-net?"
Il gioco-di-parole è intraducibile ma piuttosto ovvio, sapendo che "planet" in Inglese è "pianeta"; del resto, un "pianeta" come abbiamo già visto tempo fa in Inglese non è altro che un piano, ovvero "plane", a cui è stata aggiunta la T finale; e la cosa non è molto diversa per noi neoLatini, dove l'assonanza tra il piano e il pianeta è evidente per tutti. Ma è ben più interessante la domanda posta da Mr. Flowers, in merito ad una "questione problematica," o anche un "problema" che potrebbe appunto interessarci tutti, Qui e Ora; la risposta migliore è nella sua riga seguente, dove il concetto del "pianeta" viene ironica-mente storpiato in "gioco-rete", e non certo per caso che "net" sia anche una contrazione di inter-net, ovvero di rete internazionale. Perché questa stessa rete in cui siamo avviluppati Qui e Ora, la più avanzata forma di videosfera interattiva e intercontinentale, un flusso continuo e inarrestabile di informazioni di cui partecipano sempre più persone che si (auto)definiscono soltanto "I" come gli anglofoni oppure "I/0" come facciamo noi, sapendo che tutto ciò che è "internet" non è altro che un flusso elettrico dato da + e da - in forma di "bit" che sono 1 e 0, è una rappresentazione del nostro esser Qui e Ora, tutti connessi tra noi e in generale disconnessi DA noi stessi, grazie ad ogni distrazione o deviazione possibile a partire dal cibo, al sesso, a qualunque cosa che non sia né "io" e neppure "I". La lezione misterica dell'età Classica è sempre l'Antica Impresa del conoscere Te Stesso; ma la saggezza Orientale insegna che lo "io" è illusorio, una creazione che ci separa dal "vero Sé", e quindi si ri-conosce la più antica sapienza Induista che riguarda l'illusione di ogni cosa, e di Tutto; si ri-conosce il principio del vuoto, rappresentato dallo Ensō come possibile origine o raffigurazione artistica dell'Ouroboros; infine, si è costretti a ri-conoscere la realtà simboLogica del principio femminile, ri-conoscendo la natura simbolica della donna e del suo simbolico figlio, l'uomo.
Non voglio tornare sul "nuovo" personaggio del mito Sumero -tra i più antichi in assoluto- di cui sopra, e al suo giocoso nome, e al suo ambiguo epiteto, che sono soltanto una versione scientifica delle cose, e in un ambito geocentrico come questo blog, a questo punto l'affidabilità della "scienza" così detta dovrebbe essere ben nota al ricercatore: del tutto fuori questione.
Il problema, E il concetto che interessa ognuno di noi, nostro malgrado, è quello che permette a Mr. Flowers di esprimersi rivolgendosi ad un pubblico virtual-mente infinito; la videosfera è una evoluzione formale della logosfera, ma per quanto si dica che una immagine vale più di mille parole la nostra stessa immagine, il nostro "io" e la nostra IDentità condivisa anche social/mente su internet attraverso foto e doumenti audio/video, non ha alcun significato se non viene deFinita da una parola, che rappresenta il nostro "nome"; la foto o il video di un esemplare di specie animale o vegetale allo stesso modo lo rende riconoscibile da tutti osservandolo in natura, ma non rappresenta una realtà fintanto che non è codificata nel linguaggio proprio ed esclusivo dell'umano; non si può definire un certo volatile dicendo soltanto che è nero (come fanno gli anglofoni con il loro comune blackbird) perché esistono mille specie di Aves dal piumaggio nero, e dunque bisogna chiamarlo con una certa parola, come "Merlo", ed etichettarlo scientifica-mente come Turdus merula, secondo l'antica e macabra usanza condivisa da scienziati e preti, di masticare una lingua morta. Se non esiste come parola, una cosa così come una persona non esiste nella stessa realtà di qualunque (altra) persona IDentificata e identificabile attraverso una (altra) parola, che è il suo nome; questa è la realtà di questo "mondo", il cui principio è il "Logos".
Il "problema" è che le parole sono ancora più ingannevoli delle realtà illusorie che rappresentano, sul Piano Terreno; perché questo piano potrebbe essere una superficie piana, distinta da una sfera, oppure anche un progetto in divenire, come quello di una fuga -- non soltanto prospettica; potrebbe essere uno strumento musicale, più o meno forte, e così il nostro piano va a farsi benedire, perché è già troppe cose tutte in una volta per poter essere realizzato in una forma unica e definitiva, una realtà di fatto; potrebbe essere tutto e quindi niente, come tutto il resto: è soltanto una parola.
Piano piano, comincio a capirlo.
Forse per tutti noi arriva prima o poi un momento di saziazione semantica totale, per ogni parola che rappresenta ogni cosa di questo mondo, e allora tutto ha lo stesso significato di nulla, e il suo significato è ovvio, e indubitabile.
...
Ieri ho visto un tremendissimo film a titolo Blood Father (2016), che considero un incidente di percorso; per qualche misterioso motivo, anche in questo ho trovato un segno familiare:
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