ovvero, letteralmente, un SACCO di immondizia, raccolta dal micro-boschetto sul limitare della città; e domani si prosegue; ce n'è altrettanto:
Dopo di che dovrò infilare il tutto in qualche sacco della frazione secco indifferenziato, e abbandonarlo su qualche strada nella speranza che gli "operatori ecologici" si sforzino almeno di buttarlo sul camion...
Com'è possibile che mentre una quantità di gente prova l'impulso irresistibile di buttare a terra la lattina, la bottiglia, la carta della brioche e delle caramelle e del cioccolato, il pacchetto di sigarette e il sacchetto delle patatine, un solo individuo provi l'impulso irresistibile di raccogliere quella stessa roba, solo per farla sparire dalla sua vista?
Una risposta possibile viene dal fatto che questo individuo non berrebbe mai quelle bevande, non mangerebbe mai quei dolci e quegli "snacks" letali, e non fumerebbe mai quelle sigarette; perché chi consuma certa roba deve avere qualcosa che non va, innanzitutto. E lo so bene, è tutto "normale"; io stesso ho bevute quelle bevande, ho mangiati gli snacks fatali, ho fumate le schifose sigarette, e anche se sicuramente poi non ho abbandonate le confezioni in qualche boschetto, tanto meno nei paraggi di casa, mi rendo conto che sono azioni comuni, alle quali la gente non presta la minima attenzione; finisci la lattina di birra, via, nel cespuglio; mangi il cioccolato, e getti la carta, lì dove ti trovi... Perché innanzitutto sei uno che beve la birra in lattina, o la coca-cola in bottiglia formato grande (magari condivisa in famiglia), che mangia il Mars, e le patatine "al formaggio". E questo significa che sei ridotto molto male, qualsiasi cosa tu faccia è relativa a questa condizione già disperata in partenza, e quindi è solo la inconsapevolezza di questa disperazione standard che porta la gente a commettere un atto tanto odioso, ignobile, e vergognoso, come il gettare dei rifiuti in mezzo al verde. Che poi del resto rimangono lì, lontani dallo sguardo civile del consumatore, che si è trovato a passare "fuori mano" in cerca di un attimo di pace, e di aria non troppo satura di gas irritanti, alla larga dal fracasso incessante del centro, per ascoltare i cardellini e le allodole che cantano...
Per mangiare, bere o fumare la sua porcheria industriale in santa pace, e mollare l'incarto sul posto!
Come lo si dovrebbe definire questo, un segno di inciviltà, oppure invece di civiltà, sapendo che quest'ultimo termine è relativo all'abitante della civis, al cittadino, e quindi al consumatore medio, che arrivato alla cassa del supermercato non può resistere alla "tentazione" del dolcetto, senza mai nemmeno fermarsi a pensare una sola volta al fatto che il saccarosio potrebbe anche agire su di lui come una droga, e che in quanto tale essa potrebbe essere molto dannosa per la sua salute mentale e fisica?
A questo proposito, desidero ringraziare l'amico Webrasta per il suo ultimo commento al precedente post, al quale mi sono seriamente impegnato nel rispondere fino ad un accidentale click che ha mandato in fumo una buona mezz'ora di scrittura; è per me un buon pretesto per ampliare il discorso, dopo avere condiviso questo link funzionante all'ebook "Living on Sunlight" di HRM, allegato al commento stesso di Mr. Webrasta ; impeccabile, come sempre.
Come ho scritto -inutilmente- nella mia risposta, sono deciso a sperimentare presto il metodo HRM approfittando della buona stagione, da che considero l'autotrofia tappa fondamentale di una reale evoluzione umana, e a suo tempo ho già decantate le virtù del digiuno, che in questo caso sarebbe in realtà un drastico e longevo cambiamento della dieta alimentare, da solida a eterica.
L'esempio di Mr. Webrasta, che dice di nutrirsi "d'aria" o di "prana, se preferite", da alcuni mesi, è senz'altro incoraggiante, dal momento che i suoi commenti si direbbero provenire da un individuo di buon senso, di grande sensibilità e straordinario acume, tanto da essersi meritato l'epiteto di impeccabile; e sulla base delle mie precedenti esperienze, durante le quali il senso di benessere e di pace interiore e lucidità mentale aumentava con il trascorrere del tempo in astinenza da cibo, sono decisamente propenso a prolungare ad oltranza il mio solito digiuno estivo, non appena la temperatura sia tale da non avvertire il bisogno di ulteriori calorie. Se poi sarò anche in grado di sopravvivere all'inverno e di proseguire così nel corso dei secoli a venire, tanto meglio.
Questo, per quanto riguarda i miei progetti personali, ma il dilemma che ho esposto nella mia suddetta, mancata risposta, si riferisce invece ad una questione più essenziale, e in contrasto con la mia stessa affermazione sulla autotrofia come tappa evolutiva; consider(av)o infatti l'organismo umano, questa macchina, o interfaccia biologica che generalmente, forse soltanto per abitudine, è alimentata indirettamente dall'energia solare contenuta nelle varie specie del regno vegetale, e il discorso di HRM a questo proposito non fa una grinza; se in origine si assorbe energia solare nutrendosi delle piante, che a loro volta si nutrono di luce (energia elettromagnetica), l'ipotesi che sia possibile evitare la mediazione vegetale attingendo direttamente dal sole è verosimile, o quanto meno meritevole di una prova sperimentale da parte mia.
La fonte del mio dubbio consiste della intera anatomia umana, e del sistema biologico terrestre, o terreno, e una volta stabilito con certezza assoluta che mangiare cadaveri non è bene per nessuno, mi trovo a considerare due punti interrogativi sulla questione autotrofica:
.1) SE l'essere umano partecipa del sistema biologico terrestre come specie "dominante" ma in qualche grado integrata (seppure a forza) nel suddetto sistema, e dunque se riteniamo possibile paragonarlo ad ogni altra specie animale esistente sul Piano Terreno, con le dovute precauzioni, la mia domanda si pone in questi termini: da che tutti gli animali, compresi i micro-organismi, mangiano -in prevalenza, cibo solido- seguendo il loro istinto, e provvedendo quindi al fabbisogno quotidiano di energia "secondo natura", avvalendosi delle loro doti connaturate per procurarsi dapprima, e poi trasformare i loro pasti in energia e scarto, processi fisiologici per i quali i loro organismi sono predisposti (abbiamo l'esempio lampante del pseudo-carnivoro non-predatorio homo sapiens rispetto ai veri predatori con zanne e artigli, grande forza e fiato per correre, potenti acidi gastrici e tratti intestinali brevi) dunque perché imporre ad un sistema (pre)definito, e apparentemente perfetto nelle sue attività (malgrado gli errori madornali della sua alimentazione, che sappiamo bene esser pagati caramente dall'utenza, ma dai quali ci siamo allontanati a tempo debito), e quindi, in breve: a cosa dovrebbe servire tanto corpo umano, provvisto di un ottimo sistema di trasformazione energetica che inizia dal cavo orale, con i suoi denti per macinare cibo solido, e la sua lingua provvista delle sue brave papille per gustare cibo solido, e le sue ghiandole salivari per ammorbidire ed amalgamare cibo solido, e il suo stomaco che produce la giusta dose di acido cloridrico al momento giusto per corrodere cibo solido, e il suoi visceri con i loro movimenti peristaltici e i loro villi per trasportare del cibo solido, etc., etc., etc. ?
Il secondo punto interrogativo non è posto in una prospettiva meno ampia della prima:
.2) SE l'essere umano partecipa del sistema biologico terrestre come specie "dominante" ma in qualche grado integrata (seppure a forza) nel suddetto sistema, e dunque se riteniamo possibile paragonarlo ad ogni altra specie animale esistente sul Piano Terreno, con le dovute precauzioni, la mia domanda si pone in questi termini: avendo imposta -seppure violentemente, e iniquamente- al sistema suddetto la sua posizione dominante, e non di meno avendo sviluppate le tecnologie necessarie al proprio sostentamento a partire da quelle agricole, avendo estesa la rete commerciale al punto da ottenere il bok choi fresco quotidianamente nei supermercati Europei, cosa ce ne dovremmo fare delle varie migliaia di specie vegetali che sono disponibili in origine piantando un seme nella terra (trascurando, cioè, la realtà del sistema economico dell'industria alimentare in toto) e aspettando che cresca?
Tra parentesi, alla voce
"Effetti tossici"
Wiki specifica che il "Bok choy contiene glucosinolati." e che "Si ritiene che questi composti possano prevenire il cancro in piccole dosi ma, come molte sostanze, possono essere tossiche per gli umani in grandi quantità, in particolare per chi è già gravemente malato."
(Trad. mia)
Quindi Wiki (o Wiky) tiene a precisare che:
"Nel 2009, una anziana donna diabetica che consumava da 1 a 1.5 kg di bok choy crudo al giorno nel tentativo di curare il diabete, sviluppò una forma di ipotiroidismo per motivi relativi al suo diabete, con un conseguente coma da mixedema.[4]
(Id., Trad. mia)
Il consiglio quindi è che se avete già un piede nella fossa per colpa del diabete, dovreste evitare di mangiare 1/1.5 kg. di cavolo Cinese crudo ogni giorno, e questo solo perché lo abbiamo letto su Wikipedia (English), non per altro; però è anche possibile che i glocosinolati del bok choi curino il cancro, accidentalmente.
E il bok choi è buono, ma è Cinese, e inoltre inizia con la lettera "B", per cui abbiamo saltato a piè pari la A di: Acetosa, Aglio (di cui 42 sottospecie elencate da Wikipedia), Agretti, Albicocche, Alloro, Amarene, Anacardi, Arance, Asparagi...
Fino alla Z di Zucca e Zucchine, è un alfabeto intero, un mondo di bontà, e anche di bellezza, che ogni vegan ha imparato ad apprezzare nel corso della sua esistenza in quanto tale. Possiamo anche trascurare il fatto che abbiamo un intero corpo a nostra disposizione, il quale si direbbe progettato per trasformare queste meraviglie terrene in energia -e scarto- ma come ci spieghiamo però l'incredibile quantità e varietà delle specie vegetali commestibili, e tutti i loro effetti, che presumo non siano soltanto anti-cancerogeni, o anti-diabetici, sul nostro organismo?
Ad es. se, come probabilmente si immaginano i sarcofagi coatti nelle loro fantasie malate, i veg(etari)ani si nutrissero solo dell'erba dei prati, e quindi l'alternativa del prana al prato si potrebbe anche considerare più promettente e meno restrittiva sin da principio, forse ora non mi porrei questo interrogativo, fermo restando che avrei comunque un intero organismo di ottima fattura, una macchina per la trasformazione dell'energia perfettamente funzionante, per il quale non saprei trovare una giustificazione valida; ma evidentemente c'è di più, e molto di più; in fondo, se l'uomo dovesse nutrirsi solo di acqua e sali minerali e luce solare, non avrebbe sviluppate delle foglie e delle radici per assorbirli tutti al meglio, e non se ne starebbe adesso a fotosintetizzare in santa pace, in un boschetto immacolato e privo di ogni segno di civiltà invece di scrivere un post sul suo blog e chiedersi certe cose?
Non vi siete mai fermati a pensare al fatto che i nostri denti contengono delle terminazioni nervose il cui unico scopo è quello di percepire la consistenza, la durezza di ciò che mettiamo in bocca (compreso l'ORO!=) perché al di là del senso del gusto e della nostra intuizione con questo metodo meccanico possiamo evitare di sgranocchiare i sassi, e spaccarci i denti, durante la nostra costante ricerca di nutrienti economici?
Anche questo dettaglio mi dà da pensare, e spero che l'argomento sia abbastanza interessante da meritarsi qualche commento non soltanto da parte del principale interessato, che ringrazio nuovamente per l'input e per la sua viva partecipazione.
L'amico Dhaval Rashmikant Rao, per pura combinazione, ha appena pubblicato questa image macro su Facebook; che casca a fagiolo, più o meno:
Trad.: "L'Originale Anti-Influenzale: Aglio, Cipolla, Radice di Ginseng, Peperoncino di Cayenna, Cipollotti, Curcuma, Zenzero."
Dopo la recente esperienza invernale, posso assicurare che l'Originale funziona meglio di qualunque succedaneo sintetico sul mercato; quella che ho battezzata "Zuppa del Diavolo" (per il suo gusto quantomeno deciso) composta di questi stessi ingredienti -Ginseng escluso- ha risolto il mio caso nel giro di pochi giorni; probabilmente con il Ginseng sarebbe ancora più efficace.
Anche la memoria del Saggissimo Fukuoka San, evocata da Francesco Susca, merita il suo spazio nel quadro generale, con il commento dello stesso Sig. Susca: "La filosofia del non fare":
Trad.: "Lo scopo ultimo dell'agricoltura non è la crescita del raccolto,
ma la coltivazione e il perfezionamento degli esseri umani."
-Masanobu Fukuoka"
Nick 'Havoc' Sangetta del gruppo Flat Earth Foundation Experts (FEFE) ha presa una immagine del tuffo stratosferico di Felix Baumgartner per fare ciò che io ho fatto ieri colla foto NASA dello Stivale, completando il cerchio a partire dalla curvatura, e il risultato è ancora più disastrosamente ridicolo:
"COSA C'E' CHE NON VA IN QUESTA FOTO?"
Ho la tremenda impressione che per molti non ci sia assolutamente niente, che non va... Per questo si usa dire "com'è piccolo il mondo!"
Il mio pensiero meditazionale quotidiano: "Ogni volta che inspiri è come se nascessi, e ogni volta che espiri è come se morissi"; questa consapevolezza interiore ci rende una prospettiva della nostra esistenza Qui e Ora che è decisamente lontana dalla lunga via per l'inferno o il paradiso proposta dalla cristianità; perché infine è sempre soltanto un solo respiro quello che prendiamo nascendo, e un respiro soltanto che esaliamo morendo. E questo è degno di una riflessione in ogni caso.
Il pensiero di ieri riguardava invece quel momento "magico" della mia 'meditazione solare' in cui riaprendo gli occhi "tutto intorno a te è come un quadro astratto; non perché cambi la modalità della visione, ma perché tutto ciò che appare viene percepito per ciò che è"; tutte le forme materiali date da luci e ombre non hanno il "senso" che si è abituati a dare loro, e che sappiamo relativo soltanto alla codificazione logica -alle parole- di tutto, ma semplicemente sono, e allora il mio ruolo di osservatore mi appare distintamente, chiaro come la luce del Sole, in tutta la sua insospettabile importanza. E questo non avviene per ragionamento, ma soltanto per intuizione istintiva, è il nous che prende il sopravvento automaticamente, e ci permette di comprendere ciò che va al di là delle parole.
Infine:
"Dovremmo avere almeno più controllo del nostro respiro, e allora avremmo un po' più di controllo sulle nostre vite."
Il pensiero di ieri riguardava invece quel momento "magico" della mia 'meditazione solare' in cui riaprendo gli occhi "tutto intorno a te è come un quadro astratto; non perché cambi la modalità della visione, ma perché tutto ciò che appare viene percepito per ciò che è"; tutte le forme materiali date da luci e ombre non hanno il "senso" che si è abituati a dare loro, e che sappiamo relativo soltanto alla codificazione logica -alle parole- di tutto, ma semplicemente sono, e allora il mio ruolo di osservatore mi appare distintamente, chiaro come la luce del Sole, in tutta la sua insospettabile importanza. E questo non avviene per ragionamento, ma soltanto per intuizione istintiva, è il nous che prende il sopravvento automaticamente, e ci permette di comprendere ciò che va al di là delle parole.
Infine:
"Dovremmo avere almeno più controllo del nostro respiro, e allora avremmo un po' più di controllo sulle nostre vite."