Questo è un Mondo Di Parole. Ogni cosa di questo mondo corrisponde ad un termine; che è anche sinonimo di fine, cessazione. Che in genere non ha nulla a che fare con l'andare in bagno.
In questo mondo l'ironia regna sovrana; per gli Inglesi basta levare la L a world -mondo-, e si scopre che è una parola (word); nient'altro. Per noi è più complicato, viviamo nella misteriosa logosfera cattolica, nel Paese la cui Capitale (Perchè In Inglese "Capital" Significa Anche "Maiuscolo") si chiama ROMA; il contrario di AMOR.
Questo è un mondo di PROLE, direbbe qualcun altro, non perchè ha dimenticata una A ma perchè gli eredi sono il futuro del mondo; ma del resto il blogger prima di essere blogger scriveva, com'era in uso nell'antichità del millennio passato, sulla carta, e nel tempo si è dovuto arrendere all'evidenza che non avrebbe mai lasciato un figlio a questo mondo, ma semmai qualche FOGLIO.
Ho ri-conosciuta così la mia strada, scrivendo.
Ho ri-conosciuta così la mia strada, scrivendo.
E' stata una lezione di vita, per me; dovrei dire un monito; adesso scrivo su un monitor.
Il LOGOS, il Principio di Tutto, secondo "Giovanni l'Evangelista", proviene dal Greco antico per "racconto" e "raccontare"; è divenuto sinonimo di "parola" nella nostra logosfera misteriosa, nella cucina o fucina della Lingua Italiana la cui specialità sono le maccheronate di ferro, fatte con ingredienti esotici; come la "gnosi", che è la forma più elevata di conoscenza, ma a leggerlo si direbbe una burla goliardica.
Il logos, principio dell'Intelligenza Cosmica in filosofia, è scivolato nel Grande Stivale per catalogare lo scibile umano dalla Antropo-logia alla Zoo-logia, e per quanto tra le due ci sia un intero alfabeto di scienze, l'uomo si considera paradossalmente parte del regno animale, e del resto molti animali si comportano meglio di molti uomini, e quindi le due estremità alfabetiche combaciano; nell'intimità della loro solitudine.
Tutto coincide.
Tutto coincide.
L'"ABC" o "abbiccì" di qualcosa e di tutto sono i primi rudimenti, le nozioni di base; è necessario mandare a memoria il codice alfabetico per codificare il nostro mondo, e de-codificare le sue descrizioni e ogni informazione di sorta; perchè una parola corrisponde alla nostra identità individuale, il nostro stesso nome; un'altra parola corrisponde all'identità del casato, della stirpe, della famiglia a cui apparteniamo dalla nascita, il nostro cognome; abitiamo in una certa città, che per esser chiamata in qualche modo deve pur avere qualche nome, e in una via che pure ha preso il nome da qualche "personaggio storico", o luogo, o evento; viviamo in un certo luogo, una via di un certo Paese, su un dato continente; siamo quindi parole viventi in luoghi che sono parole contenute nei confini di altre parole, fondate su altre parole.
La nostra "conoscenza" è fondata interamente sulla parola scritta, stampata e letta a suo tempo per essere archiviata nella nostra mente, ri-trasformata in pensiero; de-codificazione e codificazione, processi basati sulla conoscenza del codice alfabetico. Come per un Italiano che si sveglia un giorno in Malesia, o per un Tuareg in Ungheria, trovarsi in una logosfera differente da quella in cui siamo nati e cresciuti è come trovarsi in un "altro mondo", dove nulla ha lo stesso significato, perchè nulla ha lo stesso nome. Trovare un indirizzo a Shangai per me sarebbe un'impresa disperata da principio, devo ammetterlo, ma già in qualche cantone Svizzero sarei perduto...
La nostra educazione è fondata sulla parola, così come le nostre informazioni quotidiane e le nostre interazioni sociali di ogni tipo; la nostra cultura così detta, o cOltura, non è che un insieme di parole.
C'è il trucco, ovviamente; si chiama SAZIAZIONE SEMANTICA (o anche SATURAZIONE semantica) quel "fenomeno psicologico in cui la ripetizione fa sì che una parola o frase perda temporaneamente significato per l'ascoltatore, che percepisce allora il discorso come dei suoni ripetuti senza senso." (Wikipedia - Trad. mia)
E il trucco è questo; la saziazione semantica è un fenomeno che avviene per ogni parola, e tutte loro, purchè siano ripetute un certo numero di volte, fino a che appunto la nostra mente non ne è sazia, o satura; allora ogni parola perde qualunque significato, e per noi essa non vuol dire più nulla.
In questo fenomeno psico-logico a parer mio è riconoscibile il vero valore del nostro codice alfabetico, con cui codifichiamo e de-codifichiamo e ri-codifichiamo il mondo; ma soltanto chi ha lette e udite tutte le parole del mondo ripetute per N volte è in grado di prenderne coscienza, e questo non avviene MAI. Per questo l'unica applicazione nota del principio della saziazione semantica in Occidente è la cura contro le balbuzie.
In India invece è il mantra, la cui radice propriamente esoterica è affermata in termini Wikipedici: un mantra non lo si può apprendere da un testo[10] o da generiche altre persone, ma viene trasmesso da un guru, un maestro cioè che consacri il mantra stesso, con riti che non sono dissimili dalla consacrazione delle icone[11].
In India invece è il mantra, la cui radice propriamente esoterica è affermata in termini Wikipedici: un mantra non lo si può apprendere da un testo[10] o da generiche altre persone, ma viene trasmesso da un guru, un maestro cioè che consacri il mantra stesso, con riti che non sono dissimili dalla consacrazione delle icone[11].
Sempre Wikipedia Italia cita Mircea Eliade per rivelare che:
« Ogni ripetizione indefinita conduce alla distruzione del linguaggio; in alcune tradizioni mistiche, questa distruzione sembra essere la condizione delle ulteriori esperienze. » |
(Mircea Eliade, Lo Yoga, a cura di Furio Jesi, BUR, 2010; p. 207) |
Eliade ne scrisse in proposito dello yoga (unione) da che è impossibile l'unione di una parola in un mondo di parole; ogni cosa è distinta, separata e differenziata, o frattale, una riproduzione sintetica del modello cosmico che è ordinato secondo natura, codificabile solo nel linguaggio invariabile e universale della matematica: qualunque nome corrisponde ad un "ego" particolare, ogni parola rappresenta qualcosa, e tutte le parole rappresentano tutto; e viceversa. Lo scopo della meditazione yoga è di realizzare l'unione con il Tutto, il Vero Sè, l'Assoluto, e per questo occore solo il silenzio; la pratica del mantra invece distrugge il presunto significato (o pre-concetto) delle parole per permettere di riconoscerne la natura artificiale che è relativa all'artificio del mondo terreno, e quindi alla Illusione Materiale. Le "ulteriori esperienze" di Eliade sono quelle successive alla comprensione di questo principio riguardante il nostro mondo-di-parole, e non possono avere luogo laddove il presunto significato di ogni cosa e di tutto è relativo alla nostra conoscenza delle parole per descriverli.
QUESTO è l'inganno; il vero archè (ἀρχή) è l'archè stesso.
"In principio era il Logos".
Tutti gli elementi della natura si possono considerare archè soltanto sulla base dell'esistenza di questo concetto, del principio generatore, e questo rivela come ogni filosofia materialistica sia ingannevole nella sua essenza; e tutte le filosofie Occidentali sono di carattere materialistico, perchè sono fondate sull'errata concezione della natura come principio di ciò che al contrario ci è noto solo per mezzo dell'artificio logico.
Un uomo cresciuto dalla nascita fra le scimmie su un'isola deserta (dove in genere non ci sono scimmie=) mangia banane ogni giorno senza conoscere il nome del suo cibo quotidiano; non morirà mai di fame per questo motivo, vivendo tra le scimmie, ma a contatto con una comunità umana non sarà in grado di esprimere il concetto di banana, se non forse scimmiottando l'atto di mangiarla... Sono creature intelligenti, le scimmie.
"Dio dissse "vi sia luce" e luce fu.
Chi racconta una storia governa il mondo; da qualunque fonte provengano queste parole, descrivono la nostra realtà, in questo mondo-di-parole.
Chi la racconta non dice nulla, mentre vive gli eventi che compongono la sua propria storia, o "biografia"; semplicemente egli 'nasce' aprendo gli occhi su questo mondo; un giorno il narratore chiuderà gli occhi su questo mondo, e non sarà più il narratore della propria vita, e non avrà più un "mondo" da governare.
Tutto qui; un "sogno alla rovescia", se lo guardiamo in una prospettiva materialistica, che si conclude con la "morte"; se lo guardiamo nella prospettiva spirituale, quella stessa "fine" (ovviamente, un TERMINE=) del "vaso" o "vascello" fisico, è l'inizio di un altro tipo di "sogno" che, possiamo solo immaginare, non è "alla rovescia".
E a quanto dicono anche l'occhio dell'uomo vede TUTTO alla rovescia, e le particelle luminose che compongono la "visione" del suo mondo vengono poi "decodificate" nelle viscere superiori, o 'cervello', e capo-volte per darci l'IMPRESSIONE, o IDEA (dal verbo Gr."vedere") finale di avere i piedi per terra, e la testa in aria;
ma se quello che dicono sull'occhio è vero, le cose non stanno così.
Questo pensiero mi perseguita da che ho vista una immagine su Facebook, qualche settimana fa, dove la solita mappa della Terra piana era stata posta in alto a faccia in giù su uno sfondo neutro, in modo che risultasse capovolta.
Purtroppo non ricordo l'autore del post, ma le sue parole riguardavano proprio questo argomento, e infatti, in compenso, mi è rimasto nella cronologia del browser il suo link all'articolo di Neuroscience, il sito dell'università dell'Utah che nel XIV Cap. del suo trattato online sulla visione umana recita:
"L'immagine formata dal sistema di lenti oculari è più piccola dell'oggetto visto, capovolta (a testa in giù, Fig. 14.6) e invertita (destra-sinistra, Fig. 14.7). Quando l'immagine viene invertita dal sistema lenticolare, la metà superiore (in alto) del campo visivo di ogni occhio è proiettata sulla metà inferiore (in basso) della retina di ogni occhio. Inoltre, quando la lente produce una immagine invertita, la metà temporale di ogni campo visivo è proiettata sulla metà nasale della retina di ogni occhio.
Pertanto, gli emicampi sinistri di entrambi gli occhi sono proiettati sulle metà (destre) corrispondenti delle due retine."
(http://neuroscience.uth.tmc.edu/s2/chapter14.html - Trad. mia)
Dobbiamo ricordare a proposito anche l'etimologia della "pupilla", che sta per 'pupetta', inteso come bambola o bambina, e come ricorda il buon Pianigiani:
etimo.it/?term=pupilla&find=Cerca
Tutto ciò che vediamo non solo è più piccolo, ma è completamente rovesciato, da destra a sinistra e dall'alto in basso rispetto a ciò che è. O almeno questo è quello che si legge sui libri e sui siti delle università (dove però insistono insegnando anche tutte le Grandi Palle universali...)
Come sarebbe lecito concludere, quindi, "Non possiamo credere ai nostri occhi"; ma che l'immagine vista dal cervello sia invertita "come in uno specchio", orizzontalmente, rispetto a quella registrata dall'occhio, è un pensiero per certi versi assai meno sconcertante di quello che noi si veda TUTTO alla rovescia, o capovolto, verticalmente; insomma, SOTTO-SOPRA, se consideriamo il fatto che noi vediamo la Terra sotto di noi, e il cielo sopra; mentre a quanto dicono, fuori dal nostro cervello (dove ci sono anche i nostri occhi, assieme al resto dell'universo) è TUTTO il contrario.
-- Uno dei 'sogni' più ricorrenti, più raccontati, più comuni in assoluto è quello in cui il sognatore CADE.
Non si sa da dove, o verso dove, o perchè. Spesso la sensazione è tanto reale che il sognatore si sveglia di soprassalto, spaventato perchè è convinto di stare cadendo per davvero. Invece, si sveglia. Riapre gli occhi; "era solo un sogno".
Oppure, forse, la sua caduta lo ha riportato nel suo sogno diurno. (Punti di vista...)--
Chi ha mai condotti in prima persona degli esperimenti in questo campo per comprovare o smentire quanto si legge sui libri a proposito della vista?
Non è altrettanto immediato quanto lo è il constatare la condizione stazionaria della Terra, e la sua relativa piattezza.
Occorrono bulbi oculari freschi di giornata, e la capacità di sezonarli ed osservarli scientificamente, con la preparazione medico-anatomica necessaria, con apparecchiature in grado di emettere, rilevare e registrare impulsi luminosi, e la sensibilità dei tessuti colpiti, e cose simili... Immagino.
Non è roba di tutti i giorni, come lo sono l'alba e il tramonto che proiettano una luce verticale sulle superfici d'acqua, provando che ogni mare non è magicamente curvato dalla magica gravità, ma relativamente piatto, anche durante le peggiori burrasche. Non tutti si mettono ad affettare occhi dopo pranzo, per scriverci un post scientificamente testato... Meglio farlo prima del pranzo, comunque (stimola l'appetito=)
MA a detta di chiunque l'abbia fatto, che fosse prima o dopo pranzo, il sistema lenticolare dell'occhio funziona a questo modo, come uno specchio che inverte l'immagine tanto in orizzontale quanto in verticale.
Forse anche per questo serviva una Magica Gravitazione Universale... =D
Ora, chiunque abbia affermato questo, in qualunque epoca l'abbia fatto, la nozione del "mondo capovolto" dovrebbe comunque essere altrettanto nota al pubblico quanto lo è quella del nostro occhio e dei suoi processi capovolgenti; così come il fatto che noi 'in realtà' si cammini sul soffitto dell'universo, e che qualunque cosa ci sia "lassù", oltre la vòlta celeste, quella sarebbe la direzione verso la quale dovremmo teoricamente cadere; semmai.
(e non dimentichiamo che ci potrebbe essere una rete a frenare la nostra caduta spirituale, semmai..)
Infatti, che sia un fenomeno dovuto a densità e galleggiamento, anzichè alla Magica Gravità, la caduta in una certa direzione nota come 'basso' non giustifica comunque il concetto di un "basso", verso il quale cadono effettivamente i "gravi", ma che è considerato come tale soltanto in base a ciò che "vede" il nostro cervello; una visione che sappiamo essere proprio il CONTRARIO di quello che vede -o vedrebbe- "in realtà" il nostro occhio...
Questa non mi pare una questione MENO fondamentale della Questione PIU' Fondamentale Di Tutte, perchè comunque sia 'in realtà', questo mondo (piatto e immoto;-) noi lo possiamo vedere soltanto cogli occhi. Possediamo delle macchine cine-fotografiche basate su un sistema che ri-produce il sistema "capovolgente" dell'occhio umano; ma con Photoshop, o qualunque editor di immagini, basta un click per vedere quelle immagini per come ci dicono dovrebbero essere, al di fuori del nostro campo visivo.
Capovolgendo sottosopra, e invertendo di lato una fotografia, che è una riproduzione meccanica -oggi più spesso digitale- della realtà, dovremmo in teoria vedere qualunque cosa fotografata per come "davvero" è, e per come dicono che sia questo mondo, quando NON è percepito dal cervello umano.
Possiamo crederci?
Dal momento che anche qui -nella nostra misteriosa logosfera cattolica- si tratta di palle -quelle degli occhi, anzichè quelle planetarie- il dubbio è moltiplicato all'ennesima potenza.
Il savio neo-geocentrista SA che questo mondo non è una palla rotante nel vuoto teorico, ma cosa sa del proprio occhio? Che è una palla?
Che è lo specchio dell'anima?
Peggio che andar di notte, se tiriamo in ballo qualcosa che per qualcuno è solo una invenzione dell'uomo.
Peggio che andar di notte, se tiriamo in ballo qualcosa che per qualcuno è solo una invenzione dell'uomo.
E non mi riferisco allo specchio; che non è una invenzione ma una parte dell'uomo, il suo occhio.
(Che dire della coincidenza cromatica testimoniata sul mio sito dedicato alla eterocromia centrale?)
Se devo credere alle mie proprie palle degli occhi, come alla scienza che descrive il loro misterioso funzionamento, in questo momento io sono disteso su un letto che poggia in "alto", dove pure è posato il computer su cui scrivo queste parole. Le voci e i suoni che provengono dalla via quindi arrivano da "sopra"; ma il mio orecchio li capovolgerà, attraverso una riproduzione meccanica -e molto primitiva, fatta con degli ossicini=)- dei suoni "reali", con delle forme d'onda sonora che sono invertite e capovolte?
Oppure è soltanto la mia suggestione VISIVA del mondo capovolto, a farmi credere che arrivino da SOTTO, anzichè da SOPRA?
QUESTO è un Punto Di Vista davvero interessante, ma dà luogo a interrogativi insolvibili per la nostra stessa natura natura materiale. Soltanto quella non-materiale ne può venire a capo.
Sarei curioso di conoscere anche il Punto Di Vista del lettore, perchè "ogni testa è un piccolo mondo", come diceva Henry Spencer.
Un grave handicap dell'umanoide terricolo è il fatto che il suo cucciolo alla nascita è quasi-cieco e incapace di spostarsi autonomamente, e mentre acquista padronanza del senso della vista relativamente in fretta, impiega mesi e mesi (e mesi) per imparare a camminare.
All'origine il nostro problema è l'equilibrio; non sappiamo camminare ma non sappiamo nemmeno stare in piedi a lungo, perchè non abbiamo alcun senso dell'equilibrio (o "baricentro"). E cadiamo. I bambini piccoli cadono continuamente; e continuano a cadere ancora, mentre imparano a camminare; e quando infine hanno imparato cadono, un numero infinito di volte, ad ogni piè sospinto.
Infine, imparano a non cadere quando camminano, a loro spese...
E iniziano a voler andare in bicicletta; la seconda grande tragedia del cammino umano.
Portare una bicicletta SENZA le rotelle laterali sembra un traguardo irraggiungibile per il bambino, e ditemi se questo non corrisponde ai fatti che sembra siano rivelati dall'anatomia del nostro occhio e dal suo funzionamento TUTTO alla rovescia, dal momento che dapprima il bambino rivela una incapacità di trovare un equilibrio VERTICALE, non sapendo stare in piedi prima, non sapendo camminare poi, e quindi dimostra la stessa deficienza quando cerca un equilibrio LATERALE, come quello che gli è necessario per andare in bicicletta...
E' talmente OVVIO, che nessuno ci fa caso, MAI. Ma tutto, alla fine, sembra "coincidere".
Ora tutti noi presumo sappiamo camminare con una certa disinvoltura (se e quando lo facciamo) e magari sappiamo anche portare una bici senza rotelle; ma allo stesso modo, posso presumere che tutti noi abbiamo avuti quegli stessi problemi iniziali, in certe faccende da equilibristi che non possiamo imputare ad una palla rotante sotto (o sopra) di noi a 1000km/h, ma a niente e nessun altro che a noi stessi, alla nostra anatomia, a questo "vaso" contenente il nostro *essere umani*.
Abbiamo già contemplata altrove l'ipotesi che il "mondo" non sia che una "immagine" (o illusione) materiale, la cui natura non è più (o meno) "olografica" di quanto non lo sia la nostra; e che l'Occhio -il simbolo ormai conosciuto da tutti come simbolo degli "illuminati", ma che conosciamo anche come Occhio della Provvidenza e di Ra/Horus/Toth (Hermes) sia una "rappresentazione simbolica" omni-comprensiva di quella realtà che vediamo, e in cui crediamo di vivere quando l'occhio è aperto, e che pure ci ricorda molto da vicino quella che sognamo, quando l'occhio è chiuso.
Portulaca urbana di varietà Gigans fotografata oggi sullo sfondo del suo habitat innaturale
Per la cronaca, anche oggi mi sono nutrito principalmente di ciò che ho raccolto per la strada; ancora, Tarassaco, Portulaca, Amaranto. Le lenticchie in frigorifero saranno ormai inacidite...
Ieri non ho resistito ad uno spaghetto (di mais e riso) con un bell'avocado, uno dei miei piatti preferiti; ma non c'è paragone che tenga. Mi sono dichiarato "stradano", oggi, parlandone tra amici; un "vegano" che si alimenta delle erbe trovate sulla sua strada. E che sa, istintivamente, che così come la Ricerca ci rende un senso di questo percorso esistenziale, al di là di qualunque cosa troviamo, anche quello che si raccoglie letteralmente per la strada vera-e-propria, è un cibo infinitamente migliore di quello che raccogliamo dagli scaffali dei supermercati, a pagamento. Non parliamo di quello che dovremmo poter raccogliere da un nostro pezzettino di terra vera e propria... Il Giardino dell'Eden resta nascosto sotto i nostri occhi.
Stessa specie, stesse dimensioni, stesso habitat, su un altro angolo di strada
Giornata nuvologicamente intensa fin dal mattino, ma mi sono reso conto ora di avere girato un lungometraggio composto di singoli scatti, e mi occorrerà qualche tempo per tirarne fuori qualcosa di buono. Semmai.
Un'anteprima senza spoiler:
e senza freccine
ti consiglio gli studi di garjajev su parole,suoni e dna. non so se hai notato il bracere olimpico Rio 2016..la fiaccola-luce che illumina l'occhio(realtà chiusa nella dimensione del fotone?), che rotea creando una spirale(dna?..serpente?..),e la rotazione sembra mimare la classica rotazione ipnotica..
RispondiEliminaAvevo letto qualcosa a proposito della "riprogrammazione" del DNA in cui era coinvolto il Garjajev, teoria ovviamente derisa dalla comunità (o setta) scientifica... hai un titolo particolare, o un link "serio" da suggerire? Ovviamente NON ho visto nulla delle olimpiadi, ma mi fido delle tue parole =) grazie, a presto!
Eliminahttp://rexresearch.com/gajarev/gajarev.htmhttp://www.disinformazione.it/parolaedna.htmhttp://www.amadeux.net/sublimen/dossier/ipercomunicazione_dna.html
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