(da Jorge Ledón)
quando mi sono accorto che i gatti sono MagICI.
Nel 2010 (!) ho pubblicata su YouTube questa sequenza dal film Je t'aime je t'aime (1968) di Alain Resnais, in cui la donna avanza l'ipotesi che Dio abbia creato il gatto a sua immagine; dopo di che creò l'uomo per servire il gatto, e pertanto l'intera civiltà umana sarebbe una mera conseguenza di questo evento, per cui si inventarono "i pescatori, i cuscini, i tappeti, i caloriferi e la radio... perché i gatti amano la musica!" -- Al che il protagonista (Claude Rich) si dice contento di sapere "chi siamo e perché".
Il fatto che io abbia trascorsa gran parte della mia vita con dei gatti come coinquilini, e che mi renda conto della loro realtà magica guardando delle foto su internet quando ormai da anni non vivo con uno di loro, non fa altro che confermare la loro natura trascendente; i miei aMici concittadini sono le persone a me più care fuori da questa scatola per gente
JO(e) |
La signorina Senza Nome
|
La Cara Milla |
I F.lli Pantera |
"Baby" Bebel |
Bruno! |
"Milady" |
etc, etc...
ma sono le mie stesse, antiche abitudini a impedirmi di ri-conoscere ciò che è da sempre inconoscibile di questi esseri divinizzati dagli antichi Egizi, o che divinizzarono l'antico Egitto:
Di photo by Pymouss, CC BY-SA 4.0 https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=34481504 |
"Bastet - MBAR"
Della deità felina Egizia non conoscevo questo dettaglio riportato da Wikipedia:
"Ruolo e culto
Alle origini Bastet era una dea-leonessa del culto solare, simboleggiante il calore benefico del sole, adorata per la sua potenza, la sua forza, la sua bellezza e la sua agilità (e come tale fu venerata per la maggior parte della storia egizia[10]), ma col tempo venne sempre più assimilata ai culti lunari e ai gatti[10]. Quando l'influenza greca si estese sulla società egiziana, Bastet divenne definitivamente solo una dea lunare, in quanto i Greci la identificarono con Artemide, dea greca della luna[6].
Come patrona del Basso Egitto era anche protettrice del faraone e perciò accostata alla principale divinità maschile, Ra, il sole[17]. Insieme ad altre dee leonine, fu talvolta rappresentata come incarnazione dell'occhio di Ra (od occhio di Horus)."
(https://it.wikipedia.org/wiki/Bastet)
Mi sembra che esista più di un punto di interesse in questa sinossi millenaria di Wikipedia, dal momento che la figurazione del Sole sarebbe passata a rappresentare la Luna con la mediazione della figura felina, più o meno antropomorfa;
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/f/f4/Bastet._Egypt._Mus%C3%A9e_Georges-Labit.jpg/320px-Bastet._Egypt._Mus%C3%A9e_Georges-Labit.jpg "Statuetta di Bastet in bronzo, risalente al Periodo tardo. Muséè Georges-Labit, Parigi." |
non di meno, che la coppia divina ai tempi dei "faraoni" fosse composta da un dio-sole e da una gatta, è un fatto che mi dà da pensare; senza parlare del legame qui non meglio specificato con il famoso Occhio-di-Ra, che oggi conosciamo come "onnivedente", e che rappresenta un mistero senza pari, malgrado qualunque spiegazione data nel corso dei tempi.
QUESTA immagine, in particolare, condivisa da Elda van der Merwe, sembra avere accesa una lampadina nella mia mente. Guardatela attenta-mente:
........
E poi, c'è qualcuno che preferisce la solitudine... a qualunque costo
(Capra sibirica -- da Pure Nature)
ma arrivato a un certo punto, un pescecapro come il blogger si accorge di avere ancora la coda nell'acqua...
Questi due posts di Mr. Rao meritano un pensierino:
Trad.: "Il lusso di essere spontaneo
è un anello mancante delle masse
dovuto alla ghiandola
pineale danneggiata"
Io personal-mente credo che sia vero, ma non ho altre prove oltre il mondo stesso in cui vivo Qui e Ora; e questo mi può bastare.
Il secondo post di Dhaval ha accesa un'altra lampadina nel mio apparato pensatorio; la grammatica non è il suo punto di forza, ma c'è qualcosa di trascendentale nella sua intuizione che mi ha scosso profonda-mente, per cui merita di essere condivisa:
Trad.: "La melodia che non sei solito
esperire nel regno fisico è la
melodia della tua vita eterna..."
..
卐
卍
ancora una volta:
"svastika è traducibile letteralmente
come "è il bene" o "ben-essere"."
(https://it.wikipedia.org/wiki/Svastica)
esperire nel regno fisico è la
melodia della tua vita eterna..."
Il termine "tune" secondo Google è
"tune
tjuːn/
sostantivo
- 1.melodia, specialmente una che caratterizza un certo brano musicale."lasciò il teatro canticchiando una allegra t."
sinonimi: melodia, aria, tono;
(Trad. mia)
e in genere si riferisce ad una sequenza di note che si può definire con i sinonimi qui sopra, ma dobbiamo considerare anche la forma verbale, e i significati figurati che in alcuni casi sono simili a quelli Italiani, come nel caso del "cambiar musica", anche se in Inglese "cambiare tune" significa cambiare opinione, e non un "andazzo"; il verbo (to) tune significa "regolare", "sintonizzare", "mettere a punto", "calibrare", etc., etc. e non vale solo per ciò che è o ha un "tono", ma per qualunque cosa;
è sempre la solita solfa, perché questo è un mondo di parole, ma è innanzitutto una sorta di "tune", cioè una "aria" che vibra ad una certa frequenza costantemente mutevole, creando l'illusione di Tutto; mi pare che l'espressione di Mr. Rao, utilizzando il concetto più comune della melodia, renda immediata-mente l'idea con una forza straordinaria, anche se mi rendo conto di ri-conoscerne il significato attraverso la conoscenza delle mie proprie esperienze oniriche, e non altro, per cui l'intuizione del caso è relativa alla capacità del lettore di rapportarsi al concetto fonda-mentale della propria "aria" esistenziale, alla sua propria "musica", così come alla possibilità di modificarla e di regolarla per mezzo della propria volontà.
Infine posso solo sperare che il pensiero di Mr. Rao "suoni" altrettanto immediata-mente e intuitiva-mente comprensibile come è stato per me, senza bisogno di aggiungere altro; a mio parere le sue quattro righe meriterebbero un Nobel per la Letteratura. C'è qualcosa di immensamente saggio in questo pensiero, qualcosa che trascende la "logica" e va percepito "con il cuore".
Per quanto mi riguarda, un caso più unico che raro.
Del saggio The Esoteric Structure of The Alphabet di Alvin B. Kunh, traduco questo passaggio seguente che rimanda alla mia ipotesi dello I/0 come il termine che de/finisce l'IndiviDuo umano attraverso il simbolismo sessuale:
"E' verosimile che la litterazione iniziò con l'utilizzo dei due elementi più semplici del simbolismo scritto, la linea verticale I e il circolo O. Comunque sia, dev'essere mostrato qui che quasi tutti i nomi divini dell'antichità furono costruiti da e su questi due. Poiché gli Egiziani dell'antichità remota combinarono i due nella forma di quello che è quasi certamente il più antico simbolo della croce, la crux ansata, da loro chiamata A N K H (più recentemente scritto E N K H), una 0 sovrapposta ad una I con una linea orizzontale nel punto di contatto. Esso rappresenta con la O superiore l'esistenza infinita di quella che è la indistruttibile materia primordiale, la Madre eterna di tutte le cose; e la I sottostante, indica l'emanazione della mente creativa, o potere spirituale, dal cuore del grande mare della materia prima che affonda ripidamente. La barra orizzontale mostra sia la loro congiunzione che la loro separazione, come fa ogni linea di confine tra due aree. Ma la linea mediana è importante anche perché demarca il punto d'incontro dei due poli di spirito e materia, da che è a questo punto che tutta la realtà è portata fuori alla manifestazione attraverso l'unione dei due. [...]
I due simboli con cui ha inizio il simbolismo letterario sono dunque la I e la O. La questione dei loro generi è la prima a farsi notare. La I è maschile, come potere di generazione del Padre, che è lo spirito; la O è l'eterno femminino, la materia, la Madre universale, personificata nelle religioni antiche da divinità come Iside, Cybele, Mylitta, Aditi, Venere, Giunone e altre. L'appropriatezza di questo simbolismo dal lato complementare fallico non richiede accentuazione, e non di meno è molto
importante e invero meraviglioso. (L'autore ha trattato completamente nella sua opera più estesa, SEX AS SYMBOL.) Da che ogni progenie vitale può venire soltanto da elementi della dualità cosmica dell'unione di maschio e femmina, un simbolo che possa enfatizzare la vita dovrebbe combinare sia la I che la O. Questo fecero gli Egizi nel loro grandioso simbolo A N K H, che dunque è la loro parola scritta per vita, e porta anche la connotazione di altri due elementi che vengono alla vita, o necessari alla vita, ovvero amore e legame."
(Op. cit. - Ebook pagg. 5/6 - Trad. mia)
☥
Ankh è il simbolo ASCII UTF+8 U+2625; stranamente nella pagina di Wikipedia Eng Religious and political symbols in unicode non compare quello che sappiamo essere tra i più antichi, e forse il più antico in assoluto tra i simboli religiosi, quello che significa Bene+Essere, e che oltre ad essere un noto simbolo politico (purtroppo per noi) è presente nel codice ASCII, in entrambi i versi:
卍
ancora una volta:
"svastika è traducibile letteralmente
come "è il bene" o "ben-essere"."
(https://it.wikipedia.org/wiki/Svastica)
Una informazione che finora avevo trascurata, dalla stessa pagina di Wikipedia:
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