Sappiamo cos'è una persona; eppure la nostra conoscenza è limitata alla sua rappresentazione di sè, sul Grande Set in fondo ai cieli. Psicanalisti e preti confessori conoscono dettagli indicibili dei retroscena, semmai; e tutto quello che ne viene è un mondo di peccatori pentiti e di pazienti intossicati; nulla che potrebbe davvero aiutare la loro condizione, o la nostra.
Quella dei sogni è la lingua con cui parliamo; non esistono forze esterne in atto, solo influenze sensoriali e basi mnemoniche che forniscono la materia prima per comporre le visioni; e viceversa;
dobbiamo leggere i sogni come racconti di noi stessi narrati da "dio", che ci si voglia mettere una "d" iniziale, o meno. Perché la nostra "vita" non è tanto differente da un "sogno" più di quanto un "sogno" non sia differente dalla "vita"; sono due termini che delimitano la nostra consapevolezza della illusione materiale, vissuta nella confusione e nell'ignoranza e nel dubbio che sono destinati a sopravvivere nel corso del "tempo" il quale costituisce l'unica realtà crono-logica di questa "vita" tanto simile ad un sogno.
Ma come ho constatato tempo fa, un giorno ho aperti gli occhi su questo mondo, e ho iniziato a vivere, e un giorno chiuderò gli occhi su questo mondo, e smetterò di vivere; questa è l'unica realtà vera e propria che mi sia dato di conoscere a proposito della rappresentazione di questa mia persona e dell'intero scenario; quando dormo sogno, e quando mi sveglio vivo; non sono altro che parole, perchè quello in cui viviamo Qui e Ora è un mondo di parole, il cui principio E' il logos; il fatto che il libro "delle Rivelazioni" lo abbia rivelato a tutti noi, caratteristi cristiani, come un principio uni-versale che è l'archetipo del Tutto, o "archè", è l'estremo inganno che riguarda la scena in atto sempre Qui e Ora, come una versione mistica del "big bang"; e viceversa, l'idea della "esplosione" scientifica è l'estremo inganno del materialesimo sostenuto dallo scientismo con i suoi dogmi chiamati paradigmi --per non destare sospetti troppo grandi nell'utenza scientifico-spirituale globale.
Per tutti noi, che siamo stati "battezzati" -ovvero, affondati- prima ancora di poter avere coscienza di una singola realtà di questo mondo, spesso destinati a portare i nomi degli antichi personaggi della letteratura ebraica che popolano i racconti mitologici, insegnati come 'verità' opposta alla nostra realtà quotidiana e vitale, è necessario indagare la nostra identità con ogni mezzo disponibile, durante la nostra rappresentazione del mondo completamente fasullo di cui siamo chiamati a partecipare solo in virtù di questa identità fittizia, della parola che costituisce il nostro nome, e che è di fatto una forma simbolica di una entità numerica, esprimibile cioè nella sua essenza con dei simboli differenti da quelli alfabetici. Ma non è soltanto una questione di lettere, e numeri; la nostra realtà fisica è tutt'altro che solida e sostanziale come siamo abituati a crederla da principio, e l'unica prova che ne possiamo avere per noi stessi, per ognuno di noi, affinchè la illusione materiale sia nota e indubitabile, non può certo essere fondata sulle dottrine esoteriche o sulla sperimentazione quantistica.
Non è soltanto una questione formale, o geometrica, ma dimensionale; non è solo una questione fisica, ma essenzialmente metafisica. Come ogni altra.
Non c'è alcun dubbio sulla struttura piana e statica di questo mondo, sono le stesse informazioni offerte dai globallisti a smentire la teoria eliocentrica in maniera inconfutabile e definitiva in ogni suo punto, e su questo il lettore di VerOrizzonte dovrebbe ormai poter convenire pienamente.
Ma la mia esperienza personale di psiconauta mi ha provata direttamente e immediatamente la realtà della Illusione Tridimensionale che viviamo Qui e Ora.
Ricercando su internet in materia di stupefacenti naturali, troverete che una singola "droga", descritta come uno dei più potenti allucinogeni conosciuti, produce un tale effetto devastante e incontrollabile sulla mente umana, che essa si potrebbe facilmente descrivere come una "droga da un viaggio solo"; è un esperimento che solo il più valoroso psiconauta vorrebbe ripetere. E con questo mi riferisco all'unico valoroso psiconauta che conosca.
Di Eric Hunt - Opera propria (own photo), CC BY 2.5
https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1317461
Questa "droga" si chiama Salvia divinorum, e fino a qualche anno fa era posta in libera vendita legalmente anche nel Belpaese, si trovava in certi "smoke shop" a buon prezzo. Quel singolo grammo di erba secca ha profondamente modificata la mia esistenza, da che il giorno seguente l'esperimento smisi di mangiare carne, e come sa il mio lettore di lunga data, da allora sono evoluto in un completo e convinto "vegano".
Ma questo "effetto fisico" è conseguente ad un effetto psichico impareggiabile, che nel giro di pochi minuti mi rivelò la completa illusione di questo mondo, che ci induce inesorabilmente a crederlo di natura fisica, e la conseguente illusione "dimensionale" per cui la nostra realtà apparente viene percepita in una struttura tridimensionale che esiste soltanto all'interno della dimensione teorica, o "virtuale", chiamata "tempo".
Questo "tempo" in cui viene percepita ogni possibile realtà "fisica" di questo mondo, questa dimensione-contenitore in cui ha luogo la messinscena cosmica in 3-D, corrisponde soltanto ad una serie crono-logica, lineare di eventi che hanno inizio con la 'nascita' e terminano con la 'morte' di un individuo, come le due estremità di un segmento, ma non corrisponde ad un fenomeno naturale oggettivamente apprezzabile, da che in natura il Sole sorge e tramonta ogni giorno, così come la luna fa ogni notte, le stagioni si susseguono all'infinito, e questa ciclicità perenne di ogni evento naturale non ha alcun bisogno di esser suddivisa e misurata in minuti secondi e primi, ore e giorni, mesi e anni, secoli e millenni ed eoni; l'alba della umanità stessa potrebbe non esser stata molto diversa da quelle di giovedì scorso, e l'autunno del 2016 "avanti Cristo" sarà stato più o meno come quello del 2016 d.C.; saranno cadute le foglie, anche allora...
Il "tempo" esiste soltanto nel mondo dell'uomo, relativamente all'individuo, ma dire che non esista è come dire che non esistono le "tre dimensioni" in cui si svolge la messinscena cosmica che egli (la persona umana) interpreta da sempre.. E in un certo senso nemmeno questo è sbagliato. Il "tempo" e lo "spazio" sono concetti relativi l'uno rispetto all'altro, ed esistono solo in funzione l'uno dell'altro; l'essere umano che vive il "tempo" della sua esistenza in fondo ai cieli lo fa all'interno dello "spazio" che percepisce attorno a sè, di cui partecipa fisicamente, e viceversa.
La natura "inutile" del tempo in una eternità composta di fenomeni ciclici ripetuti all'infnito rivela la illusione della natura fisica umana; soltanto il concetto di līlā può salvarci da questa impasse che non ha vie d'uscita nella logosfera cattolica. Solo la natura ludica della manifestazione cosmica, frutto di quella "forza creativa" chiamata māyā, il termine Sanscrito per 'energia creativa' che nel tempo è passato a indicare la mera illusione (e dev'esserci un motivo anche per questo) può dare un "senso" a questa "recita" apparentemente insensata, di cui ognuno si fa una ragione più o meno sensata per sè stesso, "nel corso del tempo", in un mondo dominato da una tendenza diametralmente opposta alla realtà "spirituale", propriamente metafisica del Tutto, per com'è percepibile e comprensibile dall'essere umano, che è quella del Materialesimo.
Tutto proviene dal Nulla, ma il Nulla non appartiene al Tutto
La mia intuizione, a decenni di distanza dalla esperienza Salvifica (perchè viviamo in un mondo-di-parole) fu che questo mondo fosse bi-dimensionale, e che la "terza dimensione", la "profondità" così detta, la quale "dà corpo" alle cose, corrispondesse al "tempo" stesso;
ma non avevo considerato allora il concetto supremo, ineffabile, della Unità; l'Uno è la particella elementare che compone qualunque numero, ogni numero e quindi tutti i numeri, infiniti; lo stesso dev'essere per le dimensioni così dette.
Nella nostra logosfera misteriosa, come si è visto, il numero romano (Latino) I e il non-numero arabo (o indiano?) 0 corrispondono alle lettere che formano la nostra entità individuale, lo "IO", e simbolicamente rappresentano l'umanità con il simbolo maschile nella sua posizione eretta e con il "vuoto" femminile, che pure è assimilabile all'idea dell'ouroboros, o Leviatano, che circonda il mondo dell'uomo;
pertanto, la unica, singola dimensione di questo mondo è l'espressione primaria, è la manifestazione dell'Uno in ogni essere vivente;
e non soltanto umano, ma nemmeno soltanto animale, o vegetale; o cellulare; perchè le stesse cifre, gli stessi simboli matematici, sono quelli che costituiscono il mondo informatico, e allo stesso modo potrebbero essere i "veri atomi" del mondo materico esperito Qui e Ora; nient'altro che valori numerici, simbolici, come quelli informatici; il concetto del "vuoto" dello zero, opposto a quello del "pieno" che è rappresentato dall'Uno.
[Nota: Wikipedia ci rivela che gli Arabi "chiamavano lo zero sifr (صفر): questo termine significa "vuoto"[3], ma nelle traduzioni latine veniva indicato con zephirum (per semplice assonanza), cioè zefiro (figura della mitologia greca, personificazione del vento di ponente)" -- Una nozione particolarmente significativa, in questo contesto, se consideriamo l'etimologia Greca del nostro "anima", che deriva dal concetto di ànemos, «soffio», «vento» (Id.)]
Forse infine questo è il Grande Segreto di quella visione da incubo, in cui il mondo intero era ridotto in striscioline colorate nel buio completo;
da che non possiamo vedere il Nulla, esso è compreso dalla nostra mente come il colore nero, l'assenza di colore, il "buio", mentre ogni cosa materiale è visibile nello spettro luminoso che sappiamo divisibile in sette frequenze principali, o "colori"; quello che vidi quel giorno era appunto il "tutto", distinto dal "nulla", tutto ciò che l'occhio umano è in grado di percepire, in una singola sequenza delle frequenze cromatiche, simile ad un esile nastrino di fili colorati. Ed era TUTTO lì. Non esisteva più nient'altro, io compreso; io ero soltanto una "allucinazione" che osservava sè stessa.
"Spectrum", opera del blogger
Questa non è una cosa che si dimentica facilmente.
Come si può leggere nelle varie testimonianze riportate sui siti specializzati di internet, la Salvia produce degli effetti molto simili e talvolta identici nei suoi coraggiosi consumatori:
la sensazione di avvelenamento, il sapore metallico, la sudorazione copiosa e la perdita totale di coordinazione psicomotoria fino ad una breve paralisi comatosa; ma sono i profondissimi effetti mentali apparentemente identici fra loro che costituiscono un paradosso psichedelico; la Salvia produce effetti più o meno indescrivibili e che tuttavia, nei tentativi di descrizione dei consumatori, ripetono degli schemi allucinatori estremamente simili, fra i quali domina l'impressione di essere "schiacciati" e "trascinati" irresistibilmente da un lato -- il DESTRO per me, come ricordo bene-- fino a perdere del tutto la percezione di una consistenza fisica.
Su Erowid si legge questa efficace descrizione di una esperienza:
"...una spinta estrema verso il basso, iniziò a creare una qualche sensazione di sè (o di un corpo) - ma lo sentivo come se fosse esteso all'intero campo della mia visione: ero divenuto l'immagine bidimensionale di questa dimensione distorta e in costante movimento. Improvvisamente essa iniziò a frantumarsi e io mi sentii cadere nel vuoto attraverso questa immagine, mentre io ero l'immagine."
e ancora:
"L'unico modo in cui potrei descrivere onestamente come mi sentivo è giù e a destra, il mondo tridimensionale era crollato e io potevo percepire le cose solo in una luce bidimensionale."
(Trad. mia)
Ritengo che questo breve racconto di cui si può leggere il testo originale qui riassuma con grande precisione il culmine di questo esperimento; in simili testimonianze su Erowid e altrove si ritrovano le medesime sensazioni di alienazione completa dalla "realtà" cosiddetta, che si rivela in questo modo percepibile solo in quanto figurazione tridimensionale del mondo; alterata questa modalità della nostra percezione sensoriale, che comprende anche il nostro baricentro, la propriocezione e il senso della direzione, l'intero impianto della realtà che conosciamo collassa, e tutto appare infine per ciò che è, nient'altro che una illusione; come ho concluso in seguito, quindi, l'illusione tridimensionale di una realtà unidimensionale, è ri-conoscibile al Centro di quel tutto che si è distinto dal Nulla in una nostra piccola, effimera, e sudatissima cosmogonia personale.
Pertanto si può dire che la Salvia è la chiave d'accesso universale per la comprensione immediata dell'incomprensibile "velo di māyā", di quella 'illusione materiale' che in uno stato ordinario di coscienza appare come un concetto astratto e pressochè inaccessibile per il nostro pensiero logico.
A distanza di quasi tre lustri, ricordo distintamente la sensazione "finale" della mia apocalisse salvifica; finale, nel senso più assoluto e definitivo che si possa esperire in vita, di qualcosa che ha un termine nella sua propria manifestazione, e presumo di essere riuscito ad esprimerlo qui con un discreto successo, in part. nella frase "era TUTTO lì".
Finito.
Finito.
E nondimeno, io lo stavo osservando... perchè NON potevo fare altro!
In una singola occasione, durante un'esperienza di pochi minuti d'orologio (una eternità, di fatto) chiunque è in grado di "svelare" questo grande mistero, che ognuno dei personaggi che siamo rappresenta in fondo ai cieli, attraverso ogni sua singola azione compiuta all'interno della "dimensione virtuale", il nostro "tempo", in cui ha luogo la messinscena dimensionale, o atomica, che gli Indiani chiamano līlā, attraverso la "illusione materiale" chiamata māyā.
www.auctiva.com
Chi ricorda i "libri animati" per bambini ha un'idea, per quanto puerile, del concetto: è un intero mondo -il nostro- che si "apre" come un libro, all'inizio della nostra storia, e che allo stesso modo si "chiude" alla fine, rivelando la sua reale essenza illusoria e metafisica.
La Salvia permette di chiudere per un istante il libro animato in cui viviamo la nostra intera esistenza, e di osservarlo dall'esterno; è una esperienza unica e assolutamente straordinaria, forse la più fondamentale per un vero psiconauta, ma quel momento in cui giaci in uno stato di semi-incoscienza, incapace di muovere un dito, ricoperto di un sudore freddo e viscido, pensando di essere ormai molto prossimo alla fine --o di esserci dentro-- la visione di queste realtà separate è quella che si può supporre come la più prossima all'idea della "morte", di uno stato di coscienza che non appartiene a questa esistenza, Qui e Ora; un'esperienza che non si potrebbe consigliare a nessuno, e che difficilmente, se mai, si vorrà replicare in seguito.
Quello del libro è un paragone grossolano, perchè un libro è un oggetto tridimensionale, mentre qui rappresenta figuratamente le dimensioni spaziali per come le conosciamo. Ma stranamente, ripensandoci, anche un libro si chiude da sinistra verso destra, e questo corrispondeva per qualche motivo alla tremenda impressione di essere "tirati" e "schiacciati" in quella direzione...
Alla fine viviamo davvero una strana sorta di fiaba, per bambini di ogni età.
Anche nella suddetta testimonianza, come nei miei articoli dedicati alla illusione materiale, si menziona inevitabilmente il concetto della frattalità; per quanto io non ricordi immagini che potrei descrivere come geometrie frattali, o "caleidoscopiche" durante la mia esperienza* (oltre il suddetto "nastrino colorato") il principio è unico ed è Uno, che io ho riferito prima all'idea della "dimensione unica" che in altri termini è lo uni-verso; è il concetto stesso de Il Numero, della singola entità fondamentale della realtà matematica. Al Tutto rappresentato dall'Idea dell'Uno che compone ogni numero possibile, si oppone soltanto lo zero, che rappresenta il vuoto e il nulla e nel mondo del computer sono i "bit" di cui si compone ogni cosa visibile sul monitor, che è leggibile, ascoltabile, comprensibile e condivisibile, tutti i "dati", tutte le "informazioni" della dimensione informatica. Come luce e buio, pieno e vuoto, etc., lo uno e lo zero sono entrambi ugualmente necessari per la forma completa di una in-forma-zione, l'insieme di ogni informazione rappresenta la nostra conoscenza (individuale e collettiva) del Tutto, opposta alla nostra ignoranza del Nulla.
Da che il nulla "non esiste" (ovvero, esiste in opposizione a Tutto, e viceversa) è impossibile anche comprenderlo, e nondimeno è da questo che procede il tutto, e non viceversa, Qui e Ora.
Infatti nel tutto che costituisce questa sorta di "realtà materiale" non c'è spazio, o tempo per il nulla, esso è un concetto astratto e alieno alla nostra mente -- per cui la "visualizzazione del nulla" è la forma perfetta di meditazione per i praticanti dello yoga.
*) Wikipedia docet: "Particolare riscontrato spesso dagli utilizzatori (nonché dai progenitori Mazatechi) è la differenza sostanziale tra le esperienze condotte in presenza di luce e in assenza della stessa, le prime risultano essere per lo più vaghe, poco dettagliate se non del tutto assenti, le seconde risultano essere molto più profonde e definite fino a dare l'idea di trovarsi fisicamente in altri luoghi e situazioni. Questa particolare sensibilità alla luce esterna risulta differente nel caso di utilizzo di estratti concentrati e foglie potenziate, di fatto in grado di modificare molto più profondamente la psiche." -- Nel caso del blogger, l'esperienza avvenne perlappunto al buio...
Nella parte finale del racconto del giovane Hubert, il ventenne (all'epoca dei fatti) che narra delle sue inenarrabili visioni, possiamo avere un indizio degli effetti collaterali a lungo termine di una simile esperienza, che si potrebbe propriamente definire apocalittica, o rivelatoria:
"Iniziai a interrogarmi sulla mia propria realtà: il modo in cui gli oggetti appaiono sotto l'effetto dell'erba [cannabis, ndt] iniziò a sembrare estremamente inquietante, la gente sembrava estremamente inquietante (come se fosse la prima volta che mettessi gli occhi su un umano), mi sentivo come se stessi comprendendo qualcosa che gli umani non dovrebbero comprendere. Iniziavo a vedere le cose che funzionavano dietro le quinte, ed era spaventoso come l'inferno. E' un po' come una scheggia nella tua mente per cui la realtà non è quella che hai sempre pensato che fosse, e ora che conosci la verità, ti perseguiterà per sempre. Ho dei problemi anche nel relazionarmi con i miei ricordi, il mio passato, la mia identità, chi credevo di essere e chi volevo essere. Per la prima volta nella mia vita, mi sento spaventato. Di cosa, non ne ho idea. Ma c'è questo sentimento, è profondo dentro di me. Penso che dovrei veramente smettere ogni droga se voglio sentirmi di nuovo normale. E' depersonalizzazione e de-realizzazione ad un un grado che davvero mi spaventa, non mi sono mai sentito così alieno, non ho mai saputo che qualcuno si potesse sentire così alieno, e così solo." (Trad. mia)
"Dove mi trovavo era reale, lo sapevo, e non c'era nulla da ponderare, era tutto lì, e lo era sempre stato. Non c'era via di fuga, perchè non c'era niente altro che questo, ora. Era come se l'intero universo e l'esistenza fossero uno spettacolo in un teatro, e tutti noi, ogni cosa attorno a noi, persino l'aria e il vuoto, fossero sempre stati come pupazzi e oggetti di scena a cui, in un crudele scherzo del padrone, fosse stato dato un sentimento di esistenza indipendente, una consapevolezza di sè, e consapevolezza delle cose attorno a noi. Ma ora lo spettacolo era finito, e ogni cosa era stata ripiegata e messa via. Ogni cosa. Era come se l'universo, noi, e la nostra realtà fossero in un contenitore, e all'interno del contenitore lo spettacolo era finito, e il contenitore era stato distrutto."
(Trad. mia -- il titolo dell'articolo pubblicato dal The Salvia divinorum Research and Information Center è infatti "L'universo ha cessato di esistere"! -- e faccio notare qui sopra le stesse parole da me utilizzate prima: "era tutto lì". Non è possibile esprimerlo altrimenti)
Per quanto mi riguarda, non saprei dire se abbia avute sensazioni simili a quelle di Hubert in seguito all'esperienza -sarà forse perchè mi sono sempre sentito piuttosto "alieno" e distaccato in qualche modo da questo mondo e dai suoi abitanti- ma come ho scritto poc'anzi quei momenti "finali", vissuti nella immensità di un vuoto assoluto, prima che lo scenario si ricomponesse tornando alla sua apparenza ordinaria che avevo ri-conosciuta come una facciata, o uno scenario teatrale, non sono quel genere di momenti che si vorrebbero mai augurare a nessuno; questo bruttissimo "quarto d'ora" al di fuori della realtà tridimensionale nota è forse una sorta di "anteprima" della morte, di quell'istante teorico che non si suppone venga mai esperito da un essere vivente, e in cui tutto si rivela ugualmente teorico, e teoricamente nullo; e questo è quanto per ciò che concerne l'attività psiconautica con la Salvia divinorum, un "farmakos" che come ogni altro, ma più di ogni altro, si può ugualmente definire una "intossicazione benefica", o una "terapia intossicante", ai livelli più estremi, e oltre i limiti stessi della comprensibilità; qualcosa che non consiglierei a nessuno, se non a coloro che per i più svariati motivi e nelle più disparate circostanze si trovassero a possedere una dose di questa erba 'magica', e il coraggio necessario per testarla su di sè, proprio come accadde per me allora.
Per inciso, la mia occasione fu conseguenza proprio della mancanza di coraggio di qualcun altro, che infine aveva deciso di omaggiarmi della misteriosa erba divinatrice; è un esempio calzante di come questo tipo di "insegnamento" possa giungere inatteso con ogni sua incognita, e come tutto infine dipenda solo dalla volontà di conoscere; la Salvia è una dura "lezione" di realtà, e forse la più valida in assoluto dal momento che annichilisce momentaneamente ogni idea di realtà per come questa è comunemente intesa, in ogni altro istante della nostra vita durante la così detta 'veglia'.
Dopo la Salvia ho eliminate le carni dalla mia vita; tutte, tranne le mie;
ma infine ho abbandonate anche quelle, per quanto è possibile rimanendo in vita;
questo distacco dal mondo sensuale fa sì che il fusso di energia ininterrotta permetta alla mente di riconoscere il proprio inganno di sè; che TUTTO è "pensiero", e in origine "idea"; questo è l'Inganno Finale della "psichedelia", o "enteogenia", quello di rivelare l'Inganno che è essenzialmente questa esistenza in fondo ai cieli;
l'allucinazione assoluta, è quella che rivela la natura allucinatoria di ogni evento vissuto in uno "stato ordinario della coscienza", che io definisco "incoscienza controllata";
il concetto della unidimensionalità equivale a quello del centro, il punto ideale che è il principio di ogni dimensione, ma che non ha alcuna dimensione;
non è altrettanto facile per me assimilare questo all'ideale divino, quanto lo è per i teisti; io sono partito dall'Altra Parte per arrivare a considerare l'Unità di me stesso, e quindi potenzialmente di ognuno di noi, annullando il mio essere, anzichè magnificarlo; questo credo sia possibile solo con questa Erba Sacra, e ritengo che un simile esperienza non sia "cosa da tutti", poichè solo chi è mosso da un forte volontà di conoscere può dedicarsi completamente alla sperimentazione "psiconautica", "psichedelica" o "enteogenica", assumendo sostanze dagli effetti che per noi in quanto individui sono completamente sconosciuti.
Eppure, così come questa pianta cresce spontaneamente (in alcune zone del mondo), e produce certi effetti sull'uomo, così pure esiste una gran varietà di piante e funghi che modificano lo stato di qualsiasi coscienza, per cui possiamo vedere il giaguaro rotolarsi sotto l'effetto della banisteriopsis caapi su YouTube assieme ai gatti strafatti di erba gatta, e alle scimmie ubriache di marula, etc.
Se queste piante esistono, tra miliardi di specie vegetali, e se producono determinati effetti "psichedelici" --o comunque li si voglia chiamare-- in chi le consuma, non possiamo davvero pensare che sia un "caso"; in natura esistono piante e funghi che uccidono l'uomo in pochi istanti; esistono 1000 piante che curano 1000 malattie, e la farmacopea umana è evoluta dall'antica arte dello sciamano, dell'uomo-medicina, di conoscere e sperimentare con i rimedi naturali, ben prima dell'avvento dell'orrore Sintetico per cui oggi si estraggono i "principi attivi" e si brevettano le proprietà terapeutiche delle piante per poterci speculare sopra (ai massimi livelli, come sappiamo da questo link che ri-propongo ancora al mio lettore: http://patft.uspto.gov/netacgi/nph-Parser?Sect1=PTO1&Sect2=HITOFF&d=PALL&p=1&u=%2Fnetahtml%2FPTO%2Fsrchnum.htm&r=1&f=G&l=50&s1=6630507.PN.&OS=PN/6630507&RS=PN/6630507)
Il discorso tende all'infinito ma sappiamo questo del "regno" terrestre, per come lo definì Tesla: che in questo sistema biologico la vita animale è basata interamente sulla vita vegetale, e che nel regno vegetale, indispensabile già per la stessa miscela di gas, o "aria" che ci permette di respirare, si trovano pure tutti i nutrimenti necessari per il nostro sostentamento, e i rimedi per ogni possibile malattia; credere che questo possa avvenire "per caso", o che sia evoluto "dal caos", in questo enig/mistico mondo-di-parole è quanto meno irragionevole; ma comunque sia, già il semplice fatto che esistano piante dal potere "eccitante", come il caffè e il tè e la coca, e altre sedative, come la camomilla, la valeriana e il papaver somniferum, che in vario grado modificano il metabolismo e lo stato di coscienza, dovrebbe suggerire a tutti noi che il legame fra la "Terra" e l'"uomo" è tutt'altro che 'casuale' per non dire 'accidentale', a tal punto da poter sospettare, o credere seriamente che la specie umana sia (stata) derivata da una specie "aliena", per non dire "extra-terrestre", trapiantata qui da qualunque altro luogo possibile.
Una volta provato a me stesso che gli unici nutrienti necessari (e innocui) sono proprio e soltanto quelli provenienti dalla Terra stessa, respirando la stessa aria che tutti respiriamo, una miscela di azoto con poco ossigeno, che viene prodotto dalle piante (e dal plancton), non ritengo necessari altri indizi per poter comprendere il principio generale; l'uomo esiste in virtù della Terra, e viceversa; perchè nessun altro individuo di nessun altra specie animale sarebbe capace ad es. di compilare una tassonomia, e di condividere informazioni su ogni specie esistente con il suo prossimo; perchè non avrebbe alcun motivo per farlo. più c
Per questo, nessuno dei miei più cari A-Mici scrive un blog, come faccio io
Qualche momento di SOL-lievo al parco, assieme alla mia giovane e lucente amica
Il termine Greco psyché (ψυχή) "comunemente intesa come "anima-respiro"" definiva in origine la farfalla; è piuttosto raro che essa venga a trovarti a casa, mentre anche a queste latitudini ingrate è possibile incontrarla in un parco pubblico; e amarla
Di recente, nella mia osservazione nuvologica quotidiana non ho avvistate le "solite" anomalie geometriche, sostituite da una estrema variabilità di forme disparate, vaporose e molto estese, di cui incollo di seguito qualche esempio:
Merita una nota questa formazione, il cui profilo è apparentemente "casuale" -come ci si aspetta che sia una "nuvola"- ma che al suo interno contiene un segmento evidentemente troppo regolare per esser stato "scolpito dal vento", come vorrebbe la tradizione meteorologica; è il tipico esempio di un corpo nuvoloso -più scuro e denso degli altri- che sembra letteralmente nascondere qualcos'altro:
Il pane e la pizza????? che tu sia dannato Jack Daw non vedi che in questo modo mi uccidi??vorrei non averti mai incontrato....eppure sono sempre qui in questo blog maledetto
RispondiEliminaLa pizza è solo un poco meno dannosa di una fucilata nella schiena, e alla fine neanche gli ingredienti "sani" (il pomodoro e l'origano, o il basilico) si salvano perchè sono cotti in forno... e tutto quello che finisce in forno è "morto" (a parte i semi da tostare=) Come ho scritto anche in precedenza, in quanto "vegano" semi-crudista io ritengo di potermi fare di glutine (pane) di tanto in tanto, mentre questa potrebbe essere la proverbiale goccia che fa traboccare il vaso dell'onnivoro-necrofago; e comunque io lo faccio sapendo di cosa mi sto intossicando - sostanzialmente di narco-proteine pseudo-oppiacee chiamate gliadine- e non penso certo che questa possa essere una sana abitudine alimentare, come invece fa l'italiota medio.
EliminaPurtroppo sono già con/dannato a vivere in un mondo di eliocentristi coatti e paradossali saprofiti umani, di automedonti tele-vedenti e giocatori di Monopoly, quindi non sentivo proprio il bisogno del tuo anatema, ma sento che in qualche modo è positivo; ora tu puoi continuare a mangiare la tua pizza fino al tracollo, volendo; perlomeno avrai una certa consapevolezza del fatto che non sono state le scie chimiche e l'inquinamento ambientale le cause del collasso, ma lo sfilatino e la quattro stagioni... L'ignoranza è buddha, ma è meglio sapere quello che mangi. Quindi grazie per le tue maledizioni, sappi che il mio intento originale era comunque l'opposto di "ucciderti" ;-) a presto
Naturalmente mi riferivo all'articolo Le pene del Pane ..devo essermi fatto si salvia anche io
RispondiEliminaPiù probabilmente si tratta degli effetti collaterali del tuo ultimo trancio di pizza ..e ti faccio presente che di fatto noi non ci siamo mai incontrati ;-)
EliminaHaha , naturalmente il mio anatema era piu che positivo.
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